martedì 7 ottobre 2008

MAHJONGG (USA, K records) MAR 07 Ottobre StalkeR*eloaded

pulse#95
MAHJONGG (USA, K records)
groovy/nowave/techno-afrobeat/disco/mindblowing ethno-funk
MARTEDI 07 Ottobre, ore 21.30
(vai qui per le indicazioni per arrivare)


La molla si è caricata a sufficienza da permetterci le prime prove tecniche di avviamento autunnale.

Mahjongg, ovvero scatto istantaneo, traiettoria fuori controllo e impatti multipli, le tessere del gioco cui si ispira il nome della band che esplodono in semispazi ben lungi dall'essere banalmente fisici.
Giungono report entusiastici da parte di chi ha avuto modo di vederli nelle prime date del tour; da Cesena:
"Concerto enorme, viscerale, bellissimo. Non perdeteveli".
D'altra parte non poteva essere diversamente, la lineare conclusione cui si giunge dopo l'ascolto (nel caso di chi scrive, continuato) del loro "Kontpab", ultimo disco (di due) sulla storica K records, è che i Mahjongg dal vivo devono essere in grado di stupire e coinvolgere.

Definirne lo stile è uno sforzo trascendentale, in definitiva inutile: ci sono dei soggetti che hanno una precisa funzione socio/estetica, quella di mantenere il mondo un posto bizzarro e stimolante. E i chicagoani in questione, seppur finora con discrezione, assolvono il compito con eso/is/terica efficacia.
Tralasciando la marea di divini dogmi geometrici forniti dalla stessa band via comunicato (passi il Dio Kontpab, passi pure la suggestiva simbologia del gioco cinese, e anche la dicotomia The Grid/The Sphere, ma non riesco a risparmiarvi la programmaticità di una frase come la seguente: "As a collective, Mahjongg believe that the body of human knowledge is our most prized asset, and the harmonic proportions of music are universal in other fields of endeavor"), resta la sostanza, molta e di varia provenienza.

L'ascolto è imprescindibile, e al di là dell'inevitabile myspace, sul sito della K records vi potete sciroppare tutto "Kontpab" in streaming.
Se avete poco tempo, DOVETE investire 8 dei vostri minuti nellascolto dell'incredibile Rise Rice, nona ed ultima traccia dell'album... un tripudio di tribalismo poliritmico sintetizzato che è semplicemente "oltre": sciabordate
di synth fuori dal tempo, percussioni afro pneumatiche, recitato apocalittico e mantra sognanti: la fine del mondo potrebbe non essere poi male, se dalla console decidessero che questa possa esserne la colonna sonora.

Se invece la Rivelazione Definitiva non vi vedesse ancora sufficientemente preparati, potete farvi instillare nel cervello quella zuccherosa melodia bubblegum che emerge dal rumore saturo in Those Birds are Bats: complici quelle chitarrine così maledettamente Brian Eno '73, potreste trovarvi a canticchiarla appena svegli per giorni.

Oppure potete sogghignare schivando i colpi delle pistole laser che accompagnano la canzonatoria Tell Police the Truth ("They'll believe you/If you've done nothing wrong/You've nothing to fear/Start from the beginning/With all the details")

Qualcuno magari si chiede "chissà come suonava il primo album?" http://it.youtube.com/watch?v=WtG1jko4bxA

Dal vivo i Mahjongg sono in cinque e si presentano con 1,5 batterie, chitarra, basso, tastiere assortite, svariati etti di silicio, numeri primi a bizzeffe e netta propensione all'improvvisazione.
Ci manca di sapere se si portino a spasso anche in Europa il subwoofer da duemila watt di cui si favoleggia in qualche recensione, noi speriamo di sì,
ma a quel punto non vorrete mica correre il rischio di farvelo raccontare da chi c'era, no?

Se vi chiedono a chi assomigliano:
ESG, Beck, Black Eyes, El Guapo/Supersystem, Liars, LCD Soundsystem, A Certain Ratio, Talking Heads, James Chance & The Contortions, Arthur Russell, Battles, Out Hud, Gang of Four.

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