martedì 14 dicembre 2010
Pulse#152 - Stanley Brinks (FRA) feat. Clemence Freschard (FRA) Martedì 14.12.2010 (Stasera!)
Pulse#152
Stanley Brinks (b.y_records, FRA)
a.k.a. Andrè Herman Düne
+ Clémence Freschard (Radbab, FRA)
[Anti Folk/ Ultra Freak Lo-Fi /Cantautoriale /Beautiful Losers]
http://www.myspace.com/therealstanleybrinks
http://www.myspace.com/freschard
Martedì 14 Dicembre, h. 21.00 @ La Mela di Newton
Via della Paglia, 2 - Padova
Chiudiamo dunque l'anno così: con un graditissimo ritorno di due amici già ospiti Pulse nel lontano 2007, alla ex Chiesetta delle Zitelle. Lui lo ricordiamo scazzato in maniera semplicemente sublime e geniale, quanto si confà a chi molla d'un tratto ambizioni da jetset e rapide prospettive di monetizzazione del proprio talento per poter lasciar libero sfogo all'ispirato strabordare compositivo;
lei invece dolcissima e artisticamente tutt'altro che al traino.
Difficilissimi da dimenticare, ve ne accorgerete!
Dal 1999 gli europei Herman Düne, composti inizialmente da Andrè, David-Ivar e Neman, hanno sfoderato album grandiosi quali "Turn off the light", "They go to the woods", "Giant" e l'eccezionale "Switzerland Heritage" con i quali si sono imposti anche negli States come tra i più rappresentativi artisti della scena anti-folk. Punti di riferimento del loro sound sono Silver Jews, Sebadoh, Pavement, Will Oldham, Cat Power, Smog, Magnolia Electric Co., Moldy Peaches, per arrivare poi a Neil Young e Bob Dylan. I loro show sono sempre una esperienza ogni volta eccitante e ogni volta differente per la loro capacità di improvvisare sul palco sempre nuovi pezzi e cover delle più improbabili. Con "Mas Cambios" la band ha virato verso lidi più pop pur non perdendo la loro vena indie e l'incredibile capacità di disegnare semplici ma splendide melodie. Dall'inizio del 2007 però Andrè, di certo l'anima più sperimentale del gruppo, ha deciso di recuperare le atmosfere più lo-fi e crude degli esordi dando vita al progetto solista Stanley Brinks. Già dal 2003 vive a Berlino dove si è creato un pubblico fedele grazie ai suoi memorabili set solisti. Sotto una infinita quantità di moniker ha registrato più di 50 cd, perlopiù per la sua etichetta RADBAB REC. A dicembre sarà nuovamente in Italia, accompagnato come sempre dalla compagna cantautrice francese Clemence Freschard.
Rec.: Stanley Brinks - "dank u" Abbandonato il gruppo Herman Düne e lasciati da parte i progetti solisti Ben Dope, Ben Hashish, Klaus Bong (ricordo di aver intervistato André via e-mail un paio di anni fa, terminò l'intervista con un elenco dei dischi pubblicati da solista che occupava una pagina intera), Andrè Herman Düne si presenta ora con un nuovo moniker - Stanley Brinks - e con un nuovo album "Dank U", pubblicato dalla Ciao Ketchup. L'ascolto di "Dank U" è un'esperienza in tutto e per tutto simile a quella vissuta ascoltando uno qualsiasi degli album pubblicati dagli Herman Düne: verrete travolti, dunque, da lunghi testi ironici (che ne dite di un improbabile ritornello in inglese/italiano "all my roads don't lead to Rome, there is no place I wanna call home, mi sono bagnato fino al culo", tratto dal brano "Songs Of Hassan"?) e autobiografici ("Stanley Brinks" narra la storia della vita di André), da melodie semplici ed elementari nella loro genialità e da una musica folk a bassa fedeltà e davvero coinvolgente. Una nota di colore è rappresentata dalla partecipazione dei Wave Pictures nel brano "My Experience With Truth". "Dank U" è un album che ascolterò a ripetizione e André Herman Düne si conferma il mio eroe anti folk preferito.
venerdì 10 dicembre 2010
pulse#151: ALEXIS GIDEON (USA) + SHELLEY SHORT (USA) Houseshow VENERDI 10.12.2010
House show in via Tartini4
VENERDI 10.12.2010 h. 21
ALEXIS GIDEON
(USA - Sick Room/African Tape)
-loops beats warm guitar and dreamy folk carnival-
Talentuoso cartoonist ed eccentrico creativo, dopo un primo successo dovuto alla creazione del Duo Princess con Michael O’Neill, approda a Portland dove sviluppa le sue poliedriche prerogative di artista totale. Video artista innamorato del fumetto, ha iniziato a creare universi abitati da creature oniriche in luoghi irreali anche quando si mostrano all’apparenza concreti come alcuni squarci del lontano oriente.
La sua musica pone dei seri problemi di interpretazione in termini di genere, potremmo sicuramente parlare di Hip-hop stralunato, di nonsense rap, di guitar pop, di calembour onirico, ma di certo vi è solo che Alexis non è tipo da catalogarsi facilmente, con le sue beat machines, i suoi synth, le bass line, la chitarra, ma soprattutto lui le sue influenze ( Brian Eno, Stevie Wonder, John Zorn and Outkast) e la sua voce, qualcosa che sembra ricordare un incrocio tra Timbaland e Snoop Dog sotto gli effetti di dosi massiccie di elio (He) e ossigeno puro.
Il tutto viene, come prevedibile, accompagnato dalle sue creazioni video, suggestive e sbalestrate quanto i suoi brani, per i quali sono d'altra parte state appositamente realizzate, secondo l'idea di:
“explore hip-hop as a narrative form for creating a story that oscillates between an abstract, free-flowing childlike fairytale and a more traditional straight forward one.”
http://www.myspace.com/ale
http://www.alexisgideon.co
+
SHELLEY SHORT
(USA - Hush)
su "A cave, a canoo":
La sua è arte allo stato puro. I suoi soggetti sono disegnati usando colori pastello, impreziositi con sfumature sottili, quasi invisibili se osservate da lontano.
C’è voluto più di un anno per realizzare quest’album, per via delle molte collaborazioni nelle quali è stata impegnata la songwriter. Ma il tempo ha giocato a suo favore, dal momento che i brani risentono favorevolmente di una trasparente sensazione di calma, di comodità compositiva.
Dieci canzoni ovattate, personali, che in poco più di mezz’ora si fanno apprezzare per via dei mille suoni che s’intrecciano dietro la preziosa voce della Short, la quale, forte di un timbro soave, rilassato e dallo spicatto senso melodico, centra in pieno l’obiettivo di farci intravedere posti lontani e incontaminati.
http://www.shelleyshortmus
http://www.myspace.com/she
Alexis Gideon Video Musics II: Sun Wu-Kong Official Trailer from alexis gideon on Vimeo.
Clement Mason - Alexis Gideon from alexis gideon on Vimeo.
venerdì, 10.12.2010 ore 21
houseshow
Padova
bnlze@yahoo.it
martedì 7 dicembre 2010
Pulse#150: DISKJOKKE (NOR, Smalltown Supersound) + KELPE (UK, D.C. recordings) Ma 7/12/2010 h.20.30 @ Bastione Alicorno, PD
Pulse#150
Martedì VII.XII.MMX, h. XX.XXX
@ Bastione Alicorno
P.le Santa Croce, PD
DISKJOKKE (NOR, Smalltown Supersound)
[ Electronica / Psych-Kraut / Kosmische Disco / Tropicalia ]
http://www.diskjokke.com/ http://www.myspace.com/diskjokke http://www.smalltownsupersoundcom/
+
KELPE (UK, D.C. Recordings) [ IDM / Dirty Hip Hop / Bleeps and Beats / Disturbed Funk]
http://www.kelpe.co.uk/ http://www.myspace.com/kelpemusic
Premettendo le più sincere scuse a quel gentiluomo di Eric Chenaux per il declassamento cardinale operato sulla sua serata a 149bis, eccoci alfine giunti all'appuntamento con i numeri più o meno tondi, e come nelle due precedenti occasioni (Pulse50 = The Ex + Mohammed Jimmy Mohammed anno 2006, nel 2008 il Pulse100=houseshow a due piani con -tanti- amici) l'idea rimane quella di proporvi qualcosa di assolutamente fresco sia nei contenuti che nelle soluzioni.
Questa volta abbiamo impacchettato una serata prefestiva coi fiocchi, radar impostato a scandagliare le profondità dell'elettronica nord europea con i live di due artisti in classe top, in un contesto assolutamente deluxe, quello del Bastione Alicorno (riscaldato), il tutto coronato dal costo risibile dell'ingresso.
Sui musicisti reclutati appositamente per la celebrazione c'è da dire che ci eran sfuggiti in due recenti occasioni (Kelpe era stato contattato per il SSF10, ma la contiguità con una data ad un festival in Tunisia aveva all'epoca complicato il tutto, Diskjokke per Circuito Off, ma suonava a Mosca quindi niet!), e l'operazione pulse150 viene anche a risolvere questa esigenza non ancora soddisfatta.
Impreziosiscono la serata la selezione di Monti e Blondie Equal Stupid oltre al progetto (RISO)grafico cartaceo dei Tankboys
Riguardo Diskjokke, nome d'arte per il norvegese Joachim Dyrdahl, non starò qui a tediarvi con le inevitabili etichettature accettate di Nu-Disco, Space Disco, o Italo Disco, vi dirò solo che il nostro campione stupisce sia nel ruolo di remixer che in quello di compositore.
Nella prima categoria vanno citati una serie di personaggi che hanno ben pensato di ricorrere a lui per rimaneggiare e far risplendere i loro singoli, partendo dal suo amico e compagno di etichetta Lindstrøm, passando per i Bloc Party, per arrivare alla delicata Charlotte Gainsbourg, i Foals e molti altri, ma il meglio ha ancora da venire, in quanto si vocifera in rete (quella che parla solo norvegese) che sia proprio Diskjokke colui che si prenderà in carico il remix del primo singolo tratto dal nuovo album elettronico di David Lynch (sì, il regista... esce a gennaio il suo disco elettrico su Sunday's Best di Rob da Bank, nel frattempo il singolo è qui).
Sul fronte della composizione Joachim però dà a mio avviso il meglio di se stesso, gli ultimi due album rilasciati dalla ottima Smalltown Supersound (quella di Annie, Lindstrøm, Tussle, Arp e tanti altri), rispettivamente "Staying In" ed "En Fin Tid", sono una sintesi delle capacità ed influenze (Brian Eno, Tangerine Dreams, rock krauto) del musicista, più frammentato ed eterogeneo il primo, del 2007, più compatto nello stile ma rarefatto nell'incedere il secondo, di quest'anno. E rovistando tra i pezzi che li compongono si trova tutto: l'ex studente di matematica nell'esercizio techno brillantemente riuscito di Interpolation, l'ex violinista classico che in Rosenrød gira al volo un oscuro incedere di synth in un momento di estasi solare (sunkissed?), il dancefloor compresso per meglio poter esplodere di Big Flash, la genialità delle staffilate house e del titolo di I Was Go To Marroco And I Don´t See You, la mini odissea racchiusa nei dieci minuti di Nattlestid, la malinconia in salsa tropicale di Some Signs Are Good.
In fondissimo trovate una recensione per ciascun disco ad opera dell'ottimo Andrea Pomini, una tratta da Rumore, l'altra da DJ Mag, via Soulfood. Notare bene: nonostante la non trascurabile ed onomatopeica attività di Diskjokke in qualità di dj, egli è più che lieto di presentare a Padova il suo LIVE set!
Kelpe invece ci è stato prontamente segnalato dal nostro osservatore di fiducia di stanza a Berlino, dopo averne gustato una coinvolgente performance al Transmediale di quest'anno, in apertura al set di Fourtet (suo fan): è il progetto elettronico di Kel Mckeown, accompagnato dal vivo alla batteria da Chris Walmsley e vengono entrambi dalla Gran Bretagna, Londra per l'esattezza.
La discografia di Kelpe mette in scena una sorta di elettronica cinematica, psichedelica e delicata ma con una vena futurista, bassi funk e chitarre fuori dal tempo perse in lunghi echi. ll duo presenta nel vario materiale live il nuovo 12" "Chocolate Money", due tracce, subito riproposte in remix sul lato B, che mischiano Hip Hop sporco synth distorti e percussioni funkeggianti. Non vediamo l'ora...
Nel frattempo, non trovando ahinoi degne recensioni in italiano, vi lascio in compagnia poco più sotto di un'ottima recensione del precedente "Cambio Wechsel" in english (gli inglesi ne han tante di disgrazie, ma almeno loro c'han la BBC) in cui l'opera del nostro viene accostata alle sonorità di Flying Lotus e Prefuse 73 (a me spesso piace pure di più, ma così si rischia la lapidazione...)
Una raccomandazione sugli orari: data la natura della location e i vincoli di orario, raccomandiamo di non arrivare oltre le 21 per godere appieno della scaletta.
Recensioni:
BBC Review
"A journey to exciting territories beyond the beats-and-pieces norm." Mike Diver 2009-11-03 Kelpe is the musical alter-ego of British artist Kel McKeown, whose dalliances with sound are producing some wonderfully wobbly, boisterous and bubbly fare - think Hudson Mohawke with the ADHD turned down and a comfy pair of slippers on, lighting a deserved cigar... with a blowtorch... while roasting road kill over an open fire. Cambio Wechsel is his third album for DC Recordings, a label established by DJ and producer Jonathon Saul Kane in the mid-1990s to showcase the diversity that few get to hear within the genres of hip hop and electronica. This album's tracks branch out to tickle the tastiest parts of said pigeonholes, its bleeps and squelches, glitch beats and truculent thuds merged into a tumultuous whole that's, at times, as irresistible as Prefuse 73 or Flying Lotus's most commended collections. The oppressive, insatiable attack of Closed Cup Headroom is an instant standout, its alien clicks - think the prawns of District 9 messing about with vocoders - surrounding the senses and tightening their circle with each passing second, laser blast effects charring the ground just inches from their targets' feet. After Gold is similarly cacophonous, but a lot easier on the nervous system - while these structures display similarities from piece to piece, it's rare that one echoes the previous in an unappealing manner. Like Bibio's occasionally otherworldly album of earlier this year, Ambivalence Avenue, Cambio Wechsel's flirtations with myriad motifs that rarely have a hand to hold elsewhere on the record can lead to the listener becoming rather dizzied by the experience. But when the shiny synth lines and distorted drum and bass fluctuations of Low Frequency Fumble, the treble-centric J Dilla skitter of Eye Candy Bath and the fidgety itchiness of Wind in the Windows are appreciated as individual arrangements, outside of an album context, Kelpe's talents shine 'til they threaten to blind and/or deafen. As an all-in-one listen, there's a lot to take in - perhaps too much. But treat Cambio Wechsel as a mixtape produced by a mind that simply can't sit still and it's a journey to exciting territories beyond the beats-and-pieces norm.
DiskJokke - Staying in (Smalltown Supersound).
La chiamano nu-disco, ed è uno dei suoni più caldi del momento. Tra gli epicentri, la Scandinavia: la Svezia degli Studio, la Norvegia di Lindstrøm, Prins Tomas, Todd Terje ed ora Joachim Dyrdahl, in arte diskJokke. Un esordio col botto il suo. Ricco di cascate di melodia e sorprese continue, carica da dancefloor e anima. Si viaggia su ritmi più dritti e spediti rispetto ai suddetti, trovando una formula magica per combinare disco italo e non, house acid e non, e techno molto detroitiana. Joachim, studente di violino e di matematica, dosa calore e rigore con maestria. Aprendo le danze su toni più giocosi - Folk i farta e Større enn først antatt sono due capolavori - per farsi più serio e meditativo nella seconda metà dell'album, con I Was Go to Marroco and I Don´t See You (non è un errore, si intitola proprio così) come martellante e irresistibile spartiacque. Ma in tutto Staying in si respirano aria fresca ed euforia dal retrogusto dolcemente malinconico, ed è una sensazione impagabile. (da Rumore #197)
DiskJokke - En fin tid (Smalltown Supersound) "Musica per la notte che mantiene il calore dei pomeriggi in spiaggia": lo scrisse qualcuno parlando di Staying in, debutto datato 2007 del norvegese Joachim Dyrdahl, ma la definizione suona ancora più azzeccata per questo En Fin Tid. Titolo che dalle parti di Oslo significa qualcosa come "tempi felici", del tutto appropriato per un album che rende più calda e solare la già emozionante fusione messa a punto dal nostro. Ci sono le radici house e techno e dosi massicce di relax balearico, i viaggi della disco cosmica europea e gli spazi del dub, tutto passato in rassegna con una originalità fuori dal comune. Si guarda tanto alla compattezza del groove (Big Flash non dovrebbe avere problemi a fare urlare una pista piena) quanto alle esplorazioni sonore di gente come Arthur Russell e Alan Parsons, o dei gruppi kraut-rock tedeschi degli anni '70 più spinti verso l'elettronica. Con il valore aggiunto di una scaletta perfetta, che fa fluire gli otto brani in un crescendo di emozioni e conferma come, nella già incredibile scena nu-disco scandinava, questo ex studente di matematica sia il vero fuoriclasse.
(DJ Mag n. 2)
lunedì 6 dicembre 2010
Come arrivare al 150!
E qui, nel caso non ve lo ricordaste, una scaletta della serata (e non solo).
sabato 4 dicembre 2010
mercoledì 10 novembre 2010
pulse#149: Setting Sun (USA, young love) -solo set- ME 10.11.10 @ LaMelaDiNewton - PD
Pulse#149
SETTING SUN (Young Love Records, USA)
[ Indie / Elettroacustica / Pop ]
http://www.myspace.com/settingsun
http://www.settingsun.cc/
Mercoledì 10 novembre,
h.21 @ La Mela di Newton Via della Paglia, 2 - PD
I Setting Sun di Gary Levitt, ormai al quarto disco in carriera, ribadiscono il concetto che la psichedelia non necessita sempre di un immaginario lisergico. Fantasurreal è un incrocio di melodie pop, atmosfere folk e tappeti synth(etici), che richiamano tanto il David Bowie dei primi dischi quanto gli attuali MGMT.
Brani come la piccola gemma acustica Sacrifice o la più incalzante Into The Wire, non sono frutto del caso, ma di una maturità acquisita col tempo. L'album regala trentacinque minuti circa di frivolezze pop, deviazioni folk e armonie agrodolci di buona fattura, capaci di cullare piacevolmente i pensieri, dipingendoli a tinte forti senza causare capogiri o pericolosi voli pindarici. Una musica innocente e ricca di fantasia.
qui trovate un'esaustiva bio (in inglese)
Largely the work of one man, Gary Levitt, Setting Sun creates a fantastical mix of whimsy and brightly hued pop matched to a surreal lyrical sensibility that's the product of either a vivid imagination or some good drugs.
Levitt's whispery vocals might remind listeners of a less depressed Elliott Smith. Levitt mixes softly cooed choruses and murmured spoken-word verses giving the sense that he's playing and singing to himself. This personal, confiding style lends the music its defining intimacy. Levitt the storyteller is immediately alluring, offering an inviting closeness in the whisper and croon of his honest lyrics.
On the latter, Levitt seems fond of tape saturation as well, pushing the cut's big drum beat into the red for a fuzzy tom sound. Here We Go Magic's Jennifer Turner joins him for "Into the Wire," which turns out to be lyrically more mundane, with Levitt singing about doing dishes, cleaning the bathroom and making the bed over a sparkling pop melody.
Cuts like the leadoff "Driving" and the six-minute paean to sustained adolescence, "Don't Grow Up," recall Grandaddy in their mutations of organic instrumentation.
Perhaps most out-there (or "fantasurreal," to use the new parlance) is "The Sympathetic CEO" which is sung from the point of view of an executive sitting on top of the world, though, it sounds like it comes from the bottom of the deep blue. Whatever, you want to call it, Setting Sun has made an album that's wonderfully weird.
When not on the road, Gary is at home in the studio where he records himself and other artists. His approach is in the spirit of "I'm gonna have fun in the studio and explore". Trumpet lines blare optimistic over a melancholy verse. String lines grace softly over pounding drums. This dichotomy is one of the elements making Levitt's music stand out from the lot, a sense of optimism beautifully cohabits with some serious melancholy. It sounds of drive, love, and enjoyment, even when it acknowledges dejection.
Gary produces, records and plays most of the instruments with help from friends Lawrence Roper (back vox), Erica Quitzow from Quitzow (strings, back vox) and Jen Turner from Here We Go Magic (bass back vox). Drawing upon a spectrum of emotions and sounds, the music of Setting Sun ranges from traditional rock instrumentation to exotic hallucinatory synth patches, strings, horns and lush orchestral sounds. Inspired by classic songs with contagious melodies, Gary's voice has been compared to David Bowie and Elliott Smith and his arrangements to Arcade Fire, MGMT and The Beatles. However, this man has his own set of pipes with an unmistakeable purity and directness. This record marks Setting Sun as a mainstay on the indie scene as Gary further carves a niche writing and producing another soaring batch of sweepingly beautiful indie pop songs.
venerdì 5 novembre 2010
pulse#148 - HouseShow: TOM GREENWOOD (Atp, Usa) di JackieOMotherfucker + Errnois - Ve 05.11.2010
Pulse#148
TOM GREENWOOD (Fire/Atp , USA)
[ Indie / Psichedelia / Folk ]
http://u-sound.blogspot.com/
http://www.myspace.com/jomf
http://www.cueartfoundation.org/tom-greenwood.html
+ Errnois (51beats, PD)
[ Indie / IDM / Shoegaze ]
http://it-it.facebook.com/marcello.spolverato
http://www.myspace.com/errnois
http://www.51beats.net/51bts021.html
Venerdì Ottobre, h.21 @ Via Tartini 4
Il protagonista di questo Pulse l'abbiamo già incontrato diverse volte, anche recentemente, con i suoi Jackie O'Motherfucker.
Anche qui l'occasione è notevole, sia per la location, dato che dopo anni ritorniamo in modalità houseshow in via Tartini 4/a, sia per l'unicità rispetto ai precedenti concerti targati JOMF, trattandosi di un set, come leggerete di seguito, che ha preso forma in vista di una particolare occasione proprio un paio di mesi dopo il suo tour italiano.
Tom Greenwood, conosciuto per essere il chitarrista e cantante, nonché fondatore dei Jackie-O Motherfucker ha appena presentato (maggio 2010, presso la Cue Art Foundation di New York) la sua prima mostra personale, curata dall'artista Chris Johanson.
Presenta ora una serie di performance soliste, ognuna delle quali uniche, costruite a partire sia da materiale inedito che di repertorio, da pezzi tradizionali e da improvvisazioni, utilizzando in un insieme organico chitarre, voce, effetti e turntable - come ai tempi dei primi Jackie'O.
Il tutto arricchito dalla proiezione prima del concerto del video "The Salem Singers", appositamente editato per la mostra, oltre che chiaramente da visual sulla performance musicale.
Nato nel 1966, figlio degli altipiani del Dakota, Tom Greenwood mostra presto grande inclinazione alla multimedialità. Salta da una scuola d'arte all'altra del freddo nord prima di ritrovarsi sulle strade di Minneapolis dove consegue la laurea in Media Arts.
Dopo aver trascorso la fine degli anni ottanta immerso nell'ambiente del rural rock, Greenwood decide di affondare nelle viscere del Lower East Side di Manhattan, dove entra in contatto con Thurston Moore, che lo incoraggia a proseguire il suo percorso musicale.
Dopo una serie di spiacevoli vicissitudini, Greenwood a metà degli anni novanta finisce a Portland, Oregon, dove tutt'ora risiede, e dà vita al "folle" progetto musicale che continua ancora oggi: Jackie-O Motherfucker.
JOMF è American Folk Music ma non solo: nel tempo, ha attraversato il jazz più d'avanguardia, al suono delle radici si è unita la costante necessità di andare oltre: il risultato è quanto di più psichedelico si possa ascoltare nel panorama musicale odierno; chitarre che suonano come sitar, percussioni, tape loops, xilofoni, sax, clarinetti, voci fino ad evolvere nel suono attuale, più "compatto" ed, in un certo, senso space rock.
Nel 2010 i numerosi progetti musicali - Jackie-O, The U SOUND series, i vari live show - si fondono con quelli visuali per fluire in milioni di inaspettate direzioni e percorrere sempre nuovi sentieri estetici accomuniati dalla passione per la psichedelia, la ripetizione ed il concetto di folk.
Link:
http://u-sound.blogspot.com/
http://www.myspace.com/jomf
http://www.cueartfoundation.org/tom-greenwood.html
Errnois
Errnois è dal 2008 il progetto solista electro-oriented di Marcello Spolverato, ventinovenne padovano ex bassista, ex dams, ex indie-rocker.
Il suo primo album, "The Winter Season", è stato pubblicato lo scorso dicembre dalla netlabel milanese 51beats.
Dentro c'è un po' di tutto: soundscapes malinconici, IDM, sfrigolii glitch, field recordings, carillon e l'indietronica virata al folk dei Mùm.
Buonissime le recensioni, non solo in Italia; la webzine "sentireascoltare" lo ha definito "un quasi capolavoro".
Nel corso del 2010 altri pezzi sono stati pubblicati dalla giapponese Crest Records, dall'islandese Bad Panda e dalla netlabel romana Inglorius Ocean.
Quelle cui Marcello dà vita sono atmosfere minimali e sognanti, istantanee decolorate e ideali colonne sonore che rimandano, pur con soluzioni del tutto personali, all'universo pastellato della Morr Music.
Link:
http://it-it.facebook.com/marcello.spolverato
http://www.myspace.com/errnois
http://www.51beats.net/51bts021.html
giovedì 4 novembre 2010
MIKE HUCKABY presents: SUN RA CLASSICS with RA.H + Magic Towers @ FLAT 4 nov 2010
http://www.myspace.com/mikehuckaby
giovedì 4 novembre @ Flat, via Einaudi 19, Mestre
Sun Ra Set re-edited and effected by Mike Huckaby (SYNTH Detroit) on Reel 2 Reel and Ra.H (Morphine Records) on Effects and Synths
Opening Act: MAGIC TOWERS
Un act esclusivo presentato solamente in 2 occasioni, una a Berlino in ottobre, e il 4 novembre al Flat di Mestre, organizzato dalla Morphine Records e SYNTH Detroit, in collaborazione con l'Associazione FLAT, Elefante Rosso e PULSE!
Mike Huckaby, uno dei pionieri della Detroit Deep House, solido DJ e produttore che dopo quasi 30 anni di attività continua a ricercare modi nuovi di esprimersi rimanendo ancorato alle radici, ed è proprio con il Reel2Reel che verranno rieditati classici di Sun Ra con degli inserti analogici ed effettistici di Ra.H, creando una sorta di continuità del messaggio cosmico del grande Maestro.
MIKE HUCKABY, direttamente da Detroit, la Betlemme della techno, è dj di fama mondiale con oltre quindici anni di attività alle spalle. Come produttore è l'uomo che fa uscire le tracce più deep della motor city. La sua conoscenza di techno, house e garage è immensa e, nonostante la sua figura pubblica sia defilata dai riflettori del glamour, immenso è il rispetto che gli porta la scena.
http://www.myspace.com/mikehuckaby
http://www.residentadvisor.net/dj/mikehuckaby
RA.H è il best kept secret della house italiana. Ma solo per gli italiani: due
giorni dopo la data al FLAT, per esempio, sarà a far ballare centinaia di persone al Panorama Bar di Berlino. La sua è una house super deep e lisergica, black music totale che fonde richiami old-school alle radiazioni cosmiche che vengono dal suo profondo amore per funk, soul, jazz, e tutte quelle musiche che liberano anima e corpo. Con la sua etichetta, Morphine Records, oltre alle sue produzioni (le ultime sono finite nelle topten di chiunque!), ha pubblicato il 12" che ha rilanciato un eroe scomparso della techno come Anthony 'Shake' Shakir.
http://www.myspace.com/rahisrah
http://www.residentadvisor.net/dj/ra.h
I due alchimisti riediteranno in tempo reale la musica del grande SUN RA, uno che se cerchi la voce "culto" nel dizionario ci trovi la sua foto. E' decisamente impossibile dare l'idea di chi sia Sun Ra in poche righe. Non basta dire che è un gigante in ambito jazz, che è l'originatore di tutta la filosofia ed estetica afrofuturista, che è stato tra i primi musicisti non accademici ad usare strumenti elettronici, che è stato psichedelico prima di qualsiasi ragazzo col caschetto, cosmico prima di qualsiasi hippie, che fu teletrasportato su Saturno già negli anni 30.
Come non basta linkare wikipedia. Pero' è un inizio.
http://en.wikipedia.org/wiki/Sun_Ra
Ad aprire saranno i MAGIC TOWERS, nuovo duo superminimale batteria elettronica-synth che si mormora essere l'ultima incarnazione di Ottaven, o forse era tal Canedicoda...
http://magictowers.bandcamp.com/
data in collaborazione con Associazione FLAT, ed Elefante Rosso
Un set unico ed irrepetibile, posti limitati, ingresso riservato ai soci FLAT.
Info: morphosis@morphinerecords.com circolo.flat@gmail.com bnlze@yahoo.it
lunedì 25 ottobre 2010
pulse#147: Natureboy (USA, Own Records) @ La Mela di Newton, 25 ott 2010
Pulse#147:
Natureboy (USA, Own Records)
Indie / Minimalista / Folk
http://www.myspace.com/nat
http://www.ownrecords.com
LUNEDI 25 OTTOBRE 2010, h.20,30
@ La Mela di Newton, via della paglia, 2, Padova
Immaginatevi una riot grrrl con quasi tutte le spine staccate e la furia ridotta ad una fiera, suadente inquietudine,e in più l'aura evocativa come potrebbe una nipotina stranita di Nico e Siouxsie Sioux, ma anche il sentore sciropposo di chi ha appena finito di rotolarsi nella collezione di vinili dei Mazzy Star.
Lei è Natureboy, il progetto cantautoriale di Sara Kermanshahi, americana di nascita, ma se vi soffermate sui suoi be...i lineamenti, riprodotti in tutta naturalezza sulla copertina del disco, si possono facilmente intuire le sue origini iraniane. La musica mette alla luce la sua grande profondità di scrittura che imbarazzerebbe suoi colleghi ben più quotati. Un cantautorato sospeso nell’aria che levita verso il dream pop più intimista. Prima di tutto viene la sua chitarra che ricama ottimamente come ad esempio nella iniziale Curses Fired, ma attorno un ottimo arragiamento fatto di synth, tape e loops e una dosatissima batteria. Con l'andare del tempo filtra però la sensazione di una confessione da cameretta, adattata su pose a volte dylaniane ("Pariah"), riproposte anche in un'aura maudit che ricorda i Black Rebel Motorcycle Club ("Bad Dream", sarà anche per la somiglianza di timbro).
Ogni canzone è una fetta di agrodolce nostalgia, cucita con eterea eleganza su Sara, grazie alla sua voce talmente singolare e bella, e la strumentazione d’atmosfera della sua band di supporto (Cedar Apffel e Rory O’Conner) .
giovedì 30 settembre 2010
pulse#146: L'OCELLE MARE (Souterrains-refuges, FR) @ La Mela di Newton, Gio 30 sett 2010
Pulse#146:
L'OCELLE MARE (Souterrains-refuges, FR)
experimentrascendental guitar folk acustico
http://www.myspace.com/ocellemare
GIOVEDI 30 settembre, h.20,45 @ La Mela di Newton, via della Paglia 2, Padova
Si ritorna e si ricomincia dalla Mela, con un set solista per chitarra e altro dalle sonorità molto particolari.
Il progetto si chiama L'Ocelle Mare, arriva dalla prolifica scena di Bordeaux, e dietro questo pseudonimo si nasconde Thomas Bonvalet, metà esatta e chitarra dell'ormai purtroppo estinto duo Cheval De Frise (l'altro membro, Vincent Beysselance, si occupava della batteria, ora invece si è dedicato al violoncello con L'Ecuyère).
Thomas già all'epoca utilizzava nei tutt'altro che quieti set dei Cheval de Frise una chitarra classica amplificata, conferendo un timbro bizzarro e personale alla sonorità del duo.
Ora la chitarra, acustica o classica (o addirittura un banjo talvolta), virtuosamente suonata seppure in modo assolutamente non convenzionale, resta centrale nel suo live, come nella sua produzione discografica: una propaggine viva del suo corpo, impreziosita dall'utilizzo di numerosi espedienti acustici per ampliarne la gamma sonora e timbrica, nonchè di armonica a bocca e talvolta la sua stessa voce. Ne risultano brani (o frammenti) tesi ed emozionanti, melodie frenetiche ed immobili allo stesso tempo, ricche di richiami arabeschi e gitani, in grado di riecheggiare tanto le atmosfere intime e malinconiche proprie di John Fahey o David Grubbs quanto certe produzioni di Derek Bailey o Six Organs of Admittance.
Un concerto dalla forte carica emotivo/espressiva da gustarsi in devoto e rispettoso silenzio.
Per chiudere vi rimando alle parole di Federico (Madcap/Father Murphy) principale fautore della discesa in Italia de L'Ocelle Mare:
"L'Ocelle Mare è il progetto solista di Thomas Bonvalet, chitarrista dei disciolti Cheval de Frise. Regolarmente in tour con i suoi amici Deerhoof (Kill Rock Stars), Gorge Trio (Skin Graft), Radikal Satan (Potagers Nature) e Chevreuil (Ruminance) Thomas è un musicista raro. Visto ad aprile all'opera al SONIC CITY festival insieme a Deerhoof, Father Murphy e altri, ha testimoniato uno stato di grazia incredibile! La sua performance è un equilibrio assoluto tra repentini colpi di diapason ad un malandato ginocchio da cui scaturiscono feedback che hanno come contraltare una chitarra acustica suonata in modo personalissimo, una sorta di cornamusa e altri produttori di suono vari... Ipnotico e ritmato, uno dei migliori live a cui ho assistito negli ultimi anni."
mercoledì 1 settembre 2010
pulse#144&145 at CIRCUITO OFF: TUSSLE, PUBLICIST, ANDRES BUCCI... 2/3 settembre, Lido di Venezia
Con riprovevole ancorchè tipico ritardo eccovi un piccolo promemoria di quanto viene ad accadere in quel di Venezia in questi dì festivalieri.
Per l'edizione 2010 del festival di cortometraggi Circuito Off, Pulse collabora in trasferta, apportando parte dei contributi musicali nella sezione Party sulla Spiaggia al Lido con Ingresso Gratuito.
I party partono stasera, con violenza, mettendo in campo la crew del White Trash Fast Food, main act indiscusso quello di Peaches, ma le fasi di preriscaldamento e sfogo prevedono altri live e dj set (Mojomatics, Bug Girl, Adam Bomb, Anita Drink)
Fatevene un'idea e una ragione qui.
Il picco della proposta live pulsistica arriva domani sera, giovedì 2 settembre, con l'unica data del tour europeo dei San Franciscoani Tussle (Smalltown Supersound) e del progetto solista del batterista dei Trans Am, Sebastian Thomson aka Publicist, il tutto immerso nella selezione musicale dell'ottimo Monti.
Si procede poi con venerdì 3 settembre, in cui il cileno Andrés Bucci proporrà il suo live set, a seguire dj set di Blondie equal Stupid.
Sotto trovate coordinate dettagliate.
Per il denso programma pomeridiano e serale di cortometraggi presenti al festival, andate su http://www.circuitooff.com/ e navigate la sezione programma: le visioni sono sparpagliate per il centro di Venezia, il pomeriggio all'auditorium Santa Margherita, quelle serali nel cortile dell'Università Cà Foscari.
Se siete a Venezia ci si vede lì.
Il "Lì" delle serate danzanti è il Blue Moon Beach Bar - spiaggia Blue Moon, qui in mappa.
Pulse#143
TUSSLE (Smalltown Supersound, USA)
+
PUBLICIST (Touching Music/Gomma, USA)
+ Monti (Abusers) Dj Set
Giovedì 02 settembre 2010, @ Circuito Off
c/o Blue Moon Beach (Lido di Venezia), h.23
In occasione di Circuito Off 2010 Pulse spinge il suo nomadismo fino al Lido di Venezia, costringendo all'unico scalo italiano
il tour europeo di Tussle e Publicist, due set dalle percussioni pneumatiche, che ogni subwoofer freme all'idea di poter amplificare.
Tussle
Disco-not-disco supercrew. Nati dall'attiva scena underground del distretto Missiondi San Francisco, i Tussle per qualche tempo hanno fatto scalpore con la loro combinazione unica di ritmi dance, linee di basso elastiche e texture metalliche, trasfigurate dalla sperimentazione elettronica.
Il loro ultimo album "Cream Cuts" (inaspettatamente mixato dal sound engineer di Devendra Banhart, Thom Monahan), è tutto fatto di groove che crescono organici dentro l'ascoltatore: i Tussle scatenano i loro strumenti in una meraviglia ballabile, frenetica e per tutti, e lo fanno senza l'aiuto di un intero dipartimento informatico!
I sempre difficili critici di "Pitchfork" hanno salutato il gruppo come uno tra i 5 migliori da tenere d'occhio dall'anno prossimo.
Il loro tour in Giappone li ha visti fare da spalla ai Boredoms, mentre negli Stati Uniti hanno girato in tour con gli Hot Chips e gli Yacht.
Durante i concerti a San Francisco e New York, hanno diviso il palco con un
cast internazionale. Tra gli artisti con cui hanno lavorato, figurano Mu, Deerhof, Yeah Yeah Yeahs, Ariel Pink, Add N To (X) per citarne alcuni.
Liquid Liquid meet !!!.
http://www.myspace.com/tusslers
http://www.tussle.org/
http://www.smalltownsupersound.com
Publicist
Publicist è il progetto solista "drums+electronics" di Sebastian Thomson,
batterista dei Trans Am e Weird War.
Come lo stesso Sebastian dice: "Publicist è il mio modo di mostrare alle persone come vorrei sentire la musica dance ad una festa. Con qualche linea di basso con dei buoni synth e batteria dal vivo. Cosa potrebbe esserci di meglio?"
In verità, nulla, e infatti tutto si trasforma subito in un dance party istantaneo.
I Kraftwerk incontrano i Funkadelic!
http://www.myspace.com/thenameispublicist
http://www.myspace.com/transbandspace
http://www.transband.com
Pulse#144
Andres Bucci (Cynosure /Traum, RCH)
+
BLONDIE EQUAL STUPID (TiskoTansi)
Venerdì 03 settembre 2010, @ Circuito Off
c/o Blue Moon Beach (Lido di Venezia), h. 23, ingresso gratuito
Andrés Bucci
L'artista cileno Andrés Bucci inizia a produrre musica mentre è a Berlino.
Continua a lavorare come solista sotto lo pseudonimo di Chord e come membro dei Plan V, suonando con regolarità in Cile e Argentina.
L'etichetta di Martin Schopf (alias Dandy Jack) Ruta 5 lo invita a partecipare
al progetto "Austral": una compilation che include Atom Heart, Ricardo Villalobos,
Luciano e Daniel Nieto.
Nel 2002 incontra Kate Simko a Santiago e il duo ben presto fa uscire l'album "Shapes of Summer" per l'etichetta tedesca Traum.
Nel 2004 il duo Detalles si esibisce al MUTEK.CL e Bucci viene invitato al MUTEK di Montreal nel 2005 e nel 2007. Il set del 2005 riceve eccellenti critiche, quello è il momento in cui Bucci inizia i tour in paesi diversi suonando
in festival come il Synch (Atene) e molti club in giro per l'Europa ed il Giappone.
Nel 2006 l'etichetta Cynosure fa uscire il suo "Don Julio's Converseria" EP e nel 2007 la Kupei Musika di Seattle lancia il secondo album di Detalles "Micros Morning" e un progetto solista di 12 minuti chiamato "Chocopanda" con un remix di Dandy Jack.
Nel 2008 l'etichetta Horizontal del produttore cileno Dinky lancia l'EP "Avec Style". Attualmente Bucci lavora a Santiago e Berlino al suo prossimo EP.
http://www.myspace.com/andresbucci
Blondie Equal Stupid
A Blondie Equal Stupid di certo piace la techno classica, la coerenza detroitiana e il rigore formale della minimal teutonica, il tutto declinato secondo la sua nota estetica asciutta.
Il rispetto per la forma non lo distoglie comunque dalla ricerca fondante che lo spinge a comporre insieme elementi espressivi, ovvero quella del (com)muovere chi ascolta suscitandone le emozioni con diretta delicatezza.
Eroi: Thomas Schumacher, James Holden, la Kompakt tutta... Die Brutal Tanz!
lunedì 7 giugno 2010
CODA SSF: the RUBY SUNS (SUB POP, NZ) recuperano la data ai Giardini Sospesi
ANZI NO!
LUNEDI 7 GIUGNO @ GIARDINI SOSPESI via Marghera 44, PADOVA
h. 21.00 puntuali.....
coda fuori programma del SSF10, dopo la sfortunata evenienza del ritardo dell'aereo di ieri sera dei RUBY SUNS abbiamo rapidamente improvvisato il recupero della data ai Giardini Sospesi, venite puntuali che per le 11 dev'esser tutto finito!!!
(i vicini son vicini ovunque)
ingresso trascurabile, con tessera arci (2 euro per chi già non l'avesse!!!)
The Ruby Suns (NZ, Sub Pop)
La band neozelandese del non più californiano Ryan McPhun ci era sgusciata tra le mani nel 2008 quando di spalla ai Dodos i Ruby Suns furono rimpiazzati all'ultimo. Il momento per chiudere la partita arriva inaspettato nel delirio di questo festival espresso: vederli spuntare al Primavera e trascinarli qui è stato tutt'uno. Al SSF10 approda (con disco fresco di stampa, Fight Softly) la band che ha battuto sul tempo Vampire Weeekend, Neon Indian e Yeasayer ciascuna sul proprio terreno, traghettando il surf pop in un'estetica mondo-centrica disseminata su continenti ed oceani differenti. Chiudon loro dunque, e non può che aprirsi l'estate: al mattino calypso e cori in falsetto con i Ragazzi in Spiaggia, animazione pomeridiana con laboratori a scelta tra tempi dispari caramellati, ritmi afro polinesiani e composizione di corone di fiori tropicali. Prima di cena tutti allo zoo a salutare l'Orso Panda e gli altri Animali Collettivamente, post cena passeggiata a guardare il sole che si tuffa nel pacifico, esercitandosi ad essere felici anche nei tre secondi di silenzio tra due ritornelli mai uguali. "Kenya dig it?"
Web
http://www.myspace.com/
http://www.subpop.com/artists/
Ascolti
The Ruby Suns Memphis Industries 2006
Sea Lion Sub Pop Records 2008
Fight Softly Sub Pop Records 2010
Les lutins patates de l'espace (FR/Hell i Vicious Vice)
Ultima conferma nella line up festivaliera, questo duo francese visto nel giardino di Bob Corn un paio di domeniche fa, ha assolutamente convinto per capacità e simpatia. Attivi da 5 anni a Grenoble Maxime e Frederic, rispettivamente chitarra+elettronica e batteria, portano sul palco un live fantasioso come come il loro nome, accompagnato da proiezioni in quest'occasione.
Art rock? Post rock? Experimental? poco importa, i due danno libero sfogo alle proprie visioni musicali appoggiandosi a ottime doti improvvisative e ad una fisicità coinvolgente.
Condivisori di palchi di 65 days of static, Neptune, La Cellule d'Intervention Metamkine, The Ex, The Young Gods...
Web
http://www.patateland.com/
http://www.myspace.com/
Ascolti
Kill Me When I'm Dead Hell Vice i Vicious Records 2010
lunedì 31 maggio 2010
Summer Student Festival 2010 - Domenica 6 Giugno: THE RUBY SANS (NZ, Sub Pop) + LES LUTINS PATATES DE L'ESPACE (FR/Hell i Vicious Vice)
The Ruby Suns (NZ, Sub Pop)
La band neozelandese del non più californiano Ryan McPhun ci era sgusciata tra le mani nel 2008 quando di spalla ai Dodos i Ruby Suns furono rimpiazzati all'ultimo. Il momento per chiudere la partita arriva inaspettato nel delirio di questo festival espresso: vederli spuntare al Primavera e trascinarli qui è stato tutt'uno. Al SSF10 approda (con disco fresco di stampa, Fight Softly) la band che ha battuto sul tempo Vampire Weeekend, Neon Indian e Yeasayer ciascuna sul proprio terreno, traghettando il surf pop in un'estetica mondo-centrica disseminata su continenti ed oceani differenti. Chiudon loro dunque, e non può che aprirsi l'estate: al mattino calypso e cori in falsetto con i Ragazzi in Spiaggia, animazione pomeridiana con laboratori a scelta tra tempi dispari caramellati, ritmi afro polinesiani e composizione di corone di fiori tropicali. Prima di cena tutti allo zoo a salutare l'Orso Panda e gli altri Animali Collettivamente, post cena passeggiata a guardare il sole che si tuffa nel pacifico, esercitandosi ad essere felici anche nei tre secondi di silenzio tra due ritornelli mai uguali. "Kenya dig it?"
Web
http://www.myspace.com/
http://www.subpop.com/artists/
Ascolti
The Ruby Suns Memphis Industries 2006
Sea Lion Sub Pop Records 2008
Fight Softly Sub Pop Records 2010
Les lutins patates de l'espace (FR/Hell i Vicious Vice)
Ultima conferma nella line up festivaliera, questo duo francese visto nel giardino di Bob Corn un paio di domeniche fa, ha assolutamente convinto per capacità e simpatia. Attivi da 5 anni a Grenoble Maxime e Frederic, rispettivamente chitarra+elettronica e batteria, portano sul palco un live fantasioso come come il loro nome, accompagnato da proiezioni in quest'occasione.
Art rock? Post rock? Experimental? poco importa, i due danno libero sfogo alle proprie visioni musicali appoggiandosi a ottime doti improvvisative e ad una fisicità coinvolgente.
Condivisori di palchi di 65 days of static, Neptune, La Cellule d'Intervention Metamkine, The Ex, The Young Gods...
Web
http://www.patateland.com/
http://www.myspace.com/
Ascolti
Kill Me When I'm Dead Hell Vice i Vicious Records 2010
venerdì 28 maggio 2010
Do you know this guy?
I hope you are well. I just wondered whether you know a guy named Rabih Beaini. He releases great music on the Morphine label and I know he lives in Venice. Perhaps he would like to come along.
Thanks,
Sam
giovedì 27 maggio 2010
Summer Student Festival 2010 - Sabato 5 Giugno: REDWORMSFARM (Infecta) + WORA WORA WASHINGTON (Shyrec)
REDWORMSFARM (Infecta)
www.myspace.com/halleynation www.halleynation.com
Viviamo in un paese in cui i Redwormsfarm hanno ancora bisogno di una presentazione. Lo affidassimo per qualche minuto alla macchina di potenza dei tre euganei, lo ritroveremmo certo ammaccato dai colpi del Gorilla Matteo, lancinato dalle voci e dalle chitarre postpunk del Cane Pierre e del Serpente Marco, ma ci staremmo più comodi e a nostro agio. I supereroi contro le ingiustizie abitano sotto casa, e da una decina d'anni rappresentano il meglio dello spirito da basement, fiero di ciò che è e di ciò che ha, ovvero energia, metodo, portamento e materialismo: un EP liberato in questi giorni fa da prologo al prossimo, attesissimo album di cui è lecito sperare in qualche anticipazione live.
+ WORA WORA WASHINGTON (Shyrec)
www.myspace.com/woraworawashington
Chi l'ha detto che il post-punk è una moda passeggera che viene e va? Forse chi ha sempre ascoltato gruppi di second'ordine più attenti alla forma che alla sostanza. I Wora Wora Washington hanno dimostrato dove serve, sui palchi, di essere un gruppo post-punk che esce dai clichè, sa scrivere canzoni e come si dice in gergo "spacca i culi". Incidono per la nostrana Shyrec e grazie ad una buona promozione e ai loro live al calor bianco hanno conquistato spazi nei maggiori festival della penisola, da Italia Wave al Tagofest, al Miami. Per il loro concerto "di casa" del SSF promettono un set incandescente.
lunedì 24 maggio 2010
Summer Student Festival 2010 - Venerdì 4 Giugno LUKE ABBOTT (UK, Border Community) + Fauve! gegen a Rhino @ Golena San Massimo, Padova:
LUKE ABBOTT (UK, Border Community)
lukeabbottmusic.blogspot.com/ www.myspace.com/lukeabbottmusic
D: Ciao James! Volevamo portare al SSF10 un live set bomba della tua Border Community, suggerimenti?
R: Due possibilità. La prima è: se avete i soldi fate Nathan Fake.
D: Ehm… l’altra?
R: Allora Luke Abbott, è il vostro uomo: arpeggio krauto, melodia scintillante e beat cinematematico quanto basta.
Detto fatto: al SSF10 sbarca la seconda linea della Border Community, etichetta faro del dancefloor ragionato, capeggiata dal James Holden di cui sopra.
Ennesimo talento diasporizzato dall’infausto naufragio della Output Recordings a metà decennio, Luke Abbott da Norfolk ha fortunatamente trovato approdo discografico sicuro tra le rilassanti colline e i simpatici mulini a vento disegnati a mano della Border Community, paesaggio in cui si è totalmente integrato centellinando uscite personalissime ma sempre in linea con il sound dell’etichetta.
Due anni fa usciva Tuesday EP, 6 brani, una gemma di 22 minuti, e su tutti luccicava l’estatica Melody120.
A fine 2009 arrivano altri 24 minuti di visioni orbitali post Aphexiane, il titolo è Whitebox Stereo e questa volta le tracce paiono più scure e dissonanti per ricomporsi poi in infallibile logica melodica lungo la timeline.
+ FAUVE! GEGEN A RHINO
www.myspace.com/fauveisaband
Avere vent’anni, stare a Firenze, fare la propria cosa sapendo che nessun altro dalle tue parti la fa. Darsi un nome sassone, composto, bestiale e orientarsi verso il mondo: Fauve! gegen a Rhino sono il qui e ora, le otto tracce del loro nuovo demo “Geben” evocano colori in namedropping (per gli interessati, le influenze sono squadernate sullo space, e sono tutte quelle che potete immaginare nel 2010).
Une fauve: c’est née! debutta in società facendo pulizia del superfluo, risuonando folktronica di pecore elettriche. Carol introduce elementi che tarzaneggiano fra le liane avulse della parola, della chitarra, del noise e della variabile inconsulta. Finisterrae non è la fine del mondo, c’è ancora lugubre attesa in apparente stasi che è decisione sul da farsi prima di macroesplodere dallo spleen oceanico. Agorà è spazio aperto, lo dice la parola stessa: un martello analogico che inchioda alla parete il presupposto Battles di certa elettronica Rechenzentrum, storpiata dal replay in loop. A history, an angel: vento e sintesi sperimentale facile, procedono le chitarre prima roche poi in disarmo sopra un modesto bit economico, indi di nuovo tese nel garage. Buskash langue al funerale che dimentica il generatore acceso e una scarica di effetto-telefono in glitch si addensa sul turbine di chitarre malate. Interlude (flaneur… piano) comincia sempre alla stessa maniera col reverbero digitale, stasi krauta di valvole e pianoforte richter in una stazione spaziale, Uilab che impazziscono. Parousia il brano migliore, scheggia di primi anni duemila islandofili e Morr, comincia a vivere dopo 1′20″, subentrano strumenti e sui due minuti si costruisce il frullato che monta tra convulsioni acide e cardiologia IDM, campioni, ipnagogia lo-fi e spleen Animal Collective presto dilaniato dalle motoseghe grindy, la pazza canta la sua ninna nanna quando il bombardamento svanisce e volteggiano elicotteri, undici minuti di trip che si rigonfia di bassline sporgente e arpeggi grevi che spazzolano i minuti e fanno un deserto calpestato da una sola, finale ambulanza. Fossero canadesi arriverebbero d’importazione e tutti giù a farne un culto, scommettiamo?
Courtesy of ItalianEmbassy