giovedì 18 dicembre 2008

venerdì 12 dicembre 2008

Pulse#104: Sylvain Chauveau @ Teatro Ruzante, Padova - Ven 12 Dicembre

A.S.U. presenta:

pulse#104

Sylvain Chauveau

( Type/Fat Cat - Fra )


classica contemporanea, elettroacustica, ambient sperimentale
, minimalismo pianistico,

www.sylvainchauveau.net www.myspace.com/atkinsonchauveau


VENERDI 12 Dicembre, ore 22
Teatro Ruzante
Riviera Tito Livio , Padova

Dopo aver attraccato l'astronave multicolor di YACHT e consorte alla ziggurat dello StalkeR*eloaded ed archiviato il suo set per powerpoint supersonici, passiamo a rilevare sul radar il prossimo oggetto non identificato, proveniente da tutt'altra galassia.

Questo ulteriore alieno (l'ultimo per il 2008 pulse!) è uno dei personaggi più timidi e stimati della scena contemporanea europea, e sarà impegnato domani al teatro Ruzante in un set per pianoforte, voce e laptop.

Partito da esperienze (post?)rock, e scopertosi visceralmente innamorato degli immortali Debussy, Ravel e Satie, (il ragazzo è pure patriottico a suo modo) reinterpretato con sensibilità sperimentale e con una interiorizzata coscienza della lezione di altri connazionali illustri quali Pierre Schaeffer e Pierre Henry, i pionieri della musica elettroacustica negli studi della RTF, il percorso artistico di Sylvain Chauveau è unico e coerente, mai scontato.
Le seguenti linee guida (wikipedia) ci dicono qualcosa di più di questo compositore che nonostante l'uso disinvolto di strumenti di matrice classica (archi, fiati, piano ), spesso incasellato nel ruolo di autore di musica elettronica, continua orgogliosamente a definirsi un musicista rock (ce ne fossero...)

* to stay as close as possible to the abstract beauty of 'silence';
* to make sure that each sound committed is absolutely necessary
* to find his own roots within his cultural and personal history.

ed in effetti è difficile ascoltare qualcosa di più umano e personale del materiale prodotto nel corso degli anni da Chauveau per etichette di culto quali le inglesi Fat Cat, Type e la francese Les Disques du Soleil et de l'Acier, tutti dischi eligibili a colonne sonore esistenziali di momenti intensi della vita di ciascuno di noi (e poi i titoli, sempre assoluti: Le Livre Noir du Capitalisme, Nocturne Impalpable, Un Autre Décembre, Nuage...)
A riprova della sua estrazione rock e scura Chauveau, nel 2005 tira fuori inaspettato, ma nemmeno troppo, un album di cover dei Depeche Mode in modalità acustica, una dichiarazione di amore ed un vero gioiello, in cui Sylvain oltre a confermarsi interprete delicato al piano e sapiente arrangiatore, si scopre voce appassionata ed emozionante.
Un assaggio
qui

Detto ciò, prima di lasciarvi alle solite recensioni, un link di conforto (respect,
discarica emozionale!) e, con l'ottica di trovare un buon motivo per un'ulteriore newsletter pre-2009, un augurio che dopo queste giornate di pioggia (maledetta!) cominci, appunto, un altro dicembre.
A domani dunque!


Audio/Video

sul sito alla pagina Mp3 è disponibile un brano in ascolto per ogni sua uscita discografica.
il myspace nel mio browser qui non carica il player... uff
ma qui ci sono quelli dei vari progetti paralleli di Sylvain, ON ed ARCA

http://it.youtube.com/watch?v=oLqM_69nurA&feature=PlayList&p=571608D68EF3D07C&index=0&playnext=1
http://it.youtube.com/watch?v=YZlEX-Qn7JE



Recensioni
Il francese Sylvain Chauveau può essere annoverato tra le figure più interessanti e prolifiche della nuova scena maudit francese. Un talento originale, irrigato dall'amore incondizionato per i compositori Debussy e Ravel, e per l'opera dell'esistenzialista Camus. Tradizione classica e ricerca sperimentale rappresentano un continuum filologico i cui esiti stilistici hanno lusingato e affascinato nei diversi progetti di gruppo Watermelon Club, Micro:mega e Arca. Con Le Livre Noir Du Capitalisme - uscito nel 2000, ora ristampato dalla Disques Du Soleil et de l'Acier - Chauveau dà seguito ad una personale ricognizione introspettiva, una discesa ipnagogica nel mare magnum dell'incoscio.

Il mirabile prodotto euristico è tutto qui, in queste tredici perle fulgide del simbolismo più arcano, di poetica agnizione. Bozzetti cameristici in bianco e nero dipinti da violini lemuri e da ricamate visioni elettroniche retrò, lasciano le orme ai solipsismi stranianti delle note di pianoforte; tra pathos e requiem di obnubilante bellezza, gli intarsi di samplers metropolinati e agresti contribuiscono a ricreare movimenti vividi, dall'impatto fortemente cinematografico, vedi l'iniziale incipit di Et peu à les flots... e l'elegiaca JLG tributo solenne a Jean-Luc Godard. Le composizioni del giovane di Toulouse rimandano inequivocabilmente alle cosmogonie artistiche di referenti assoluti come Satie, Cage, Yann Tiersen, e perché no, alle medievali raffigurazioni dei Dead Can Dance di Within The Realm of a Dying Sun. Un'opera incantevole e raffinata, che sa schiudere, all'ascoltatore in grado di abbandonarsi alle sue catartiche spirali crepuscolari, inestimabili percezioni visivo-uditive. Capolavoro d'altri tempi. (9.0/10)
http://www.sentireascoltare.com




Attraverso variazioni compositive quasi impercettibili, Chauveau riesce a fornire molteplici sfaccettature della sua sensibilità artistica, dimostrando di trovarsi a proprio agio tanto con semplici pièce pianistiche ridotte veramente all'osso, quanto lavorando sui brani in maniera incrementale, a partire da spoglie intelaiature armoniche, sulle quali vengono inseriti gli archi a fare da raccordo. Esempi evidenti della prima modalità espressiva sono riscontrabili nelle due brevissime schegge "Symptôme N°2" e "Symptôme N°1", entrambe al di sotto del minuto di durata eppure perfettamente compiute, mentre molteplici illustrazioni della seconda sono sparse attraverso tutte le diciannove tracce comprese in questo lavoro, lungo il quale gli archi enfatizzano la fragilità della sovente iterazione di poche note di pianoforte, completandone l'intensità romantica e dando luogo anche ad alcune composizioni più articolate, quali "Fly Like A Horse" e "Vers Les Montagnes", nella quale ultima assumono anzi preponderanza esclusiva, disegnando cupe volute cameristiche da far trattenere il respiro.
http://www.ondarock.it













Intervista

La tua musica ha radici profonde che derivano dalla classica: Debussy, Ravel e Satie, ma anche nella “musique concrète” o nella scuola elettro-acustica di Pier Henry e Luc Ferrari. Allo stesso tempo ti fa piacere se il tuo suono viene qualificato come post rock. Mi dai una mano a mettere in ordine le idee?

Si ci sono un sacco di riferimenti a tutti gli artisti che hai citato, ma io provengo dal rock, questo è il tipo di musica con cui ho iniziato quando ho cominciato a suonare, in verità molto tardi a 19/20 anni. Comunque dopo essermi cimentato a cantare e a suonare la chitarra ho voluto sperimentare dell’altro perché volevo smettere di ripetere le stesse cose dei gruppi inglesi o americani che mi piacevano. Allora mi sono detto, il massimo che posso dare in quest’ambito è esattamente quello che sto facendo, perciò devo trovare qualcosa di diverso.

‘Ok sono francese, ho questo accento francese ed ho anche un altro background culturale da cui posso tirar fuori qualche idea’. Questo è il motivo per cui ho guardato alla musica del mio paese, e mi sono chiesto cos’è la musica francese? Mi sono venuti in mente questi nomi, famosi compositori di musica classica come Debussy, Ravel, Satie, Fouret. Ho pensato che potevo prendere gli strumenti che loro usano, come piano e archi, e magari potevo fare qualcosa mescolando questi al rock. Per cui si, credo che la mia musica sia rock, ma sono l’unico a saperlo perché in verità non suona come tale, bensì molto tranquilla, musica da camera. Se però ascolti attentamente si tratta di strutture che derivano dal rock, melodie semplici, ripetizioni …

Quindi ciò che è fondamentale per te è l’attitudine?

Non intendo esattamente questo, quello che è veramente importante per me è la musica, ma dovevo trovare qualcosa di diverso, un’idea. Per me è un modo per inventare qualcosa, ovviamente non si tratta di musica nuova, in verità è musica di un altro secolo addirittura, ma il modo in cui la compongo deriva dal rock, la filosofia del “do-it-yourself”, del punk rock, ecco per me si può parlare di punk rock!

“Down to the bone” è un album di musica da camera in cui rifai dei pezzi dei Depeche Mode. Hai ricevuto qualche commento da parte di Dave Gahan?

Dave Gahan, non ha mai ascoltato l’album, e nessun’altro della band l’ha fatto. Lo so per certo perché ho incontrato Daniel Miller il boss della Mute Records, a cui qualcuno aveva dato il mio disco e lui l’aveva ascoltato, così quando abbiamo avuto occasione di parlarne mi disse che gli era piaciuto molto. Mi confidò però anche che nessuno della band l’aveva voluto ascoltare e ho capito che questa era l’ultima cosa al mondo che avrebbero voluto, perché ci sono così tante cover dei Depeche Mode che spuntano ogni settimana in tutto il mondo, ed è pazzesco perché loro stanno suonando ancora queste canzoni da 25 anni, per cui quando tornano a casa non hanno nessuna voglia di ascoltare altri album che rifanno i loro pezzi.

Ti sei divertito però a fare quell’album?

Beh posso dire che ora è molto divertente eseguire questi pezzi live, mi piace suonarle di fronte ad un pubblico, cantare con lo stream player e il piano, questo è molto bello. Ma lavorare sul disco e registrarlo è stato veramente pesante, un incubo.

Mi ci sono voluti 8 anni, tempo per trovare gli strumenti adatti, gli arrangiamenti migliori, dei buoni musicisti, l’etichetta e ovviamente i soldi per registrarlo. Per cui è stato un lavoro terribilmente lungo. Inoltre è difficile cantare in studio, perché devi essere perfetto per registrare, ho impiegato ore e ore sempre sulla stessa canzone. E’ stato pesante, ma quando sono davanti ad un pubblico mi lascio andare e cerco solo di divertirmi anch’io.

Il tuo ultimo album “Nuage” raccoglie due colonne sonore che hai creato per il cinema. Me ne parli un po’? Ad esempio, hai visto il film prima di iniziare a comporre?

Si Nuage era la colonna sonora per un film dal medesimo titolo il cui regista è il francese Sebastien Betbeder. Ho lavorato con lui per tutto il tempo, ho creato la musica per quasi tutti i suoi film per cui conosco molto bene i suoi lavori e lui la mia musica. Il lavoro sulle musiche è cominciato prima che il film cominciasse ad essere girato, abbiamo prima chiarito l’ambientazione e poi insieme ci abbiamo lavorato da subito.

C’è addirittura una scena in cui io compaio e suono la chitarra in un live …

E com’è andata?

Mah, per me è stato terribile e credo che siano state eliminate molte parti delle riprese perché erano veramente pessime, io non dovevo dire assolutamente nulla, ma anche solo il modo di guardare in camera era tremendo, credevo di non farcela mai. Comunque abbiamo lavorato molto bene insieme anche perché il regista ,Sebastien, è appassionato di musica e sa bene quello che vuole e ciò che invece non gli piace, per cui è stato un procedere fianco a fianco sulla musica e spero che questa collaborazione prosegua ancora nel tempo.

Quando sei arrivato alla Fat Cat? E ti va di raccontarmi della terribile esperienza alla DSA?

Sono arrivato alla Fat Cat, semplicemente mandando loro una demo come chiunque altro, è stato tanto tempo fa, avevo appena fatto un album e l’etichetta non mi stava pagando, purtroppo questa è una storia che capita spesso, così mi guardavo intorno per cercarne una nuova per il secondo album.

Ho contattato credo 10 etichette ma Fat Cat mi rispose dopo circa 3 mesi dicendomi che per loro era ok e che erano favorevoli a realizzare un disco insieme. Ad ogni modo prima di loro io ero ancora registrato su un’altra etichetta, la DSA, e l’ultimo mio album stava per uscire lì, allora resi subito chiaro il fatto che nonostante ciò io volevo registrare ugualmente un album per Fat Cat.

Mi decisi a fare una sorta di Ep dal titolo “Un Autre Décembre” che uscì nel 2003, restando comunque ancora sotto contratto anche con DSA, io ho pensato ‘bene è una buona etichetta’, in realtà dopo pochi anni hanno smesso di pagarmi e quando uscì quell’album di cover dei Depeche Mode che vendette 9.000 o 10.000 copie, io non vidi un soldo e nemmeno ci conto più. Mi hanno dato 200 euro da poco, ma non c’è niente da fare è incredibile.

Ma si trattava di un’etichetta giovane? Non che questo giustifichi tale comportamento, ma magari può essere significativo in termini di serietà e affidabilità …

No, l’etichetta non era giovane, la DSA ha più di 25 anni … ho realizzato poi che avrebbero fatto lo stesso con chiunque altro. A meno che tu non lo sappia da prima. E’ pazzesco, non immagini il numero di case discografiche che non pagano i loro artisti, sono tante, anche le più grandi. Ho conosciuto molti musicisti che escono per loro e che mi hanno detto, sanno perfettamente che non verranno mai pagati per le vendite … per cui ‘benvenuto nel club mi dico’ …

Hai mai sentito parlare della youtube orchestra? Un’orchestra i cui musicisti vengono reclutati da tutto il mondo solamente attraverso dei video su youtube. Cosa ne pensi?

Sono molto attratto da youtube, ma non sapevo nulla di questa storia, anzi grazie, wow potrebbero anche creare una sorta di orchestra di persone che suonano in luoghi separati e allo stesso tempo puoi sentire ciascuno suonare in modo indipendente. Mi piace certa musica che trovo su youtube, a volte ci sono delle cose incredibili, ad esempio hai mai sentito di questo tizio Jerry Philips, lui crea musica solamente con le mani facendo pressione l’un l’altra. Ma ce ne sono moltissimi altri sul genere che mi fanno impazzire.

Io ho in mente ora di un tizio, tale monssieur trompette che suona qualsiasi melodia attraverso i claxon che ha appesi su tutto il corpo …

Si si l’ho visto incredibile, è una sorta di virtuoso del claxon … un’altra cosa che mi lascia sempre a bocca aperta sono le “rap battles” , in cui rapper si sfidano improvvisando e il pubblico sceglie applaudendo il preferito. So che ora si sfidano anche attraverso i video su youtube. Anch’io vorrei partecipare una volta, mi piacerebbe davvero! Appena arrivo a casa me ne guardo uno!

Intervista a cura di Daniela Cia

Evento realizzato con il sostegno dell'Università di Padova




mercoledì 10 dicembre 2008

YACHT (DFA, USA) - MER 10 Dic @ StalkeR*eloaded

Mercoledì 10 Dicembre:
YACHT
(DFA, USA)
@ StalkeR*eloaded c/o AltrAgricoltura

StalkeR*eloaded c/o AltrAgricoltura Nord Est, C.so Australia 61, Padova(vai qui per le indicazioni per arrivare)



YACHT fosse per noi lo si sarebbe fatto ancora a maggio, ma un tour serrato complicò un po' tutto.
Essendoci ripromessi di rimediare, eccoci qui a dicembre a preparare l'attracco di YACHT/Jona Bechtolt al porto Pulse.
Nel frattempo c'è stata una una simpatica novità, a riprova del fatto che non ci si era sbagliati: a seguito del tour di primavera 2007 con LCD Soundsystem, YACHT è il nuovo ed azzeccatissimo ingresso nella scuderia DFA di James Murphy.

(vi ricordate i PrinzHorn Dance School incontrati quest'anno al Summer Student Festival? dovevano essere loro gli apripista nel tour americano di James Murphy e soci, ma qualcosa andò storto, e i visti per l'entrata in America non arrivarono - terroristi?)

Gli andò bene dunque, e d'altra parte il personaggio è di quelli che non potevano nel proprio eclettismo ed iperattività espressiva non risvegliare il fiuto per talenti di James Murphy.
Nè al ragazzo mancava il pedigree: batterista e collaboratore di Devendra Banhart quando questo moltiplicava pani e pesci, compagno di tour di un sacco di oramai icone (oltre a LCD, Architecture in Helsinki, Dirty Projetors, Vampire Weekend, Tussle... ), remixatore richiestissimo (Stereolab e Ratatat per dirne solo le più recenti), Jona Bechtolt ha percorso un cammino che l'ha portato dalla cameretta a fronteggiare pubblici affollati senza per questo perdere un filino della smaliziata genuinità che ne è stato sempre il tratto distintivo.

Il suo "I believe in You, Your Magic is Real" è stato sicuramente una delle uscite più indovinate del 2007, e per quanto manchi a tratti di omogeneità, è un colorato ricettacolo di ottime canzoni: qui le lezioni rock di Pixies, VU e anche esperienze più recenti come Akron/Family o Supersystem/El Guapo felicemente si accoppiano con strutture semplificate e voci catchy (una su tutte la zuccherosa I Believe in You, o in alternativa la iniziale So post all 'em).
Non mancano poi gli elementi techno-deviati dalle presenza di soggetti di primo piano (e quindi via al delirio tribal/strobo di Platinum in compagnia di Bobby Birdman, o alle bassline siderali di All the Same Price con Eats Tapes come copilota) ma anche qui il tutto continua ad odorare di elettronica casalinga e di bassliner con potenziometri impolverati, aggiungendo al tutto quel tocco DIY che bisogna ammettere essere una marcia in più.

Nel frattempo il progetto esistenziale YACHT si espande, sia in termini professionale (Jona lascia definitivamente Blow, il progetto di cui era cotitolare) sia in termini sentimental/collaborativi, includendo ora la compagna Claire Evans.

E proprio con lei rilascia il singolo che suggella l'entrata in DFA: dichiaratamente una "love letter" per LCD Soundsystem, proprio in memoria del tour condiviso, Summer Song ne riprende sonorità e stile suonando come un personale tributo.
Qui trovate il video low budget girato dal compaesano Judah Switzer (lo stesso di Kiss per Scout Niblett in coppia con Will Oldham)


Per chiudere citiamo un po' di attività extracurriculari di quello che è sicuramente uno degli agitatori principali della movimentata scena artistica di Portland, Oregon: designer a tempo perso,
artista genericamente multimediale (ha escogitato performance/installazioni presso diversi istituti d'arte contemporanea: Pompidou, MoMA ), è fondatore e motore di una blog community aperta con oggetto specifico la cittadina di Portland, nonché idatore di un contest/deathmatch per blogger!

Non dimenticate poi che Jona è un ballerino dinamico e pronto a tutto: i suoi show sono assolutamente aerobicoinvolgenti e l'interazione con il pubblico è a livelli altissimi (anche nei momenti più complicati)
Siete dunque tutti esortati a venire se non con l'intenzione esplicita di ballare, almeno con la piena disponibilità a spassarvela.







YACHT - Summer Song from Jona Bechtolt on Vimeo.



See A Penny (Pick It Up) from Jona Bechtolt on Vimeo.

venerdì 5 dicembre 2008

prossime cose

solito post-it di aggiornamento sui prossimi appuntamenti Pulse:



Venerdì 12 Dicembre: Sylvain Chauveau (Type, Fra) @ Teatro Ruzante
http://www.sylvainchauveau.net/

giovedì 4 dicembre 2008

Hauschka (Fat Cat, De) @ Teatro Ruzante, Padova Venerdì 5 Dicembre



































La prima volta che sentimmo parlare di Hauschka fu quando invitammo Vert a suonare al SummerStudent Festival 07, ci disse che nell'ottobre successivo avrebbe partecipato ad un importante evento di musica contemporanea a Dusserdolf dedicato a e con Michael Nyman.

Del maestro del minimalismo pianistico avrebbe interpretato insieme ad un talentuoso e promettente pianista tedesco una revisione di alcuni brani.
Il Pianista era appunto Volker Bertelmann, i cui concerti per piano preparato e il disco uscito su Fat Cat all'inizio dell'anno, Room To Expand, stava deliziando pubblico e addetti ai lavori.
Altre notizie e conferme nel frattempo arrivavano da parte di altri artisti che hanno avuto l'occasione di collaborare con lui o di condividerne il palco: una su tutti Colleen che nell'inizio del 2008 ha partecipato ad un riuscito tour giapponese con lui, e per ultimo lo stesso Rafael Anton Irisarri che ha assistito a svariati concerti del tedesco, molti da spettatore e alcuni da musicista invitato alle medesime manifestazioni, che li racconta come un'esperienza ad alto tasso emotivo/tecnico, nonché come vere e proprie occasioni al limite del didattico (termine che va inteso nella sua accezione divulgativa positiva: restando in ambito pianistico, pur su altri livelli di popolarità, quantomeno in Italia, il riferimento che spunta ogni tanto è quello delle performance "illustrate" di Bollani...) per approfondire la conoscenza delle pratiche di modifica/preparazione del pianoforte (ah... John Cage!)

Nella sua produzione discografica, Hauschka mischia le singolarità che gli interventi sulla cordiera del pianoforte producono con materia elettronica (non dimentichiamo che viene comunque dalla città culla dell'elettronica tedesca), giungendo ad una sintesi che nella forma richiama paradigmi della classica contemporanea e del minimalismo pianistico, ma che nella sostanza bene interpreta, come brani e canzoni, un romantico sentire contemporaneo.
I martelletti percuotono non più le sole corde del pianoforte ma una struttura complessa di oggetti in reciproca e differenziata interazione, architettata al fine di emettere suoni inaspettati e permettere tessiture ritmiche/percussive che poco hanno da invidiare ai più celebri cesellatori elettronici degli ultimi anni.
Interessante è poi scoprire come sonorità che di primo acchito siamo portati ad interpretare come frutto di elaborazioni elettroniche siano in realtà totalmente frutto di opportune interazioni fisiche meccaniche, e realizzarlo dal vivo è sempre un piacere.


L'artista, come spesso accade quando la materia musicale è talmente delicata e di buona fattura, si presenta come una persona deliziosa: guardare per credere (è uno spezzone tratto appunto dal succitato tour giapponese in compagnia di Colleen)


Due sole date per questa discesa in suolo italico di Hauschka (qui e Udine)




Biglietti
ingresso su prenotazione per iscritti a newsletter Pulse: 7 euro
N.B. un'indirizzo mail = una prenotazione... no mail cumulative/familiari, (così sappiamo che siete iscritti!)
scrivete a bnlze@yahoo.it al solito, oppure qui sul blog trovate il form di iscrizione in alto a dx...
per il resto del mondo: 9 euro


Audio/video
sul web:
sito: http://www.hauschka-net.de
myspace: http://www.myspace.com/hauschka
etichetta: http://fat-cat.co.uk/fatcat









sabato 29 novembre 2008

Pulse#100



















dalle 19.00 in poi...


Housefestivalle!

per il 100 si torna a casa...
un pulse che è anche un tiskotansi ma un po' pure un pressplay, ma pure un festone e magari un'installazione urbana, ma nondimeno un po' pop sagra con lotteria annessa e convegno con gadget.

le cose facili ci schifano...

segue lista vagheggiata di cose che succederanno domani sera, in quel di via tartini 4

premessa:
la festa è su due piani.
piano 1 e piano 2, con i rispettivi omologhi salotti e corridoi, bagni e vediamo se riservare un destino pure al vano scale.

all'ingresso esibiremo dettagliato programma con ora piano e spazio interessato


dj set a volontà (in num>=7), si parte piano, si decolla decisi e si va gradualmente in propaganza fulgida (poi quando arriva la polizia si scema...)
in ordine rigorosamente alfabetico:

Blonde Equal Stupid
Bntmrc77
cool.spring
Iamm
Ivn
PressPlay ppl
Sergio Wow

et alter


musici vari, set elettro/&/acustici
Be Invisible now!
Kings of tuna + Iamm
Entr'acte (1924) di Renè Clair musicato (quelli del post-polizia...)



performance ....
almeno in numero di due:

desktop desktop dubbia peffommance Nikky -- da RRoma ...


Ipazia (Bologna) :
2 performer in un luogo chiuso e piccolo (bagno piccolo), nel quale verranno installati dei microfoni, saranno ripresi da una videocamera con night shot, la quale, collegata da un videoproiettore, manderà in proiezione live la performance, che sarà quindi fruibile solo mediante videoproiezione. i dati sonori raccolti dai microfoni verranno elaborati live e rimandati in output nella sala in cui sarà installato il videoproiettore.



in più lotteria popolare + ricchi cotillons e solito mangiabevi
potremmo iniziare alle 19...
chi prima viene più vede/sente/simuove

a domani
burning down the house
with a little help from our friends

la scaletta ve la diciamo domani...



martedì 25 novembre 2008

The Dodos (French Kiss, USA) @ StalkeR*eloaded - 25 Novembre 09








http://dodosmusic.net/

http://www.myspace.com/thedodos

Vi aspettavate il 100?

invece con un arbitrario artificio nella cardinalità, tergiversiamo ancora un attimino permettendoci di considerare il concerto dei Dodos come pulse99 (bis!) e di non avventurarci ancora nelle ignote lande delle serate a tre cifre.
E anche se dedicheremo esplicitamente a tale ricorrenza la serata di sabato prossimo, 29 Novembre (convenzionalmente, appunto pulse#100), saranno proprio i sei eventi che partono da martedì, distribuiti nei successivi venti giorni il modo implicito di celebrare il nostro primo centinaio di concerti.
Pulse#100: stiamo ancora settando la line up, presto notizie fresche sul blog, che pian piano comincierà a funzionare e a svilupparsi, sia in prospettiva futura, aggiornandovi sugli eventi in calendario, sia in retrospettiva, caricando via via le newsletter relative al centinaio di eventi che andiamo lasciandoci alle spalle (per ora siamo all'87, ce la si può fare!).
Concertone, dunque: The Dodos + El Cijo.
Una di sole due date su suolo italiano, questa doveva essere una cosa ancor più succosa, con l'apertura a cura dei Ruby Suns, band SubPop, che nominiamo qui non solo per dovere di cronaca e generare rimpianti, ma proprio perché va bene sapere che esistono, son freschi e pure ganzi:
dategli un ascolto http://www.myspace.com/therubysuns

Dodos
Tanto per cominciare il nome ci sta alla grande: un po' per l'esoticità che rispecchia certamente certe africanerie percussive, ma soprattutto perché imbattersi in un duo capace di una tale sintesi di scrittura intrigante e potente dinamicità è un evento che avremmo detto vantasse appunto la medesima probabilità di incontrare un esemplare dei pennuti estintisi alla fine del 1600 nelle isole Mauritius.
E invece certe cose per fortuna accadono, ed ecco che inizia il 2008, spunta fuori un disco che si chiama Visiter, lo edita negli USA la French Kiss, la stessa di Les Savy Fav, e la Wichita in Europa (quelli di Bloc Party...), e ne sono autori una coppia di ragazzetti di Frisco, capaci di fare in due quello che nemmeno band in supersteroidi o intere comuni di fricchettoni barbuti sembrano essere in grado oramai di proporci: coniugare la forma canzone (quella di una volta, dalla melodia che incanta, chiamala folk o pop, poco cambia) con strutture articolate e tese che invece di oscurarne la poesia ne esaltino gli slanci e mantengano l'atmosfera febbrile ed eccitante.
Una chitarra acustica maneggiata con sapienza da Meric Long (talento.1: drago del fingerpicking, voce a la David Byrne ma con inflessioni countreggianti, passato di trombonista e passione per strumenti percussivi africani e vibrafono), delicatamente arpeggiata come violentemente slabbrata all'occorrenza, e le percussioni di Logan Kroeber (talento.2: una volta batterista in gruppi progressive/metal, fortunatamente passato sulla riva giusta, molto tribal-percussivo e decisamente più simpatizzante per pelli e tamburi che per piatti e cymbals assortiti) costituiscono il telaio su cui Visiter robustamente poggia.
Concludono l'opera, in qualità di elementi di secondo piano, ma decisivi nel far suonare il disco così candido e urgente al contempo, le doppie voci sapientemente dosate, un banjo o un paino che spuntan qui e lì, il cameo dei duetti vocali con la delicata cantautrice di Portland Laura Gibson (in Walking e Undeclared...), una distorsione sulla chitarra (sempre quella, l'acustica), dei fiati a sottolineare i passaggi solenni e una cura maniacale nella registrazione dei vari strumenti.
Il disco è un'ora di mistura perfettamente equilibrata di turbo folk, blues in molho psichedelico e fingerpicking stratificato, il tutto scorre coinvolgente e avvincente, aiutato in ciò dal suo essere pensato come un flusso ininterrotto, che vede succedersi quasi senza soluzione di continuità picchi stilistici, pezzoni quali Red and Purple, Fools, Joe's Waltz, Winter, e ancora Jodi, Ashley, Season, God?...

Al che direte voi: "edalvivocomesifa??"
Dato che sono avanti, i ragazzi han pensato anche a questo: live se ne vengono con un terzo personaggio deputato a suonare tutto ciò che sul disco non sia chitarra o percussioni ( ad onor del vero batte anche lui, ma su di un bidone...).
Ma sembrerebbe in realtà la potenza che i due sprigionano già da soli basti a fare impallidire combo ben più rodati e numerosi.

Cheddire ancora?
I Dodos han fatto da supporter al tour statunitense di Akron Family e (pensa te) Jennifer Gentle in primavera e sarà la volta dei padovani di restituire il favore, prendendo il posto lasciato vacante da Ruby Suns per le restanti date del tour europeo.
Nell'estate 2008 i Dodos si son cacciati, nell'azzeccato ruolo di "band rivelazione", la maggior parte dei festival estivi cazzuti al di là e al di qua dell'oceano.

i riferimenti, copiosi: Akron/Family, Devendra Banhart, Animal Collective, Eno / Byrne, Gordon Gano e chi più ne ha.....



In sostituzione dei Ruby Suns dicevamo abbiamo gli anconetani El Cijo,
fall out del collettivo cinematografico "Il Posto delle Fragole", che memori della scuola Yuppie Flu tendono un agguato alla materia indie-folk nascondendosi dietro al cespuglio pre-war, guadagnandosi così le sperticate lodi del direttore di Blow Up:

[...]Piazzi stancamente il cd sul lettore e lo fai scorrere per due minuti per capire di che si tratta e quindi a chi indirizzarlo; una favola quotidiana. Il problema nasce quando quel CD resta sul lettore e non vuol sapere di andarsene fino a che non arriva alla fine [...] La musica del disco- registrazione effettuata a Memphis è country/folk jazz acustico che potrebbe ric ordar uno swing senza fiati (Every Woman) ma che tocca soprattutto le corde del più elegante e raffinato cantautorato jazzy, che porta alla memoria i Violent femmes ma anche i T-Rex, che vive nell'attualità ma ha un cuore molto antico .Strumentisti abili e scrittori già di tutto rispetto, gli El Cijo lasciano veramente a bocca aperta per la qualità superlativa che hanno saputo esprimere già al primo passo: bravissimi. (8)
Stefano Isidoro Bianchi recensione di Bonjour My Love
Blow Up # 126

http://www.myspace.com/elcijo



intanto il comunicato:

In Italia per sole due date gli americani The Dodos.
‘Visiter’ è il secondo album pubblicato dai californiani The Dodos, originari di San Francisco. Folk, pop, rock, punk tutto insieme per un risultato unico ed originale. I The Dodos sono una delle formazioni più interessanti degli ultimi anni, capaci di rifuggire la classificazione di indie e aspirare ad una carriera basata sulla freschezza ed intensità del loro sound. La band è composta da Meric Long e Logan Kroeber ed il loro secondo album ‘Visiter’ è uscito prima negli states per la French Kiss, storica label di Hold Steady e Les Savy Fav, e dopo ripubblicato in Europa dalla sempre attenta Wichita (Bloc Party e Cribs). Ciò che stupisce della band è come solo in due creino della musica articolata in cui percussioni e chitarre acustiche si sposano con la bellissima voce country alternative di Meric Long.
La musica dei Dodos è unica, folk di nuova fattura dalla città che ha dato i natali alla scena psichedelica degli anni sessanta e ha visto passare per le sue colline i più importanti cantori della passata generazione. Tamburelli, chitarre acustiche e ritmiche sincopate ma nello spirito del presente più che in quello dei Nuggets anni sessanta.
Con ‘Visiter’ i Dodos sembra abbiano colpito nel segno, partorendo una creatura che la stampa ha adorato e che giorno dopo giorno richiama nuovi fan. I The Dodos sono catchy e moderni, con un sound morbido e differente da quanto fatto in precedenza dalla scuola USA. Se gli Architecture In Helsinki sviluppassero un suono meno elettronico suonerebbero come i Dodos e sarebbero fenomenali.
Non pensate alla musica di Crosby, Stills Nash e Young ma ad una moderna indie rock band che ama suonare seguendo i dettami del folk. Meric Long e Logan Kroeber sono due geni e di loro si parlerà ancora parecchio.


poi una recensione in english:

Pitchfork Media
April 2008
8.5 Best New Music
“Visiter alternates between longer, more improvisatory material and near-interludes, which can leave a slightly spotty impression on its first few listens. With more exposure, the record reveals the celebratory acoustics of Led Zeppelin III or a more song-oriented take on tourmates Akron/Family. Playing with infectious fervor, Long runs through tricky blues-boxing and molten slide riffs on the galloping "Paint the Rust" and the second half of the epic "Joe's Waltz".

Visiter's second half is anchored by "The Season" and "God?", two massive shapeshifters that help define the record. Long and Kroeber here don't seem wedded to power duo minimalism-- and it's intriguing to wonder how they could incorporate their backgrounds in metal, African Ewe drumming, and gamelan beyond a sense of rhythmic intensity. These possibilities could also make more streamlined, Magnetic Fields-like numbers "Winter" and "Undeclared" seem vanilla by comparison to some, but by making room for both, Visiter ends up being one of the most welcoming (and welcome) records of 2008 so far.“

ecco il video sull campagna obamiana


e invece le due registrazioni alla radio NPR,

Red and Purple


e Fools


mercoledì 5 novembre 2008

Blondie Equal Stupid @ Boldù Venezia

Pulse#99? - TiskoTansi/2

MERCOLEDI 05 NOVEMBRE h. 21.30
Blondie Equal Stupid dj-set
http://www.tankyou.it/images/07_09_21_soon-or-later-handpainted-poster.jpg

(minimal/techno/romantica) http://www.myspace.com/blondieequaltecno

TISKO TANSI, DISCO DANSI @ BOLDU' (Cannaregio 6000)
h. 21.30 VENEZIA
ingresso gratuito con tessera




Blondie Equal Stupid è il progetto techno di Lorenzo, la metà venexiana dei Tank Boys, coppia di grafici/designer
responsabili tra l'altro della promozione delle ultime due edizioni del Summer Student Festival (je t'aime? sì: loro), nonché motore primo delle serate TiskoTansi.

Per chi c'era al SSF 08, era a carico suo e di IVN fornire il collante per la serata in cui suonarono Icarus, lunedì 2 giugno...
A Blondie Equal Stupid di certo piace la techno classica, la coerenza detroitiana e il rigore formale della minimal teutonica,
il tutto declinato secondo la sua nota estetica asciutta.
Il rispetto per la forma non lo distoglie comunque dalla ricerca fondante che lo spinge a comporre insieme elementi espressivi,
ovvero quella del (com)muovere chi ascolta suscitandone le emozioni con diretta delicatezza.
Eroi: Thomas Schumacher, James Holden, la Kompakt tutta...
Die Brutal Tanz!

La selezione di apertura sarà a cura di chi vi scrive, un'oretta di set pescata tra quello che Pulse ha già proposto
e quello che spera di proporre, per non parlare poi di quello che non riuscirà mai a proporre :(
menù minima(l)mente dance oriented, sound synthpatico, arpeggiatore selvaggio armato e pronto al fuoco.
Pro.pulse...

















nella prossima missiva rifacciamo il punto della situazione, con i concerti in avvicinamento di:
DODOS (25/11), HAUSCHKA (5/12), YACHT (10/12), SYLVAIN CHAVEAU (12/12)
e altro che stiamo approntando per far fronte alla cardinalità incalzante (seppur arbitraria)


giovedì 30 ottobre 2008

THE SIGHT BELOW ME 29/10/08 + RAFAEL ANTON IRISARRI GIO 30/10/08

pulse#97und98



  • MERCOLEDI 29 ottobre
    THE SIGHT BELOW (U.S.A., Ghostly International)
    TISKO TANSI, DISCO DANSI @ BOLDU' (Cannaregio 6000)
    VENEZIA

  • GIOVEDi 30 ottobre
    RAFAEL ANTON IRISARRI (U.S.A., Miasmah)
    PULSE @ Teatro RUZANTE (Riviera Tito Livio)
    PADOVA





Qui si parte con due serate pilota di altrettanti progetti su cui focalizzeremo la nostra attenzione per i mesi a venire (?):

l'insieme di entrambe le serate rappresenta poi uno di quei colpacci che con cadenza tipicamente random Pulse vi riserva
(tutt'altro che fortuiti, anzi, fortemente voluti), questa volta portando nelle nostre umide zone un artista che,
nonostante la sua innata "timidezza" ed incompatibilità con l'elevata esposizione (vedere i due suoi myspace per intenderci...)
non è riuscito comunque a tener nascosto il suo talento, ovvero Rafael Anton Irisarri, nella doppia declinazione della sua anima romantica:
da un lato la small-scale techno di THE SIGHT BELOW e dall'altra il contemporaneo ed emozionale pianismo del progetto che porta il suo nome, secondo nome e cognome.

Le location rappresentano l'altro aspetto della questione:
con il set THE SIGHT BELOW di mercoledì inauguriamo la nuova stagione TiskoTansi, serate di elettronica di qualità a Venezia, in collaborazione con TankBoys e Boldù.

Invece a Padova con il set di Rafael Anton Irisarri iniziamo giovedì un ciclo di serate che porterà sul palco del teatro Ruzante, oltre ad Irisarri,
i set per pianoforte di Hauschka il 5 dicembre e di Sylvain Chaveau il 12 dicembre

Il comun denominatore delle due serate è invece l'artista: nonostante il nome tradisca origini basche, Rafael viene da Seattle,
dove gestisce un paio di etichette musicali specializzate in elettronica (dall'ambient fino alla tech-house) e promuove artisti
nei più differenti campi dell'arte; é inoltre attivo nell'ambiente delle gallerie, per cui sonorizza istallazioni e mostre.
In termini di musica, Rafael si muove in un territorio vasto, che spazia circolarmente dalla contemporanea classica alla techno soffusa,
ma con un panorama sempre comune, quello di drones estratti da strumenti reali, piano e chitarra principalmente, che si distendono ora morbidi e
minimalmente svogliati, ora saturi di riverbero su cassa dritta.

"Daydreaming", il suo disco (sold out su etichetta Miasmah) a nome Rafael Anton Irisarri si colloca nell'arcipelago sonoro orbitante intorno
al sound dei norvegesi Deaf Center (Erik Skovdin è il titolare di Miasmah...). L'elettronica c'è, si sente, ma non è mai la sostanza,
è piuttosto il naturale elemento in cui galleggia un'emozione tangibile, un fluido in cui l'immagine riverbera e si rifrange deformandosi,
in un continuo sfocare e tornare a fuoco che non risulta mai sgradevole, come i sogni che ricordiamo solo in parte.

L'intuizione melodica è toccante e cristallina come in Lumberton che con i suoi intrecci timbrici e armonici,
raggiunge vette di raro struggimento, punteggiato di sottili sfarfallii sintetici.
Il riferimento, per chi se li ricorda potrebbero essere i Labradford a tratti per lo spleen evocato.

Altro discorso, ma nemmeno troppo per the Sight Below: nell' E.P. "No Place for Us", edito questo invece da Ghostly International
( etichetta tra gli altri di nomi più che validi come Matthew Dear o The Chap, per la quale dovrebbe uscire a giorni anche il nuovo album esteso, "Glider")
la materia sonora, ancora emanata da drones - qui più chitarristici e dilatati con sapiente uso di effetti -
va a rivestire un fitto scheletro di sommerse pulsazioni in 4/4 attorno ai 130 BPM, kick, hi/hat e null'altro.
Ascoltare per credere, il risultato è una techno intimista che sa di aurore boreali e di nostalgia oceanica;
come recitano sul sito Ghostly: techno music for a dark winter's night.

Sul sito della Ghostly si può scaricare per intero l'E.P. "No Place For Us" qui,
mentre qua è disponibile una ahinoi breve anteprima delle tracce dell'imminente "Glider", però un brano è scaricabile per intero...

Il set di The Sight Below prevede anche una componente video e si svilupperà nella totale oscurità.
Lonely is the new dance party!




















il concerto di RAFAEL ANTON IRISARRI al teatro Ruzante è organizzato in collaborazione con L'Università degli Studi di Padova,

lunedì 20 ottobre 2008

ABOVE the TREE, LU 20 Ottobre, A.S.U. Padova

ASU presenta:
pulse#96



Above the Tree (Marinaio Gaio)
http://a621.ac-images.myspacecdn.com/images01/85/l_1fd8d3c41f10815f89d15dd8fd0e439c.jpg
(Blues/Noise/Minimal/Acoustic duo - Senigallia & Caracas)
myspace.com/bluerevenge1
Associazione Studenti Universitari - via santa Sofia 5
Padova
orario aperitivo

Questo è un record, due volte in un anno resterebbe una coincidenza, ma qui son tre, allora diventa prova!
Ed in effetti il fatto è che Above the Tree o Marco Bernacchia cheddirsivoglia ci gusta, e capitato per caso la prima volta, in salotto di casa, ci eravamo trovati ad annodare un fazzoletto,
segnare una tacca sulla gamba del tavolo, addarlo su myspace e staccare un postit per riattaccarlo sopra la scrivania, nella categoria gialla della "ggente interessante".
Tant'è che poi sempre con il debordante Manuel Scano materializzarono uno dei set più belli del SSF08 in apertura a Matt Elliott...
E adesso, complici un lungo viaggio verso Praga con la macchina piena di strumenti (bene) ed una ministra ciellina (malissimo...), vualà,
eccoci al non c'è due senza tre in 9 mesi (nemmeno Bob Corn al tempo...), riciclato in un contesto inaspettato:
aperitivo incazzosello @ A.S.U. (o meglio, politically correct: momento conviviale e musicale di sensibilizzazione )

E dunque vai di riciclo, qui di seguito la envergreen presentazione pennellata da Enrico Veronese per il Summer Student Festival 08:

Dimenticate il blues ipertecnico da birreria, i giri ripetitivi, l'antistorica assenza di contaminazioni. Marco Bernacchia ha realizzato uno dei dischi italiani più belli dell'anno, del tutto avulso da logiche mercantili o considerazioni sui tempi: "Blue revenge" solletica i colpiti in fronte dal SIB-recupero del prewar folk dopo la liberalizzazione dei solchi, introducendo dosati quozienti di sperimentazione acustica sopra temi poco rough o raw. Un cuore nero batte a Senigallia.


dunque ci si vede lunedì 20 in A.S.U. via Santa Sofia 5, in centrissimo a Padova alle 19.30 circa
ingresso ad obolo libero,

non scriveteci chiedendo se si mangia/beve, mica scrivevamo aperitivo, se non era così!

martedì 7 ottobre 2008

MAHJONGG (USA, K records) MAR 07 Ottobre StalkeR*eloaded

pulse#95
MAHJONGG (USA, K records)
groovy/nowave/techno-afrobeat/disco/mindblowing ethno-funk
MARTEDI 07 Ottobre, ore 21.30
(vai qui per le indicazioni per arrivare)


La molla si è caricata a sufficienza da permetterci le prime prove tecniche di avviamento autunnale.

Mahjongg, ovvero scatto istantaneo, traiettoria fuori controllo e impatti multipli, le tessere del gioco cui si ispira il nome della band che esplodono in semispazi ben lungi dall'essere banalmente fisici.
Giungono report entusiastici da parte di chi ha avuto modo di vederli nelle prime date del tour; da Cesena:
"Concerto enorme, viscerale, bellissimo. Non perdeteveli".
D'altra parte non poteva essere diversamente, la lineare conclusione cui si giunge dopo l'ascolto (nel caso di chi scrive, continuato) del loro "Kontpab", ultimo disco (di due) sulla storica K records, è che i Mahjongg dal vivo devono essere in grado di stupire e coinvolgere.

Definirne lo stile è uno sforzo trascendentale, in definitiva inutile: ci sono dei soggetti che hanno una precisa funzione socio/estetica, quella di mantenere il mondo un posto bizzarro e stimolante. E i chicagoani in questione, seppur finora con discrezione, assolvono il compito con eso/is/terica efficacia.
Tralasciando la marea di divini dogmi geometrici forniti dalla stessa band via comunicato (passi il Dio Kontpab, passi pure la suggestiva simbologia del gioco cinese, e anche la dicotomia The Grid/The Sphere, ma non riesco a risparmiarvi la programmaticità di una frase come la seguente: "As a collective, Mahjongg believe that the body of human knowledge is our most prized asset, and the harmonic proportions of music are universal in other fields of endeavor"), resta la sostanza, molta e di varia provenienza.

L'ascolto è imprescindibile, e al di là dell'inevitabile myspace, sul sito della K records vi potete sciroppare tutto "Kontpab" in streaming.
Se avete poco tempo, DOVETE investire 8 dei vostri minuti nellascolto dell'incredibile Rise Rice, nona ed ultima traccia dell'album... un tripudio di tribalismo poliritmico sintetizzato che è semplicemente "oltre": sciabordate
di synth fuori dal tempo, percussioni afro pneumatiche, recitato apocalittico e mantra sognanti: la fine del mondo potrebbe non essere poi male, se dalla console decidessero che questa possa esserne la colonna sonora.

Se invece la Rivelazione Definitiva non vi vedesse ancora sufficientemente preparati, potete farvi instillare nel cervello quella zuccherosa melodia bubblegum che emerge dal rumore saturo in Those Birds are Bats: complici quelle chitarrine così maledettamente Brian Eno '73, potreste trovarvi a canticchiarla appena svegli per giorni.

Oppure potete sogghignare schivando i colpi delle pistole laser che accompagnano la canzonatoria Tell Police the Truth ("They'll believe you/If you've done nothing wrong/You've nothing to fear/Start from the beginning/With all the details")

Qualcuno magari si chiede "chissà come suonava il primo album?" http://it.youtube.com/watch?v=WtG1jko4bxA

Dal vivo i Mahjongg sono in cinque e si presentano con 1,5 batterie, chitarra, basso, tastiere assortite, svariati etti di silicio, numeri primi a bizzeffe e netta propensione all'improvvisazione.
Ci manca di sapere se si portino a spasso anche in Europa il subwoofer da duemila watt di cui si favoleggia in qualche recensione, noi speriamo di sì,
ma a quel punto non vorrete mica correre il rischio di farvelo raccontare da chi c'era, no?

Se vi chiedono a chi assomigliano:
ESG, Beck, Black Eyes, El Guapo/Supersystem, Liars, LCD Soundsystem, A Certain Ratio, Talking Heads, James Chance & The Contortions, Arthur Russell, Battles, Out Hud, Gang of Four.

venerdì 15 agosto 2008

sabato 31 maggio 2008

SSF08 SUMMER STUDENT FESTIVAL 08

SSF08
SUMMER STUDENT FESTIVAL 08
GIARDINI APPIANI via Margh
era 20 e qualcosa, PADOVA
31 maggio - 6 giugno


Anche quest'anno sembra ce la si faccia.

Certo, alcune cose rimangono altre cambiano.
La novità più rilevante è senza dubbio la location: dopo tre anni di onorato servizio mettiamo temporaneamente a riposo il vecchio parco Fistomba.
Ci si trasferisce nei più intimi ed elevati Giardini Appiani, di modo che tutti possano vedere e sentire. :D
Da un lato è a due passi dal Prato, dall'altro è stretto e lungo da potercisi giocare venti partite di bocce in pipeline.
Mancano il fiume e le nutrie, chiaro, ma quelle sono con noi ovunque si vada.
Sempre nella macrocategoria "cose che cambiano": la propulsione dai 5 ai 7 giorni, altro step cruciale, speriamo apprezziate...

Tra le cose che non cambiano invece spiccano appunto gli imprevisti dell'ultimo minuto, ma anche altro (la buona musica? il buon cibo? i prezzi del mangia bevi, incuranti dell'imminente collasso del mondo come lo conosciamo?... )

ah, ecco, per chi fosse rimasto al non cambia poi la sede dell'Associazione Studenti Universitari che resterà in via S.Sofia 5 almeno fino al 2013.

Inciso dedicato ai fanatici della consonanza stilistica: ci scusiamo per un paio di accoppiate che li vedranno sicuramente storcere la bocca, una tra tutte la serata di apertura.
Però, al di là delle contingenze: quando vi capiterà di sciropparvi, in due ore, due fenomeni come Trans Am e No Kids??
Noi non vediamo l'ora!

Sotto parte la lista delle informazioni variamente utili, link, video e quant'altro.

Quasi dimenticavo di dire che è tutto gratiz
NB: il programma può ancora subire lievi variazioni (=solomiglioramenti)!
I concerti si terranno con qualunque condizione atmosferica in grado di assicurare la sopravvivenza di chi suona (il palco è coperto come sempre) e di chi ascolta (area di fronte al palco coperta!)
per informazioni, dubbi, commenti, prenotazioni di magliette ;)

bnlze@yahoo.it
info@asu.it


A sabato, e buon divertimento!


SSF08




























DOVE: giardini Appiani, via Marghera 28,
dietro Prato della Valle per intenderci.
QUANDO: da sabato 31 maggio a venerdi 6 giugno, inizio concerti alle 21.00 puntuali!
COME: lo stile è sempre quello: festa studentesca ad alta affluenza
ciclistica e defluenza etilistica, prezzi popolari da baretto di provincia lucana,
homemade cooking biologico secondo la saggezza della nonna, musica fresca e atmosfere indie
CHI: l'organizzazione è made in ASU, supportata da Il Sindacato degli Studenti e da ARCI Padova,
e patrocinata da Università degli Studi di Padova, ESU di Padova, Progetto Giovani del Comune di Padova, Provincia di Padova


INFO:
asu.it
myspace.com/summerstudentfestival,

press / interviste / media:
davidepasquali83@gmail.com



Sabato 31 maggio

TRANS AM (USA, Thrill Jockey)

I Trans Am, silenziosamente, senza farlo pesare, sono diventati Grandi. Definitivi.
Una traiettoria complessa e contraddittoria, ma in prospettiva diritta come un fuso: dalla iniziale scoperta/produzione ad opera del Tortoise John McEntire, per arrivare alla conquista di una definita personalità attraverso l'assorbimento e l'elaborazione di stili e attitudini variegatissimi. I loro oramai rari set per batteria/chitarra/macchine sono un'esperienza escatologica di straordinaria potenza.
Sono (stati, quel che saranno è fuori da possibili previsioni) folk con aperture fin bucoliche, spigolosamente inumani nell'innestare dispositivi sintetici nella propria materia carnalmente rock, politicamente sovversivi e spietatamente indipendenti, pop se possibile e per certo psichedelici.
Prima serata del festival e prima data del tour europeo!
Fasten your seatbelt!

transband.com
myspace.com/transbandspace


http://it.youtube.com/watch?v=AANPAIfqutA
http://it.youtube.com/watch?v=RoDDVSHdDsc


Ascolti:
Red Line Thrill Jockey 2000
Liberation Thrill Jockey 2004
Sex Change Thrill Jockey 2007


NO KIDS (CAN, Tomlab)

Il disco di esordio dei No Kids è un viaggio ecclettico e spensierato nella musica Art-Pop.
La band si ispira ai classici della tradizione americana e li rielabora secondo una visione decisamente personale della forma canzone.
Il trio canadese fonde elementi folk ad arrangiamenti orchestrali ed elementi elettro/hip-pop e danno prova di estremo coraggio intridendo il disco con la rivisitazione indie-kitsch del R&B americano FM.
Dopo un tour europeo per buona parte insieme a Mt.EErie (Phil Elvrum / the Microphones), i No Kids, approdano a Padova per la loro prima data italiana, e apriranno il festival con un set cui certamente non mancherà divertimento ed ironia.

myspace.com/nokidsband

http://it.youtube.com/watch?v=E2vtp7cZmME
http://it.youtube.com/watch?v=_muLXQVaXBI

Ascolti:
Come Into My House Tomlab 2008


Collante musicale a cura di:
I AM M (Abusers)

Domenica 01 giugno

OCTOPUS PROJECT (USA, Peek-A-Boo)

Music is Happiness!
Ed ogni eventuale dubbio in merito svanisce non appena comincia a suonare Truck, seconda traccia del gioiellino "Hello! Avalanche": l'euforia affiora prepotente sulle note trascinanti del synth in apertura, e ci si trova sparati in compagnia di Stereolab westernizzati e Notwist a 2x; é la summa del sound tech-happy che tanto ha spinto le quotazioni della formazione strumentale di Austin, Texas.
E fin dal plebiscito loro tributato su Myspace (miglior band per la community, che li ha spediti al Coachella Festival senza passare dal via, qualche giorno fa l'All Tomorrow's Parties, a breve il Lollapalooza...) si era capito che l'instancabile ensemble avrebbe fatto strada e macinato concerti su concerti: freschissimi, a tratti intricati ma sempre deliziosamente emozionali, talmente in empatica sintonia con l'intera terra da rendere impossibile non innamorarsene.
Happiness is Music!

theoctopusproject.com
myspace.com/theoctopusproject


http://it.youtube.com/watch?v=SDeTv12mulo
http://it.youtube.com/watch?v=0xAVMF39u_w

Ascolti:
One Ten Hundred Thousand Million, Peek-A-Boo 2005
Hello, Avalanche, Peek-A-Boo 2007


DON TURBOLENTO (Bs, Circolo Forestieri)

Nel 2007 un ep patrocinato dalla Dischord, storica etichetta statunitense (Fugazi, El Guapo), che ha speso parole di elogio per la two men band bresciana. Nel 2008 il primo disco omonimo lanciato dal Circolo Forestieri di Marco Obertini. Synth e batteria per un set decisamente energico: tutto rigorosamente suonato. Vi sfidiamo a rimanere immobili sulle note di "Spend the night on the floor"! Magari dopo aver rispolverato dal fondo dell'armadio un paio di smaglianti fuseaux viola anni 80.

myspace.com/donturbolento


http://it.youtube.com/watch?v=Q4f1vD4Jk3I

Ascolti:
Spend The Night On The Floor, 2007


Collante musicale a cura di:
??

Lunedì 02 giugno

ICARUS (UK, Not Applicable / Rump )

Sylt, titolo dell'ultima opera del duo inglese, è una delle isole tedesche dell'arcipelago delle Frisone Settentrionali, inizialmente legata alla terraferma e successivamente staccatasi a causa del processo di erosione del Mare del Nord, tuttora in atto, favorito anche dalla morfologia del terreno.
E da un simile sgretolarsi sembra reduce la materia sonora (di provenienza concreta o digitale) che Sam Britton e Ollie Bown processano elettronicamente per poi consegnarcela, mutevole e inquieta.
Personaggi defilati ma fondamentali nella scena elettronica avant/impro europea, anch'essi colpiti dalla sventurata implosione della cruciale etichetta di Trevor Jackson, la Output Records (Colder, Circlesquare, Lopazz), accostabili per esiti ed approcci a nomi quali Spring Heel Jack, Autechre, FourTet.

icarus.nu
myspace.com/icaruselectronic


http://www.icarus.nu/media/Live_Pau.php

Ascolti:
I Tweet The Birdy Electric, Leaf 2004
Squid Ink, Output 2001
Misfits , Not Applicable 2002
Sylt , Rump 2007


CAPTAIN MANTELL (Ve, Kiver/Record Kicks )

Giovane rivelazione elettronica veneta, i Captain Mantell mischiano un'attitudine punk all'utilizzo delle macchine riuscendo tuttavia a risultare deliziosamente pop.
Hanno all'attivo un lp che ha conquistato i consensi della critica underground e stanno registrando il loro secondo disco per Kiver/Record kids. Motorola Germany ha usato il singolo SOrry, I LOve My B-SIde per una Commercial interna tedesca. Dal 2007 in tour per promuovere la nuova uscita, con date da supporter a gruppi prestigiosi tra i quali Klaxons ed Ex Otago e partecipazioni a festival di rilievo come l'H*****en e il Neapolis Festival.

myspace.com/captainmantell

http://it.youtube.com/watch?v=LVK1NiLWSWw

Ascolti:

Long Way Pursuit, Kiver/Record kicks 2007


Collante musicale a cura di:
BLONDIE EQUAL STUPID
myspace.com/blondieequaltecno


Martedì 03 giugno

ENON (USA, Touch and Go)

Enon: ovvero l'incrociarsi delle strade di due personalità chiave dell'indie americano: l'ex Braniac John Schmersal e la giapponese Toko Yasuda (già nei primissimi Blonde redhead e poi nei the Lapse, con Chris Leo dei Van Pelt, finché durò).
Il risultato è una band energica, capace dal vivo di trascinare con il suo connubio tra suoni anarco-elettronici e rock - i Devo non a caso sono un riferimento più che esplicito-, in cui la tensione verso la perfetta canzone pop, è urgentemente osteggiata dallo sciabordare dei synth e dalle asperità della chitarra di Schmersal. Al solito, garantisce Steve Albini.

enon.tv
myspace.com/enonmusic

http://it.youtube.com/watch?v=MJ3WFq_NYh4
http://it.youtube.com/watch?v=6-rlGYQDryQ


Ascolti:
Believo! See Thru Broadcasting 2000
High Society Touch And Go 2002
Grass Geysers...Carbon Clouds, Touch And Go 2007


FLAP (Pd, In the Bottle)
Il postrock è morto? Forse. Se la risposta non è ancora definitiva lo si deve -almeno in Italia- pure a questi tre euganei dell'attiva In The Bottle, portatori sani di effetti sulle chitarre, delay e riverberi che saturano l'aria e trasportano altrove l'intero set and setting. Alla mensa psichedelica partecipano anche Paolo e Marcella (Blake E/E/E, ex Franklin Delano) ma è Igor l'asso fatto in casa: in faccia al silenzio delle liriche, dite soltanto una parola (bravi!) e sarete salvati.

flapband.org
myspace.com/flapband

http://it.youtube.com/watch?v=GNpKKM2ZAkY

Ascolti:
A poor Story, In The Bottle 2006


Collante musicale a cura di:
DJ IGNORANZA

myspace.com/djignoranza


Mercoledì 04 giugno

EVANGELICALS (USA, Dead Ocean)

La sera scende…e i mondi si scontrano. E scontrandosi, secondo gli Evangelicals, emettono questa "cacofonia pop": glam riverberato, una scivolata nel funk e nel soul, un po' di psichedelico Kool-Aid, sintetizzatori fatti esplodere con la miccia lunga, chitarre sature…
Pitchfork non ha esitazioni e subito li benedice con un votaccio, ed in effetti il disco c'è! E quanto meno lo si riesce a mettere a fuoco, più l'ascolto si fa intrigante e sorprende: la scura narrativa in falsetto à la Suede del cantante Josh Jones, le aperture corali debitrici degli Animal Collective, le filastrocche anarchiche degne di Architecture in Helsinki e le orchestrazioni al limite del prog si susseguono fitte, pronte a spiazzarci, anche all'interno dello stesso brano.
"Like Marvin Gaye meets the Rocky Horror Picture Show."

myspace.com/evangelicals

http://it.youtube.com/watch?v=QzAcuQHm9R0
http://it.youtube.com/watch?v=3MsfkhFr-fs

Ascolti:

The Evening Descends, Dead Oceans 2008


DON VITO E I VELENO (Fe, La Tempesta)

E' arrivata La Tempesta, ciò che tocca diventa oro e nessuno può scappare: Hell Mundo è in peligro e un giorno o l'altro anche tu avrai qualcosa da difendere. Non è un editoriale sulla newsletter di Rockit ma l'acida realtà elettropop di Max Stirner e Jack Tormenta from Ferrara: tra rimasugli Mescal fine 90, noveltà Riotmaker, slogan da primi 883 e coscienza diversamente combat la pietanza è gustosa e digeribile, no trash no chic! Garantisce NHQ, lo studio più hip del momento.


donvitoeiveleno.it
myspace.com/donvitoeiveleno


http://www.youtube.com/watch?v=EB4p96krd5I

Ascolti:
Hell Mundo , La Tempesta 2008

GRETEL AND HANSEL (Bs, Madcap Collective)

Canzoni di marzapane servite accompagnate dai frutti della stagione psichedelica barrettiana. I Gretel And Hansel cantano di brevi fiabe (di)storte, e di bambini cattivi. La band gardesana, capitanata da Fausto Zanardelli, fondatore dell'etichetta bresciana Polka Dots e tastierista dei conterranei Edwood, ha pubblicato da poco il primo disco, Follow The Porcupine: "una piccola opera travestita da favola che in una mezz'ora scarsa e' capace di catapultare l'ascoltatore in un mondo distorto, da cui e' difficile uscire."

myspace.com/gretelehansel


Ascolti:
Follow The Porcupine, Madcap Collective 2008


Collante musicale a cura di:

??



Giovedì 05 giugno

MATT ELLIOTT (UK, Ici d'Ailleurs)

Caduto nella botte da piccolo. Imbottigliato nel traffico delle viscere. Antagonista radicale della presunta modernità. Inventore di linguaggi con Third Eye Foundation sui marciapiedi meno esposti di Bristol. Santissimo dei naufragati del Kursk nelle balere estive. Precursore dell'amore per l'est, del microsampling, dell'isolazionismo. Prima Drinking e poi Failing, inevitabilmente per le leggi della fisica, le sue Songs sono state colonna off degli ultimi tre anni, ma senza un tempo che non fosse tutto il passato, e uno spazio che non sia il pianeta. Struggente psychofolk timbrato Acuarela, così Stefano Bianchi su Blow Up: "Se avete un nonno, un'amicizia finita morta, deportata, devastata, annichilita, riscoprirete il piacere e il dolore di quel pianto che costa fatica ed è la nostra vita"…

thirdeyefoundation.com
myspace.com/mattelliotandthethirdeye


http://it.youtube.com/watch?v=l_w9TLwJGJA&feature=related

Ascolti:

Third Eye Foundation:
Sound Of Violence, Domino 1997
You Guys Kill Me, Domino 1998

Matt Elliott:

Drinking Songs, Acuarela 2005
Failing Songs, Acuarela 2006


PIROTH (SWE, Oma Gusti)

Le sorelle Nina and Johanna Piroth, riconoscenti alla madre che, bimbe, le scorrazzava tra le nostre alpi armate di chitarra e voci cristalline, si presentano con un mix di fragili armonie acustiche, bossanova che profumano d'estate, cori perfetti e ballate poetiche.
In uscita, inaspettato eppure sensatissimo, un disco di remix partecipato da due guru dell'infallibile etichetta di James Holden, la Border Community: l'algido connazionale Petter Nordqvist e l'eroe tecno.romantico Nathan Fake. Sentiremo.

piroth.se
myspace.com/sisterspiroth

http://it.youtube.com/watch?v=RiqUQ_Y0aGY
http://it.youtube.com/watch?v=Bf_pwuEaB-k

Ascolti:
Prima Ballerina, Oma Gusti 2008


ABOVE THE TREE (An, Polpo)

Dimenticate il blues ipertecnico da birreria, i giri ripetitivi, l'antistorica assenza di contaminazioni. Marco Bernacchia ha realizzato uno dei dischi italiani più belli dell'anno, del tutto avulso da logiche mercantili o considerazioni sui tempi: "Blue revenge" solletica i colpiti in fronte dal SIB-recupero del prewar folk dopo la liberalizzazione dei solchi, introducendo dosati quozienti di sperimentazione acustica sopra temi poco rough o raw. Un cuore nero batte a Senigallia.

myspace.com/bluerevenge1

Ascolti:
Blue Revenge, Polpo 2007


Collante musicale a cura di:
ENVER (blow up etc...)
enver.splinder.com


Venerdì 06 giugno

PRINZHORN DANCE SCHOOL (UK, DFA)

Duo di Brighton, Tobin Prinz e Suzi Horn (dal vivo accompagnati dal batterista Alistair Gavan):
registrano e creano la propria musica in una stanza all'interno di una cappella in disuso a fianco dell'autostrada prospiciente il cantiere navale di Portsmouth, il disco è stato registrato mixato e prodotto da James Murphy (sì, lui: Lcd Soundsystem) e Tim goldsworthy a nome della premiata ditta DFA.
Atipici pure per un'etichetta come la DFA, tutt'altro che dancefloor o catchy, il loro approccio alla forma canzone è decisamente estetico, un ruvido processo di semplificazione del brano che incastona sapientemente spazi vuoti e triplici slogan armonizzati nella metronomica tessitura ritmica di chitarra basso batteria. Nonsense punk suonato con una mano sola.
Coerentemente: sono registi dei propri videoclip (vedi sotto...), sono riluttanti al concedere interviste e al farsi fotografare e i loro concerti sono rarissimi, hanno battibeccato con la EMI (che distribuisce la DFA) per avere il proprio disco e materiale promozionale stampato su carta riciclata e sono probabilmente l'unico gruppo al mondo senza una pagina myspace. "The internet is to blame".

prinzhorn-dance-school.com


http://www.youtube.com/watch?v=gVvWlusY5Sk
http://www.youtube.com/watch?v=cYIvOpJTTnQ
http://www.youtube.com/watch?v=huLplQFezHk

Ascolti:
Prinzhorn Dance School, DFA 2007


NO SEDUCTION (Ve)

Clic, paralisi, scatto. Preferite la scheda "power trio stoner-garage-nowave, efficace dal vivo, con liriche puntute e sociopolitiche" o la lingua free che non definisce ma adopera giri quali "portatori di Zeitgeist nel remixarsi electro per i club, con pari vigore da dancefloor nu-r*ve, e sciolta promenade dal palco"? Il live dei chioggiotti soddisferà entrambe le esigenze, fungendo da veleno e da antidoto alla voglia di indie. Flash: la foto è mossa perché il soggetto è in volo.

noseduction.com
myspace.com/noseduction


Ascolti:
Copyrighted, Autoprodotto 2008


Collante musicale a cura di:


ONGA

Boring Machines
myspace.com/boringmachinestv

inoltre:

Arteinimmagini:

dal 31 maggio al 6 giugno. Asu e Mondayscreen, in collaborazione con Fondazione March e l'associazione Attivarte, propone 7 serate di videoproiezioni non stop di giovani videoartisti. L'idea di quest'anno è quella di scoprire e valorizzare la giovane, giovanissima, emergente-urgente arte del video.


1 giugno 08: L'associazione culturale no profit Attivarte, nata a Venezia nel dicembre 2007, dopo aver dato vita ad ACCADE 2008 - Mutazione contemporanea, un progetto che ha l'ambizione di rendere la giovane arte protagonista indiscussa di una serie di eventi espositivi e culturali che si stanno svolgendo da aprile 2008 nel territorio di Venezia e Mestre, sarà ospite di una serata di proiezioni al Summer Student Festival 08.
Dopo "Traiettorie liquide", l'evento creato in collaborazione con la Fondazione Bevilacqua La Masa che ha ospitato la mostra collettiva negli spazi della Galleria di Piazza San Marco dal 24 al 27 aprile, un assaggio della nuova videoarte veneziana e non nel territorio padovano: filo conduttore della scelta delle opere deei giovani artisti, è l'acqua e le sue potenzialità espressive.


nelle altre serate: Fondazione March e ASU propongono:

Où va la vidéo?

Selezione videoartistiche di giovani artisti a cura della Fondazione March
In che direzione si sta muovendo la ricerca artistica legata alla giovane videoarte?
Où va la vidéo? La domanda posta dai Cahiers du cinéma negli anni ottanta tentava di ripercorrere e di creare allo stesso tempo la storia di un giovane mezzo in forte espansione, che stava rivoluzionando il mondo visivo e il modo stesso di guardare la realtà. I nuovi mezzi di videoregistrazione infatti, economici e maneggevoli, consentirono a tutta una schiera di artisti emergenti di misurarsi con un nuovo mondo.
I migliori video selezionati dal bando Où va la vidéo, promosso da Fondazione March, verranno proiettati non-stop durante le serate del festival.
www.fondazionemarch.org


A partire dalle giovani video-ricerche degli artisti che in questi anni stanno costruendo il proprio modo di vedere e di far vedere la realtà…un abbozzo di risposta.




L'iniziativa è patrocinata e finanziata da: Esu, Università degli Studi di Padova (ex l. 3/8/85, n.429), Comune di Padova - Progetto Giovani


Testi e idee:
Enver, Mauro, Sergio, Simone, Valeria

Progetto grafico Flyer/Poster/Pieghevole/Tshirts:
Tankboys www.tankyou.it

Realizzazione Tshirts:
CANEDICODA www.canedicoda.com