venerdì 18 dicembre 2009

pulse#120: AU (USA - Aagoo) @ Pixelle VE 18 Dicembre

ASU Associazione Studenti Universitari in collaborazione con Pixelle presenta:

Pulse#120:
AU(AaGoo, USA)

AU

weird / pop /(not so) quiet folk
www.myspace.com/peaofthesea/
http://www.au-au-au.com

Venerdì 18 Dicembre @ Pixelle, via Domenico Turazza 19 int.4 h.22.30


Concludiamo la mesata di dittonghi con quello discendente di AU (in
realtà, vedendola dalla prospettiva anglofona, trattasi di ei-iu. Trittongo? )
A maggio scorso erano stati già ospiti pulsivi, sul palco dei carichi sospesi, un caldo come pochi, ma ne era valsa assolutamente la pena: da un lato il genio compositivo generosamente pop del polistrumentista Luke Wyland, dall'altro l'estrosità di uno dei batteristi più coinvolgenti e talentuosi recentemente visti, Dana Valatka (già in Jackie-O-Motherfucker).
All'epoca di tale data l'album che veniva portato in tour era "Verbs", risultato del contributo di moltissimi artisti di Portland coagulatisi attorno al capofila Wyland,
e la domanda che ci si poneva era come sarebbe stata resa tale coralità in un live a due.
La risposta, ex post, la si poteva riassumere in "Non lo so, ma spaccavan di brutto".
Il concerto ai carichi era finito inaspettatamente con il pubblico entusiasta raggruppato sulla scena che urlava, incitato dai due musicisti, cose che a PD fan sempre un certo scalpore, pur lasciando inevitabilmente un retrogusto catartico da terapia di gruppo (nulla da rimproverare agli AU, anzi... è il contesto padovano che difficilmente si lascia andare, e quando succede non ci si può che auspicarne un effetto terapeutico).

Nel frattempo l'estate è passata, è arrivato l'autunno: ad ottobre e novembre gli AU hanno aperto il tour americano di WHY? (Anticon). E leggendo in rete pare che gli abbiano pure rubato la scena...
Ad ottobre è pure uscito un loro ep,"Versions", accolto bene da Pitchfork e benissimo, qui da noi, da Blow Up (8 sul numero di novembre, vedi più
avanti lo stralcio di recensione).


Trattasi in realtà per buona metà di brani dal precedente Verbs, rivisti in chiave duo, probabile fall out dell'esperienza e della consapevolezza scaturita dai numerosi live che han coinvolto intensivamente Luke e Dana nell'intervallo tra le due pubblicazioni, come se i nostri avessero semplificato sopra e sotto elementi ritenuti ora superflui lasciando la sostanza, strumenti e la bellissima voce di Wyland in primo piano, arrangiamento accurato ma mai ridondante.

Ve ne proponiamo una recensione del sempre puntuale SentireAscoltare.

Skippando al finale, gli AU tornano in tour in Europa dopo meno di sei mesi, e data la rara bellezza del live e dei brani proposti dalla band, abbandoniamo la tipica reticenza a ripeterci in tempi così ravvicinati e quindi ci si vede lì!

Per tutti, prezzo egualitario: 6 euro.
+ tessera arci, of course



Per ora Pulse va in vacanza, non senza un piccolo presente, ovvero una combo video + intervista risalente ad ormai più di un anno fa, il video è quello del brano Fools, tratto dal concerto è quello dei DODOS, datato novembre 2008; il tutto ovviamente impacchettato sul Blog, per l'esattezza
QUI

qui invece un po' di recensioni, la prima da Blow Up, su Versions:


"Luke Wyland è uno straordinario talento di Portland... Ha tre dischi bellissimi alle spalle... Ha uno sviscerato interesse per tutto lo sperimentalismo americano, per la forma canzone corrotta e per la teatralità.
Insomma, un piccolo genio. Questo straordinario EP, ennesima dimostrazione della contagiosa inventiva sottesa al progetto, propone oltre a uno splendido inedito a nome Ida Walked Away, una serie di radicali stravolgimenti di brani tratti dalla produzione precedente.
Alla grossa potresti dirlo folk, ma contaminato di ascendenza colte e di quell'attitudine agli scompaginamenti della forma che sono propri dell'avanguardia e del jazz... fifties lounge, oscillazioni elettro-Umiliani, slide guitar perse nell'iperspazio, misticismi Popol Vuh, romanticismi Mercury Rev, carioca, vaudeville, Nino Rota, minimalismi mertensiani, tripudi di Hamond, suggestioni balcaniche..
E poi disarticolazioni elettroacustiche, strumenti trovati, declinazioni
populiste, ebbrezze sboccate, fantasmi canterburyani... Rispetto a quelle edite, queste versioni sono se possibile ancora più splendenti, sentite, imprescindibil... E investitti da tanta creatività non si può che pensare e sperare che ne vedremo ancora delle belle"
(8) P.Pardo, Blow Up novembre 2009


la seconda su Verbs:

Un delizioso coro di più di 20 persone da un lato e la tensione attutita di una malinconica ninna-nanna dall'altro.
Tra questi estremi così distanti si muove la sconcertante espansione estetica di Verbs, il nuovo lavoro dell'acclamato collettivo pop sperimentale di Portland Au (pronuncia "ay you"), che con le sue vorticose profondità ed intelligenti intuizioni promette di essere una delle sorprese più appaganti dell'anno.
Dopo l'esordio omonimodello scorso anno, l'architetto degli AU, Luke Wyland, ha fatto dei passi enormi per andare oltre la schiva sensibilità di quel disco e si è spinto verso nuovi confini.
Questo ha significato, in pratica, mettere insieme una vera e propria band - il cui fulcro è rappresentato dai polistrumentisti Johnathan Sielaff e Mark Kaylor - ma anche, in termini più ampi, aprirsi alle considerevoli risorse musicali di Portland.
Di conseguenza, Verbs è ricco dei contributi forniti da quasi trenta musicisti, in una lista che include le vocalist Sarah Winchester (A Weather) e Becky Dawson (Ah Holly Fam'ly, Saw Whet) oltre a, tra gli altri, membri di Yellow Swans, Parenthetical Girls ed Evolutionary Jass Band, il tutto a creare l'istantanea di un particolarissimo angolo dell'estesa comunità musicale della città.
Il disco che ne viene fuori - registrato nel corso di tre giorni ai Type Foundry Studios di Portland e finito nei due mesi successivi nello studio di Wyland - scorre tra estremi originali e improbabili e così jam pop come "RR vs D", si trovano assolutamente a proprio agio vicino alle meditazioni di "Two Seasons" e "Summer Heat". Inoltre, i diversi movimenti del disco lavorano in modo coeso e autonomo più che in passato, grazie anche agli arrangiamenti che si sviluppano per tutta la lunghezza dell'album.
Verbs è l'evoluzione entusiasta di tutti quei diamanti di pop asimmetrico che brillavano già nel debutto, le cui gemme calde e in stile Appalachi hanno trovato
corrispondenti con i suoni di Arnold Dreyblatt, Animal Collective, Terry Riley, Steve Reich e Grizzly Bear.
Le sue soluzioni inaspettate, guidate dalla mano sicura, competente e "classica" di
Wyland, ci regalano un disco sorprendente ed immediato al tempo stesso, carico di gioia
onesta e palpabile e che chiede solo di essere ascoltato.











mercoledì 16 dicembre 2009

Estratto video + Intervista: Dodos - pulse#99 (bis) @ Stalker Realoaded

Secondo episodio della combo Video+Intervista.
Si riparte dal #99(bis): Dodos - Stalker Reloaded, 25 novembre 2008
Il brano eseguito nel video è:
Fools
tratto da:
Visiter
(French Kiss, 2008)



PULSE#99 (bis) - Dodos live @ Stalker Reloaded [PD] from Pulse Data on Vimeo.



Stalker Reloaded, Padova 25/11/2009

Arrivo allo Stalker un po’ stizzita per il pacco gigante tirato dai Ruby Suns che avrebbero dovuto aprire la serata e che invece hanno preferito tornarsene in Nuova Zelanda, nonostante si fossero aggiudicati la colonna sonora dei miei viaggi in treno invernali. Suonano al loro posto gli anconetani el Cijo . Tra un cambio palco e l’altro ne approfitto per fare due chiacchiere con i Dodos. Ma capisco di dover per forza prima far conoscenza con la tour manager italiana che per altro vuole assistere all’intervista (che ansia!). I due comunque sembrano tranquillissimi uno in perfetto american outfit sorride ,l’altro più serio, un ciuffo scuro gli nasconde gli occhi e porta unghie decisamente più lunghe delle mie, sul momento inorridisco, poi mi viene in mente il tanto citato fingerpicking ed è tutto più chiaro.

Chi di voi si vuole presentare?

Logan: Batteria.

Meric: Voce e chitarra.

Quando hai cominciato a suonare Meric eri da solo e il nome della tua prima band era Dodo Bird, quando vi siete incontrati tu e Logan?

Meric: Ci siamo conosciuti due anni fa, quando lui era ancora un giovane metallaro skater. (risata)

Io stavo cercando un batterista e ora ci ritroviamo ad avere un cugino in comune: Ben..

Mi stai dicendo che siete diventati parenti?

Meric: No aspetta, ti sto facendo fare confusione: non abbiamo nessun legame di sangue. Però credo ci siano modi diversi di essere ugualmente legati, noi pensiamo e ci relazioniamo allo stesso modo perciò dico che siamo come cugini. Per di più quando abbiamo suonato la prima volta insieme ci ha presentato proprio mio cugino Ben e da lì eccoci.

Dove avete registrato il vostro ultimo album Visiter, uscito da poco per French Kiss?

Meric: L’abbiamo registrato a Portland, in un posto simile a questo.. certo senza tutte le insegne, senza la pubblicità della Budweiser e scritte che dicono “save your life, it’s crazy time” che comunque mi piacciono molto.

Si chiama “Type Foundry Studio” ed è un vecchio magazzino fornito di moltissimi strumenti, alcuni anche piuttosto complessi e strani. John Askew che è il proprietario dello studio ci ha aiutato a registrare .

Il vostro sound è genuino e diretto, anche l’uso degli strumenti, vi si può definire musicisti analogici in un mondo in cui prevale il digitale? Com’è il vostro rapporto con la tecnologia?

Logan: mi viene in mente proprio un episodio di poco tempo fa. Eravamo in tour con i Ruby Suns , che sono ripartiti stamattina (nella mia testa risuona un MALEDIZIONE!). Loro sono estremamente disinvolti nell’uso della tecnologia: molti sampler, pedali e altri effetti che usano per i loro pezzi. Ecco, guardando i loro set, oltre che suonandoci insieme, ho realizzato quanto io sia totalmente incapace di lavorare in modo così armonico e integrato con la tecnologia, a parte per l’uso basilare che ne facciamo su batteria e chitarra.

Ma è dunque tra i vostri propositi approfondire?

Logan: Sono molto interessato alle molteplici possibilità che offre. Per esempio Meric usa spesso il sampler per la voce, ma credo che noi siamo più attaccati ad un uso diretto, forse primitivo degli strumenti. (risata)

Meric: Vogliamo mantenerci fedeli al nostro istinto. Io amo l’uso della tecnologia digitale in musica, ma credo si tratti anche di una questione di resa live: io preferisco e mi diverte molto di più vedere persone che si muovono e suonano i loro strumenti.

In particolare la batteria, suona in un modo per cui mi piace vederla e sentirla.. come qualcosa che sta accadendo realmente, invece del solo movimento di dita...

Come quando si controlla la mail..

Meric: Si, ecco: anche se il suono che ne esce è tanto esplosivo da sembrare un vulcano proprio non mi convince visivamente, né ascoltando lo trovo affascinante.

A proposito del vostro background musicale, ho letto che tu Meric a parte la passione per la new wave, sei un buon conoscitore di poliritmi e percussioni africane. Non ti dispiace lasciare tutta la sessione ritmica a Logan?

Meric: Si certo. Io nella mia testa sono un incredibile batterista, (risata) ma quando si tratta di prendere in mano le bacchette non riesco minimamente a suonare come suona Logan, inoltre mi sento di smentire chi continua a dire che sono un eccezionale conoscitore di qualcosa.. a parte forse del mascarpone con la mostarda che ho appena scoperto stasera. (risate)

E tu Logan che mi dici della tua band progressive metal di una volta?

Logan: Uh, loro stanno andando forte anche senza di me. Forse non proprio forte come prima, ma vanno avanti bene. Non li ho più visti suonare da quando li ho lasciati ma so che hanno ancora date in giro. A volte mi viene un po’ di malinconia a pensare al mio periodo metal, ma credo che quello che sto facendo ora mi renda molto più soddisfatto.

I tuoi gusti musicali sono ancora gli stessi di prima?

Logan: Non del tutto. Mi piace ancora ascoltare musica pesante, ma non dello stesso tipo. Ad esempio, mi sono reso conto che un sacco di vocalizzi dell’heavy metal mi annoiano adesso.

A volte sono eccessivamente ridicoli, come nel black metal o nei pezzi strumentali heavy metal..non riesco nemmeno più a sopportare lo screaming hardcore, non hanno più niente a che vedere con la mia personalità. Perciò sì, i miei ascolti sono cambiati un po’.

Qual è lo show che avete fatto che vi è piaciuto di più? Raccontatemi qualcosa del concerto che avete fatto a Los Angeles di fronte ad una classe di bambini.

Meric: Oh, si beh era un anno fa, o forse più. Più che uno show era un suonare e tentare di stimolare qualcosa. Noi siamo andati in quella scuola con i nostri strumenti e abbiamo semplicemente fatto un po’ di rumore, dei suoni.. I bambini ci hanno fatto moltissime domande e anche riempiti di disegni che abbiamo pensato poi di sfruttare riutilizzandoli per le illustrazioni di Visiter e tutta la promozione del disco.

Il concerto che ci è piaciuto di più non saprei, ne abbiamo fatti molti durante questo tour. Ecco,forse l’altra sera a Vienna, eravamo lì, vero? Sì, Vienna e poi Praga … Ed è stato molto bello: abbiamo suonato a Praga di fronte ad una folla davvero entusiasta ed è stato incredibile perché noi non c’eravamo mai stati prima! Poi dopo il concerto abbiamo passeggiato sotto la neve e girato un po’ la città. E’ eccitante vedere cose che sono molto più antiche del mio paese, reperti che si conserveranno per sempre, piazze, mura antiche. Tutto questo forse non ha molto a che vedere con i concerti, ma ha a che fare con l’esperienza in tour… prossima domanda.

Cosa mi dite dei vostri lavori precedenti? Li avete abbandonati definitivamente?

Logan: Non ho mai ufficialmente chiuso con il mio lavoro, più che altro hanno capito che non sarei più tornato, non a breve. Però qualcosa del mio lavoro mi è tornato utile anche qui, c’è ad esempio un battito che ho in testa e che proveniva nello specifico da una delle macchine che usavo a lavoro; non l’abbiamo ancora utilizzato in un pezzo, ma molto probabilmente lo faremo, sta solo aspettando.

E tu Meric eri un cuoco..

Meric: Io ho definitivamente chiuso con il mio lavoro, non solo per la musica: ho realizzato di essere veramente pessimo, per cui non credo ci tornerò mai più a meno che le cose con la musica non si mettano davvero male...

Però devo dire che aver fatto il cuoco per un periodo ha aiutato in una certa misura il modo che ho di scrivere canzoni; molte di queste, soprattutto del primo disco, Beware the Maniacs, le ho scritte mentre cucinavo, venivano spontanee. Inoltre in cucina si ha la piena libertà di urlare per cui puoi cantare quanto ti pare e la gente non ci fa caso, o per lo meno fa finta di non farci caso.

Credo che cucinare e scrivere canzoni siano due cose molto simili e posso dire di essere più bravo in una cosa piuttosto che nell’altra.. non so bene quale comunque.

Il pezzo di apertura di Visiter, “Walking”, fa da colonna sonora ad uno spot pro Obama, cosa ne pensate?

Meric: Credo si trattasse di una proposta per uno spot su Obama. Non so se poi è stato effettivamente utilizzato. Comunque mi è sembrato grandioso! Intendo siamo molto felici che la nostra musica sia stata scelta per qualcosa di così forte. E comunque noi sosteniamo Obama e siamo piuttosto informati riguardo cosa sta accadendo ed è accaduto negli Stati Uniti.

In questo periodo abbiamo lasciato il Paese perché suonare in Europa era un’opportunità imperdibile, l’attitudine delle persone e il modo in cui siamo stati trattati, insieme alle opinioni su di noi quando c’è stato modo di discuterne, sono molto positive nonostante non ci fossimo mai stati.

Intervista a cura di Daniela Cia

Riprese: Luca Ferraris e Giulia Tirelli
Montaggio: Giulia Tirelli e Sergio Pigozzi

Video realizzato in collaborazione con Punto Video Toselli/Punto Giovani

martedì 8 dicembre 2009

pulse#119: Aa - Big A little a (US-Deleted Arts) @ Pixelle Ma 08 Dicemb

Big A little a (US - Deleted Art)















































http://www.myspace.com/alittlea http://www.sleeep.com/aa/

Martedì 08 dicembre 2009 h. 22
@ Pixelle, via Turazza 19

Di nuovo, Brooklyn. Di nuovo la batteria, e di nuovo la plastica.

Gli Aa sono una delle band più innovativamente inquiete nella New York degli ultimi 6 anni, evolevendo costantemente il loro unico marchio fortemente stilizzato di massimalismo "DIY" attraverso frequenti cambi di formazione e strumentazione.

Sembra di sentire i Liars di "Drum’s Not Dead" in una jam coi Boredoms più spiccioli, dalle parti di Animal Collective con echi sintetici, quelle voci e quelle urla.

L’approdo al long play degli Aa è un delirio cosmico dai tratti convinti e duri, dalle fattezze ultraterrene e dal clamore devastante. Tre batterie e un sintetizzatore per formazione quanto mai aperta, tanto che non ci è dato quasi sapere chi ci sia dietro ai suoni e quale sia il percorso seguito.

Il suono poliritmico del gruppo evoca elementi di dance globale, hardcore, electro, psych, e altre influenze, con una sensibilità che trascende il caos per creare qualcosa di fresco e frizzante .

Un set di percussioni acustiche / elettroniche sempre più ibrido, il sound denso di paesaggi sonori elettronici, voci pesantemente processate, e un distintivo spettacolo di luci minimale, rendono le performance live degli Aa cariche di atmosfera, frenetiche, e sempre sorprendenti.

File Under: Boredoms, Animal Collective, Aphex Twin








venerdì 20 novembre 2009

Pulse#118: EDIE SEDGWICK (Dischord-USA)+WoraWoraWashington (ShyRec) @ StalkeR*eloaded c/o AltrAgricoltura

Dopo l'ottima e affollata serata infrasettimanale dell'altro dì con Nudge e Lotus Plaza alla calorosa Mela di Newton (che stasera propone una nostra vecchia conoscenza...), si cambia genere e luogo:

lo spazio è ancora una volta quello dello Stalker, presso AltrAgricoltura Nordest, nella ziggurat di c.so Australia 61.

Giusto perché i posti e i soggetti con cui si collabora non si scelgono a caso, l'invito è quello ad entrare in contatto con una realtà unica nel panorama padovano, con il suo gruppo di acquisto solidale (Il Ciclo Corto), con la sua proposta di nuova aggregazione sociale e di stili di vita consapevoli, non solo in termini alimentari, ma proprio in termini di costruzione di relazioni interpersonali slegate da dinamiche di mercato.

Ideologico, dite? mah...


ASU, Associazioni Studenti Universitari

presenta:
pulse#118
EDIE SEDGWICK
(Dischord - Washington, USA)


http://karlamm.files.wordpress.com/2008/12/edie-sedgwick.jpg

anzi, no:
http://b5.ac-images.myspacecdn.com/00401/57/00/401080075_l.jpg
[Electro funk / Pop / Indie / Harsh Beat / Punk Dance]

http://www.myspace.com/ediesedgwick
http://www.ediesedgwick.biz/

+ Wora Wora Washington (ShyRec, Ve)


http://www.myspace.com/woraworawashington


Venerdì 20 Novembre 2009,
ore 22.00
@ StalkeR*eloaded c/o AltrAgricoltura NordEst, C.so Australia 61, Padova
(qui le indicazioni per arrivare)


Qui non ci son storie: la serata è di quelle che poi, quando non ci sei andato e te la raccontan quelli che invece c'erano, t'incazzi.

Ovviamente per gli aficionados di vecchia data non serve nemmeno dirlo, probabilmente erano in una delle due condizioni sopra citate qualche anno fa (pulse#28!!, di cui sotto trovate un nostalgico estratto dalla relativa newsletter) quando Justin "destroyer" Moyer, fu protagonista di un live assolutamente border line, in equilibrio sulle 4 scrivanie dell'ASU, armato di parrucca,

tubino paillettato, lettore DVD, proiettore e autoreggenti .

"Never played on a bunch of desks before" disse lui, mentre noi si rifletteva piuttosto sul fatto che ancora non si era visto un vegano accompagnare
una pasta coi broccoli con un bicchierone di Gatorade!
Ma chevvuoi, gli USA generano fenomeni strani, si sa, ma fossero tutti così...
E non a caso è uno dei fenomeni del già all'epoca sbilanciato star system stellestrisce ad essere oggetto di questo che un tempo non avremmo avuto dubbi a definire un divertissment provocatorio del cantante bassista degli El guapo / SuperSystem:
“What plastic lies beneath this mask / What empty logic of beautiful zeros” sono i due sintetici versi con cui Justin identifica Edie Segdwick, musa warholiana autobarbiturizzatasi in giovane età...
E invece, complice lo scioglimento dei SuperSystem, (e, se non interpreto male, anche degli
Antelope, altro degnissimo progetto justiniano) le cose si fan più complesse, e oltre che più sinistre, anche più consistenti: per dirne una, l'inevitabile e felice approdo alla fugaziana
Dischord (e d'altra parte come dire di no ad uno che si presenta con una letterina come questa?) e l'integrazione, nella line up di una vera band,
nei live specie statunitensi.
Nel tour in corso, seppure senza band al completo, la formazione si allarga ad includere la promettente Basla Andolsun (chitarra e voce di Andalusians, anche lei su Dischord) nel ruolo di corista e performer tra proiettore e schermo.

Quindi ecco servito "Things Are Getting Sinister And Sinisterer", uscita dischord numero 161, disponibile in LP e digital download = no CD, ascoltabile in streaming qui.
Il concept rimane immutato: 10 tracce con titoli per lo più riconducibili al jet set cinematografico, 10 molotov incendiarie da lanciare sul dancefloor per farci saltare, una satira tagliente e impietosa, ma soprattutto 10 brani brevi e musicalmente immediati, scanditi da secche bassline (tra Rickenbaker e synth) e batteria dritta e spigliata, capaci di suonare come "Fela Kuti meets Screaming Jay Hawkins meets the Ol’ Dirty Bastard at a Warhol exhibition".

In realtà i riferimenti sono tanti e altri, oltre ai "suoi" el Guapo/Supersytem ed Antelope, arrivano anche chiari rimandi a i fasti passati di A Certain Ratio, Pop Group, Gang of Four, senza dimenticare che comunque qui si parla di un artista cresciuto musicalmente nella Washington di Fugazi, Unwound e quant'altri.


Perfettamente in linea, e non solo per il rimando geografico nel nome, l'apertura affidata al live dei tre Wora Wora Washington, veneziani e non di primo pelo, ma capaci di un esordio freschissimo su Shyrec, sia per il piglio dei dieci pezzi in mezzora, sia per la data di rilascio appena trascorsa.

Anche qui i bpm non mancano, i synth strabordano e il suono è affilato.




pulse#119: 08 Dicembre 2009 Aa / Big A little a (Deleted Arts, USA) @ StalkeR*eloaded / Altragricoltura NordEst, Padova
pulse#120: 18 Dicembre 2009 AU (Aagoo, USA) @ Pixelle, Padova

qui link a qualche recensione di "Things Are Getting Sinister and Sinisterer":
http://www.ondarock.it/recensioni/2008_ediesedgwick.htm
http://www.adequacy.net/2009/02/edie-sedgwick-things-are-getting-sinister-and-sinisterer/







ecco invece la NL di pulse#28, anche lui reloaded, per l'occasione:

"Edie Sedgwick is the hardest working
drag queen in show bizness, writing
songs exclusively about her celebrity friends."


pronti per l'ultima puntata del 2005.
coordinate necessarie: Justin Moyer prima del riassegnamento di genere di cui sotto poteva semplicemente essere indicato come il cantante e bassista (e in tempi andati pure batterista) di El Guapo / SuperSystem (già con noi nel SSF.04)

Edie Sedgwick invece non è più tra noi da circa 35 anni, un veloce bagliore nella New York anni '60 di Andy Warhol: attrice protagonista in due suoi films (Kitchen, Beauty n°2), musa (e forse non solo) di Bob Dylan, fino alla sua morte per eccesso di barbiturici nel 1971.


Bene: la notiziona è che Edie si è reincarnata nel vettore fisico del corpo di Justin.

Perchè mai? chiederete voi...
la risposta, candida, è: per cantare canzoni sulle celebrità.

"L'unica cosa che possa fare un'artista alla ricerca della stabilità
sulla mobile sabbia della nostra età" dice lui (o lei, a questo punto...)

Noi ci fidiamo, anche perchè, tornando a parlare di musica, il suo Her Love Is Real... But She Is Not è ottimo:
14 canzoni, ovviamente tutte intitolate ad attori del jetset hollywoodiano da Schwarzenegger, che addirittura si merita
due tracce, a Sigourney Weaver
...
Se volessimo indicare un genere, diremmo Electro Pop, se volessimo trovare dei riferimenti in
altri artisti potremmo elencare:


Adult, El Guapo, Antelope, the Rapture, Le Tigre, Kevin Blechdom, Chicks on Speed, DFA,
Talking Heads, Weird War, the Faint.






martedì 17 novembre 2009

Pulse#117: Nudge & Lotus Plaza (Kranky, USA) @ La Mela di Newton - Mar 17.11.2009 PD

Bene, inauguriamo la programmazione patavina di pulse, festeggiando pure la recentissima apertura di un nuovo spazio attivo cittadino, ossia La mela di Newton, circolo arci in centro (via della Paglia, laterale della quieta e suggestiva riviera Tiso da Camposampiero) cui auguriamo il meglio e oltre.

Si parte così... con una combo a nome Kranky, una delle migliori etichette indipendenti di sempre, che dal 1993 con quel maledetto Prazision LP dei Labradford ha segnato la storia di certa musica infilando una sfilza di artisti cardine quali: God Speed You Black Emperor, Pan American, Jessamine, Amp, Tim Hecker etcetc...


Notare bene: data la centralità della Mela, la data infrasettimanale e i buoni rapporti di vicinato, il concerto terminerà tassativamente alle 22.30, per cui abbiamo ipotizzato di cominciare al più tardi alle 20.30, quindi l'orario di apertura alle 20 che leggerete più avanti, no, non è un refuso!


NUDGE + LOTUS PLAZA (Kranky, USA)

http://metropolinvisibile.files.wordpress.com/2008/12/cover2.jpg

http://www.myspace.com/nudgetheband

Martedì 17 Novembre 2009, ore 20.00
@ La Mela di Newton, via della paglia 2, Padova




Nudge è
un collettivo condotto da Brian Foote (responsabile della promozione delle uscite Kranky nonché proprietario della label Audralingt) attorno a cui ruotano membri più o meno fissi (Honey Owens in arte Valet, storica componente dei Jackie-O-Motherfucker... Paul Dickow aka Strategy... Mark Hellner aka Pulse Programming) ed è uno dei più intelligenti e rigeneranti ascolti di questi anni: un miscuglio di dub, drone music, ambient, shoegaze e free-folk...

Questo commento sul recente ep "Infinity Padlock" rende bene l'idea:
"Basterebbe solamente elencare la line-up per far venire i brividi a chiunque sia minimamente sensibile a questioni di musica... Terzo album, terzo capolavoro. La grandezza dei Nudge non è una semplice sommatoria dei soggetti che portano avanti questo progetto, ma è la curiosità di scoprire cosa c'è oltre, di suonare con la generosità degli adolescenti e non con la supponenza dei giganti della musica. Sicuramente le singole "componenti" sono tutt'altro che impercettibili: c'è la psichedelica Kranky, c'è il free-folk dissonante dei Jackie, ma ciò che più stupisce di "Infinity padlock" è la struttura sonica straordinariamente amalgamata, come se i quattro si fondano dentro un altoforno, fuoriuscendo sotto forma di una colata d'acciaio, incandescente e compatta. Ne viene fuori un disco intenso e passionale, che parte inscenando delicate atmosfere alla Piano Magic e prosegue con la splendida "Angel decoy", travolgente delirio drone-noise-shoegaze, dove sembra localizzarsi l'esatto punto d'incontro tra i Bardo Pond ed i Sigur Ros più radicali. La successiva "Sickth" sembra un pezzo di My Brightest Diamond remixato da un Fontanelle sotto effetto di chetamina fornitagli da Polmo Polpo, mentre la conclusiva "Time delay twin" è una rivisitazione di Tim Buckley in versione altamente lo-fi. Incantevolmente amabile"
http://it.wordpress.com/tag/nudge-infinity-padlock


Questo invece è Stefano Isidoro Bianchi/Blow Up sull'appena uscito "As Good As Gone":
"Fanno un mix di classica psichedelia Kranky (suoni impastati e oppiacei, droning, qualche hippismo '60) nu-elettronica e dub, ma con ambizioni spesso squisitamente popM e anche stavolta non si smentiscono a partire dalle iniziale Harmo e Two Hands che riescono nel non facile intento di racchiudere tutte quante le componenti del loro suono fino a sfiorare, coi ricordi, alcune cose della Too Pure... Tito potrebbe appartenere ai Portishead e Burns Blue potrebbe esserne un remix fumatissimo... Il nuovo buon disco dei Nudge, band indecifrabile ma dalle belle idee" (7) Come detto, ad arricchire ulteriormente la serata la presenza di LOTUS PLAZA, side project di Lockett Pundt, chitarrista (nonché autore di molti brani) dei DEERHUNTER... "Tra versi sghembi, frivolezze psych, rigurgiti post-punk e spirito da dopoguerra, "The Floodlight Collective" regala, pur nella sua acerbità, tre quarti d'ora di insano divertimento. Respirando i tepori degli ultimi Animal Collective e unendovi gli umori più dreamy di marca Deerhunter, i Lotus Plaza hanno saputo forgiare un disco che sfiora corde di pura poesia." ONDAROCK

Il tutto sarà servito con proiezioni live a cura di Stacie Jaye Meyer http://www.sjmfineart.com "It's a combination of stop motion footage done by the band, vintage minimal computer animations and close-ups of Hans Jenny's cymatics experiments http://www.cymatics.org/ "

prezzo dell'operazione solo 4 euro!
non dimenticate la tessera arci!!!


nudge "war song" from nudge on Vimeo.



nudge 'cymatic' from nudge on Vimeo.









venerdì 13 novembre 2009

party?

Per chi legge per tempo, appuntamento venerdì 13 h.21 in via tartini

mercoledì 4 novembre 2009

Pulse#116: Upstart (Disko B, DE) + Elix (Karmasonica) Dj set @ ELEFANTE ROSSO - MESTRE Venerdì 06 novembre 09

Seconda tranche della serie mestrina, in collaborazione ancora con Elefante Rosso, venerdì sera proponiamo due ottimali dj set (Upstart, con Elix in apertura), in recupero dalla data di venerdì passato!

Ricordiamo ai partecipanti del pulse#115 scorso che per loro l'ingresso alla serata è gratuito.




UPSTART (Disko B, Munich)
















Electro funk / Techno / Thrash

http://www.diskob.com/
http://www.myspace.com/diskobhome

Upstart è il nome di battaglia di Peter Wacha fondatore e motore primo della label di Monaco Disko B, con cui ha ha dato alle stampe lavori di gentaglia come: Dj Hell, Silicon Soul, Stereo Total, Electronicat, Console, Abe Duque.
Considerato insieme ai mattatori Dj Hell e Richard Bartz
come uno dei perni fondamentali della "Munich Techno", Peter è inoltre titolare del fantastico e fornitissimo negozio di dischi Optimal a Monaco.

http://www.diskob.com/
http://www.myspace.com/diskobhome


Aprirà la serata il set di Elix, speaker della trasmissione domenicale su Karmasonica (Sherwood radio)

http://www.myspace.com/andergroundelix

Ricordiamo ai partecipanti del pulse#115 scorso che per loro l'ingresso alla serata è gratuito.

Per tutti gli altri, comunque solo 3 euro.
+ tessera arci, of course


ci si vede lì
ciao



Come Arrivare

L'Elefante Rosso si trova a Mestre in via della Crusca 34, laterale di via Martiri della Libertà.
Per chi viene da fuori città: dalla tangenziale di Mestre prendere l'uscita Treviso / Terraglio. Alla rotonda che si incontra subito usciti dal passante seguire per Venezia / Zona Industriale. Vi troverete su una grande strada a 2 carreggiate (via Martiri della Libertà). Dopo 2 km trovate via della Crusca sulla destra.

http://www.elefanterosso.com


Info:
The munich-based electronic music label Disko B was founded in 1991 by Peter Wacha aka Upstart as dance-department of his independent label Sub Up Records (releasing among others the german cult pop/punkbands FSK, Die Goldenen Zitronen, Merricks) which was already in existence since 1985. The original name of the label was disko bombs, targeted towards a bombardement of the disco mainstream with progressiv electronic music sounds. The first release of the New York based SILICON SOUL (db 1) entered the german dance charts at the first go.

After one Ragga and one Rave 12, KOTAIs Susis Daydream (db 4) was the first pure techno-release on Disko B in 1991. The same year Upstart, Dorothea Zenker, David Süss and Cpt. Reality started the legendary Ultraworld parties (which lead to the worldwide respected ULTRASCHALL club and meanwhile merged into the club ROTE SONNE www.rote-sonne.com). With releases of producers like DJ HELL, RICHARD BARTZ aka ACID SCOUT, ROBERT GÖRL or DJ GOOD GROOVE Disko B established itself as one of the most profiled techno/electronic music labels worldwide. The Vienna-Munich-connection with Cheap Records lead to the release of the scandalous Porno by PATRICK PULSINGER (db35) and SUSANNE BROKESCHs experimental ambient milestone Sharing The Sunhat (db60) and Disko Bs image between dancefloor-straightness and experimental electronica deepened during the mid-ninetees.

Disko Bs international artist roster with artists like I-F, JAY DENHAM, BLAKE BAXTER, THE RANCHO RELAXO ALLSTARS, UNIT MOEBIUS, HELL, ARTIST UNKNOWN or ABE DUQUE aka KIRLIAN spread the sound of the Disko B family around the world.

Disko B has been able to continue an output of high quality electronic music over the years. In 2005 Disko B signed the Band STEREO TOTAL from Berlin and thereby clearly (re-)opened the labelsound in direction of punk and alternative. Relases by CONSOLE, GEBRUEDER TEICHMANN, ACID PAULI, JAY DENHAM or GOOD ENOUGH FOR YOU and new albums by ELECTRONICAT or CREME DE MENTHE followed. The latest Disko B signing is SCHLACHTHOFBRONX.


VIDEO:








venerdì 30 ottobre 2009

Pulse#115: Eugene Chadbourne (USA) live + Upstart (Disko B, DE) Dj set @ ELEFANTE ROSSO - MESTRE Venerdì 30 ottobre 09

La prima data della collezione autunno inverno Pulse è in trasferta: venerdì 30 ottobre ci si trasla in quel di MESTRE, all'ELEFANTE ROSSO, club Arci di recente istituzione, ma dalla sede storica (Jam/Teranga), in via della Crusca 34.


Come Arrivare
L'Elefante Rosso si trova a Mestre in via della Crusca 34, laterale di via Martiri della Libertà.
Per chi viene da fuori città: dalla tangenziale di Mestre prendere l'uscita Treviso / Terraglio. Alla rotonda che si incontra subito usciti dal passante seguire
per Venezia / Zona Industriale.
Vi troverete su una grande strada a 2 carreggiate (via Martiri della Libertà).
Dopo 2 km trovate via della Crusca sulla destra.


http://www.elefanterosso.com




EUGENE CHADBOURNE (House of Chadula, USA)























[Country / Sperimentale / Jazz]
http://www.eugenechadbourne.com/
http://www.myspace.com/eugenechadbourne


VENERDI' 30 Ottobre 2009 ore 22:00
@ ELEFANTE ROSSO - Via della Crusca, 34 MESTRE


La prima data della collezione autunno inverno Pulse è in trasferta:
venerdì 30 ottobre ci si trasla in quel di MESTRE, Venezia, all'ELEFANTE ROSSO, club Arci di recente istituzione, ma dalla sede storica (Jam), in via della Crusca 31.

Chiediamo scusa per l'annunciata doppietta su blog e facebook, purtroppo un imprevisto logistico ha reso impossibile la presenza di Peter Wacha aka Upstart per domani sera, ad ogni modo la consolle non rimarrà vuota, e il dj set post concerto sarà a cura di Cilloman.

Poco male, la mitosi pulsistica ci viene in aiuto, e da un venerdì sera se ne fanno due: il patron della Disko B recupererà dunque il DJ set il venerdì successivo, 6 Novembre 2009, e per farla tutta, insieme ad Elefante Rosso si è pattuito che chi viene domani per Chadbourne, il sei beneficierà di un ingresso aggratiss, giusto per scusarci dell'inconveniente.


Come Arrivare

L'Elefante Rosso si trova a Mestre in via della Crusca 34, laterale di via Martiri della Libertà.
Per chi viene da fuori città: dalla tangenziale di Mestre prendere l'uscita Treviso / Terraglio. Alla rotonda che si incontra subito usciti dal passante seguire per Venezia / Zona Industriale. Vi troverete su una grande strada a 2 carreggiate (via Martiri della Libertà). Dopo 2 km trovate via della Crusca sulla destra.

http://www.elefanterosso.com

EUGENE CHADBOURNE (USA, House of Chadula)

Dr. Eugene Chadbourne ha 55 anni, suona la chitarra, il banjo e molto altro.
Improvvisatore blasfemo di country western, Chadbourne è il piu' eccentrico ed eterodosso dei solisti creativi. Contaminato dai miraggi e dagli incubi della civiltà psichedelica, erede della musica totale di Zappa e del musichall politico dei Fugs, ma immerso fino al collo nella "trash culture" (cultura della spazzatura) dei punk, ha coniato il linguaggio musicale più eretico e blasfemo della sua era. In maniera del tutto coerente con la sua fondamentale incoerenza, ha scelto l'innocuo country come struttura portante di tanto fracasso.

Alla fine degli anni settanta (dopo aver brillantemente risolto il dilemma "Canada o Vietnam?") Eugene improvvisa con John Zorn e Tom Cora a New York.

Gli anni 80 si aprono con il rockabilly demenziale e dissonante degli Shockabilly, lui intanto fissa il suo acido impegno politico, poi si aggiunge ai Camper van Beethoven, sempre coverizzando il mondo intero, fa dischi con They might be giants et alter.

Negli anni 90 ritrova e scompagina folk e country, scambia la chitarra elettrica con quella acustica, creando così un sound totalmente personale, in cui la sua indole di improvvisatore rumorista rivolta sorniona sonorità più traditional.

Il percorso continua, tra sfilze di dischi e nastri autoprodotti e collaborazioni eccellenti non solo nel mondo del jazz, incontrando musiche antipodali ed esotiche, per consegnarci oggi un artista incredibilmente eclettico, capace di performance surrealmente avant ma al contempo esilaranti e caustiche, capaci di frullare musiche altre, d'altri e d'altri tempi sempre all'insegna di un buon umore iconoclasta.

Collaborazioni con: John Zorn, Violent Femmes, i nostrani Zu, Sun City Girls, Elliot Sharp, Fred Frith, Derek Bailey,They Might be Giants, Keiji Haino, Marc Ribot, David Toop, Susie Ibarra, Tom Cora, e ci fermiamo qui...


In calce trovate un emblematico report di un suo live recente, (da Sentireascoltare) che la dice lunga su ciò che vi perdereste nel caso non veniste!

Il costo dell'operazione, al solito sottodimensionato dato il calibro dell'artista in questione, ma si sa, noi vi si vuole bene...
è di soli 7 euro

Chiudiamo con un breve compendio delle date a venire, chiaramente suscettibile di variazioni in aggiunta:

pulse#116: 6 novembre 2009 Upstart (Disko B, DE) + guest @ Elefante Rosso, Mestre, Ve

pulse#117: 20 novembre 2009 Edie Segdwick (Dischord, USA) @ StalkeR*eloaded / Altragricoltura NordEst, Padova

pulse#118: 8 dicembre Aa / Big A little a (Deleted Arts, USA) @ StalkeR*eloaded / Altragricoltura NordEst, Padova



Eugene Chadbourne
Museo Della Musica Bologna (24 Febbraio 2009)
Comicita e ricerca musicale, parodia e eclettismo. Eugene Chadbourne dimostra ancora una volta che la musica sperimentale può andare tranquillamente a braccetto con il country, il noise, il metal e il clownesco.

Alla faccia di chi pensa che la musica sperimentale (d’avanguardia, anticonformista o come diavolo la si voglia chiamare) sia per forza una roba noiosa e di chi crede che i musicisti “impegnati” debbano (chissà per quale motivo, poi) essere barbosi bacchettoni che suonano per un pubblico elitario e serissimo. L’altra sera, nella saletta del Museo della Musica di Bologna, Eugene Chadbourne ha dato prova del contrario, dimostrando che la comicità può andare perfettamente a braccetto con la ricerca musicale, senza che quest’ultima perda di credibilità. E lo ha fatto a modo suo, con quell’ inconfondibile stile da americano giramondo, capace di adattarsi a qualsiasi platea e, soprattutto, a generi musicali distanti anni luce tra loro.

Solo con un banjo e una chitarra, il musicista statunitense, noto per le sue svariate collaborazioni (da John Zorn a Fred Frith, da Jello Biafra a Derek Bailey, fino ai romani Zu), è riuscito ad ipnotizzare i presenti per un’ora e mezzo con uno show esilarante e capace di abbracciare, in poco più di un giro d’orologio, mondi musicali agli antipodi.

Senza tanti convenevoli, Chadbourne ha esordito con una serie di brani country, che spesso e volentieri si dilatavano, sfociando in improvvisazioni free, con il banjo trasformato in un ibrido tra uno strumento a corde e una percussione.Dopo una mezz’oretta eccolo imbracciare la chitarra elettrica, distorta e compressa all’inverosimile, e lanciarsi in una serie di cover. Are You Experienced? Di Hendrix sarebbe praticamente irriconoscibile sotto le sferzate noise della sei corde, se non fosse per l’ormai classico stop and go con la declamazione della frase che da il titolo al brano. Dal rumorismo estremo al suono chiaro e limpido ci passa un colpo al pedale degli effetti. Ed ecco il Nostro esibirsi in un duetto (degno di un imitatore di professione) tra Bob Dylan e Louis Armstrong sulle note dello standard Stardust. Ma non c’è sosta e il pubblico non ha ancora smesso di ridere che arriva la sua personale rilettura del classico del classici del rock’n’roll, Roll Over Beethoven, trasformato per l’occasione in un geniale “Roll over Berlusconi”!

La comicità musicale di Chadbourne possiede l’efficacia che solo i grandi attori riescono a suscitare, tanto è raffinata e mai grossolana. E, soprattutto, imprevedibile. Quanto meno te lo aspetti, il vecchio Eugene ti mostra il pezzo da novanta, tirando fuori uno strumento di sua invenzione: il rastrello “elettrificato” (!). Chadbourne gironzola per un quarto d’ora esplorando tutte le sfumature del rumore con il suo nuovo arnese, ora graffiando il pavimento,ora sfruttando il suono del contatto elettrico con le luci.

Non importa che sia un concerto gratuito e che ai presenti potrebbe già bastare. Lui è in vena, il pubblico anche e quindi, imbracciato di nuovo il banjo, ricomincia con le sue deliranti melodie pseudo country.

In questi casi ci si può solo lamentare del fatto che tutte le cose, prima o poi, finiscono. Eccezionale.
Daniele Follero





domenica 9 agosto 2009

mercoledì 10 giugno 2009

Summer Student Festival
































Un festival a ciel sereno.

"Ah ma fate il festival anche quest'anno?"
In molti ce l'hanno chiesto in queste settimane mentre cercavamo di far quadrare un cerchio ciclico di sfighe. Ma quest'anno non vi vogliamo raccontare delle difficoltà, del mancato intervento di due dei quattro soggetti che storicamente supportavano il festival (Progetto Giovani ed Arci Padova) ma vogliamo invitarvi a passare con noi 5 serate che, governo ladro, si prospettano finalmente calde ed asciutte (per quanto possano essere asciutte delle serate a Padova, beiniteso). Terzo all'anno all'insegna del tormentone Je t'aime e terza location: torniamo nel giardino della mensa Piovego, dove un po' tutto ebbe inizio (2004, Sodastream e El Guapo, per chi c'era, e anhe lì, vampagna elettorale per le amministrative....). Lo spazio è piccolo ed intimo. Quindi chi prima arriva meglio alloggia.
Passiamo al programma, che per quanto sfoggi nomi meno noti dell'anno passato, a nostro avviso è forse il programma più riuscito in assoluto in termini qualitativi. Quest'anno pochi tour interessanti durante la settimana, quindi ci siamo inventati il festival chiamando direttamente per una data one shot diversi artisti europei o di passaggio in Europa di nostro totale gradimento.
Le prime due serate sono una sfida Germania - USA, per ricordare lo sbarco in Normandia. Per la Germania scenderanno in campo mercoledì Niobe e Guido Moebius, per gli Stati Uniti giovedì Shooting Spires e Lucky Dragons.
Una sfida a distanza. Dirige il match il bolognese Quakers & Mormons.
Venerdì appuntamento assolutamente da non perdere con gli svedesi Wildbirds & Peacedrums, batteria e voce (che voce!) che da sole sanno creare un'alchimia magica, e Debora Petrina, che gioca in casa a pochi giorni dall'uscita di In doma, il suo nuovo, splendido, disco. Sabato ignorante e danzereccio con Max Tundra, one man band inglese che ricorda "a naso" il protagonista di American Pie. Aprono gli anconetani Dadamatto: ci sarà da divertirsi. Infine gran chiusura domenica con il duo Dj Rupture e Andy Moor (chitarrista degli Ex) e i bresciani Aucan: sano rumore per chiudere alla grande la settimana.
scheda e link per tutti più sotto, per video e altro consultate http://www.myspace.com/summerstudentfestival, o il blog Asu http://asu.blogsome.com/
Non mancheranno proiezioni a cura di MondayScreen e, forse, un intervento teatrale
Come al solito la birra e i panini saranno tra i più economici in città.
Ringraziamo l'Università degli Studi di Padova e l'ESU per la collaborazione e il contributo.
Ringraziamo chi di voi ci emozionerà, come ogni anno, e in particolare chi festeggerà con noi il 25esimo compleanno dell'associazione.




Mercoledì 10


GUIDO MOEBIUS (Autopilot, DE)

Chitarre funky, bassi profondi, battiti e sibili elettronici. Tutto solo ed in loop il berlinese Guido Moebius si presenta per la prima volta in Italia dopo aver dato alle stampe Gebirge, uno dei più divertenti ed originali dischi ascoltati sin qui nel 2009. Pezzi sbilenchi che partono in circolo e poi si perdono tra code noise, fiati strozzati, campioni di scacciapensieri. Qualcuno ha definito la sua musica avant-funk dadaista. Che dire: chaupeau!

discografia consigliata:

Gebirge Autopilot 2009

ascolti:

http://www.myspace.com/guidomoebius




NIOBE
(Tomlab, DE)


Yvonne come Yma (Sumac), Cornelius nel nome del compositore giapponese. Niobe e l’etichetta Tomlab stanno come un millepiedi in cento scarpe: indietronica anni Zero, vocalismi lounge-jazz sulla soglia dell’età pensionabile, equilibrio tra vuoto e pieno, leggerezza tropicale. Una linea sottile unisce “Voodooluba” e “White hats” all’album più recente, “Blackbird’s echo”, uscito a maggio e che vede tra i produttori dj Olive e David Grubbs: interessante sarà osservare come nell’era della piena riproducibilità tecnica la tedesca di Colonia tradurrà sul palco tanto minimalismo elettro-acus(ma)tico, così fragile, così fascinoso, faraway/so close…

discografia consigliata:


Radioersatz Tomlab 2001
Voodooluba Sonig 2004
White Hats Tomlab 2006
Blackbird's Echo Tomlab 2009


ascolti:

http://www.myspace.com/niobeniobe






Giovedì 11


Quakers and Mormons (Igloo Collective, Bo)

“It all started in New York town”, la seconda casa del mondo per il suo sindaco Bloomberg. Quindi anche per l’hip hop virato klezmer di Maolo Torreggiani, leader dei My Awesome Mixtape: uno che le canzoni le sa scrivere, cimentandosi ora in campioni da Miles Davis per arrivare allo yiddish di SoCalled dopo l’ascolto transatlantico di uno come Beirut.


ascolti:

http://hypem.com/artist/quakers+and+mormons



Shooting Spires (Carboard, USA)

Shooting Spires è il progetto solista di B.J. Warshaw, cantante/tastierista nei Parts and Labor. Messosi momentaneamente in pausa dal progetto principale,
concentra i suoi sforzi e creativi e di ricerca in un disco di songwriting pop a tratti introspettivo e delicato, specie quando la sospensione di materia elettronica e distorta lascia emergere diretta la forma canzone.
Riferimenti: Bowie/Eno periodo '70, TV on the Radio.


discografia consigliata:

Shooting Spires Cardboard 2008

ascolti:

http://www.myspace.com/shootingspires

Lucky Dragons (Upset the Rhythm, USA)

Ci sono i concerti normali e poi ci sono le esperienze uniche, per la magia che evocano e per l'irripetibilità che solo il concorrere di fattori quali artisti, luogo e pubblico può generare.
Le performance audio-video di Lucky Dragons (= Daigo Fukuryu Maru, nome della barca da pesca giapponese il cui equipaggio fu investito dal fallout nucleare del test di Bikini Atoll) sono un invito fuori dagli schemi al contatto e alla relazione con natura e persone, un rito digitale celebrativo della spiritualità umana,
La musica è estatica ed incatalogabile, un fiorire digitale di creatività libera, beats che apre uno spiraglio di speranza sul nostro futuro tecnologico. Li edita l'ottima Upset the Rhythm, già etichetta di band culto come No Age e Gowns, mentre appongono entusiasti il loro bollino qualità Centre Pompidou e Transmediale Festival.
Per molti il live "must see" del dell'anno. James Holden dice del loro disco: "Utterly utterly brilliant, jangly, acoustic, hippy-jam-session music that is also in places completely dance music."


discografia consigliata:

Dark Falcon
555 Recordings 2002
Widows Marriage Records 2006
Dream Island Laughing Language Upset! The Rhythm 2008

web:

http://www.hawksandsparrows.org/
e il sito del loro collettivo spontaneo di disegno
http://sumiinkclub.com/

ascolti:
http://www.myspace.com/luckydragons


Venerdì 12



Petrina (Pd)

Miss Debora ha suonato il piano allo Stone di John Zorn e alla Fenice, sul palco indie del MEI come a Cuba. E nel suo esordio registrato tra quattro mura padovane ospita Elliott Sharp, Ascanio Celestini ed Amy Kohn. Credenziali a favore di questa farfalla jazz poliglotta, disneyana e sensuale, che stasera gioca “In doma” con lo spirito di Herbert.


discografia consigliata:

In Doma Autoprodotto 2008

web:

http://www.debora-petrina.com/

ascolti:

http://www.myspace.com/deborapetrina




Wildbirds & Peacedrums (Leaf, SWE)

Lei e lui, Wildbirds and Peacedrums: voce e batteria. Sembra poco, sulla carta, ma si cambia idea dopo poche battute di “There's no Light”, singolo dal secondo ”the Snake": subito si intuisce la cifra di uno dei fenomeni “pop” più spiazzanti del periodo, puntualmente targato “Leaf”.
Tribalismi percussivi asciutti, una cura del suono e del silenzio intesi come strumenti complementari; una voce, quella di lei, potente e precisa in grado di evocare paesaggi netti e suggestivi.
Per la coppia di maestri di conservatorio di Goteborg il background jazz e blues fa da solida struttura per deviazioni e verticalismi vocali.
Il risultato è uno dei live più dinamici e coinvolgenti che si vedano sui palchi europei.


discografia consigliata:

Heartcore Leaf 2008
The Snake Caprice Records 2008

web:

http://www.myspace.com/wildbirdsandpeacedrums



Sabato 13



Dadamatto (Records! S'il Vous Plait, An)

Brutti anatroccoli punk diventano risoluti falchi powerpop. I tre volatili di Senigallia hanno creato lo choc tra quanti non pensavano che si potessero coniugare suoni abrasivi con liriche stralunate e un eclettismo di fondo anche all’interno della stessa canzone. Da inserire nell’elenco “artisti che meriterebbero molto più di ciò che stanno avendo”.


discografia consigliata:

Il Derubato che Sorride Records! S'il Vous Plait 2008

ascolti:

http://www.myspace.com/dadamattometal


Max Tundra
(Domino, UK)

"Io sono un autarchico. E tre indicazioni di genere nel mio profilo myspace non mi bastano". Dai vangeli apocrifi di Ben Jacobs, postmoderno sognatore di pecore elettriche ovvero strumentista completo al modo di un Momus da club, capace di catturare il pubblico delle chitarre come quello dei bit/beat digitali: stanziale in Domino dopo un primo singolo Warp, Max Tundra sfrutta campioni di Amiga e campioni dAl mondo per il suo old ravey synthrock -più Shamen che Simian- fino a diventare il cocco di Pitchfork remixando Franz Ferdinand, Architecture in Helsinki e Pet Shop Boys. Lasciategli un messaggio su youtube e avrete risposta al concerto!


discografia consigliata:

Children At Play Warp Records 1998
Mastered By Guy At The Exchange Domino 2002
Parallax Error Beheads You Domino 2008

web:

http://www.maxtundra.com

ascolti:

http://www.myspace.com/maxtundra


Domenica 14

Aucan (Africantapes, Bs)


I tre bresciani dal 2005 danno vita ad un progetto post-hardcore sballato, squinternato e sfaldato che strizza l'occhio ai Tortoise per l'abbondante uso di melodie ed elettronica, ma che guarda anche in casa propria alla strada tracciata dai Don Turbolento. Riff ipnotici, intarsi dub, e suoni distorti alternano momenti di lucida pacatezza a indiavolati fragori mitigati solo dal synth.

discografia consigliata:

AUCAN Africantape/Ruminance 2008

ascolti:

http://www.myspace.com/aucan



Dj Rupture + Andy Moor
(Unsuitable, USA/NE)

Ovvero: il Negrophonico e il gratuggiachitarre. Esclusiva primizia per l'italia, a latere di una manciata di date in Olanda, il SSF09 chiude con l'orgoglio panafricano attualizzato di Jace Clayton, distillato in anni di dj set e mixtapes suonati e raccolti tra New York e il Mondo intero, da un lato del palco, e dall'altro la trentennale militanza anarco/punk di Andy Moor, chitarrista dei seminali The Ex. Dubstep in collisione libera con staffilate Fugaziane, turntablism virtuoso ma sempre profondo ricamato di frammentazioni chitarristiche dalla precisione chirurgica. Bass Vs Noise.
L'inaspettato duo, rodato in anni di improvvisazioni dal vivo, convince anche su disco, tant'è che i due mettono in piedi un'etichetta per licenziare ad inizio anno un disco di estratti live, "Patches", in cui trovan posto campioni di Tracy Chapman come di Smashing Pumpkins.

discografia consigliata:

Patches Unsuitable Records 2008

web:
http://www.negrophonic.com/

ascolti:
http://www.myspace.com/deejayrupture
http://www.myspace.com/andymoortheex



testi: Enver, Sergio, Simone




E poi non dimentichiam lo spazio proiezioni:

calendario Summerscreen

Il progetto Mondayscreen, rassegna cinematografica a cura di ASU, redivivo in versione estiva SUMMERSCREEN, si trasferisce presso i Giardini della mensa Piovego dal 10 al 14 giugno 2009 all’interno dell’iniziativa Summer Student Festival. Special guest: Fondazione March con OU VA LA VIDEO? 00.00.02, selezione di giovane videoarte.

Nello spazio proiezioni video, cortometraggi e lungometraggi dalle 21.30 ad oltranza.

Un assaggio di programma:

Mercoledì 10 giugno da mezzanotte Fondazione March OU VA LA VIDEO? 00.00.02

Giovedì 11 giugno dalle 21.30 selezione video da Joseph Cornell, Brian Eno, Richard Serra, Wim Delvoye, Samuel Beckett e Alain Scheider, Cindy Sherman, Man Ray, Bill Viola, Fernard Léger, Alexander Calder, Mary-Beth Reed, Isabella Rossellini…+ film Control (2007) di Anton Corbijn

Venerdì12 giugno dalle 21.30 selezione video + cortometraggio La finestra sul nulla + Le mani sulla città (1963) di Francesco Rosi

Sabato 13 giugno dalle 21.30 selezione video di Chris Cunningham + film Dave Chappelle’s Block Party (2005) di Michel Gondry

Domenica 14 giugno dalle 21.30 Fondazione March presenta OU VA LA VIDEO? 00.00.02 + film Amores Perros (2000) di Alejandro Gonzalez Inarritu.



Tutto ciò è possibile grazie all'ASU Associazione Studenti Universitari, Il Sindacato degli Studenti
con il contributo di Esu Ente per il Diritto allo Studio Univerrsitario, e UniPD, Università degli studi di Padova


giovedì 23 aprile 2009

venerdì 27 marzo 2009

Estratto video + Intervista: Sylvain Chauveau - pulse#104 @ Teatro Ruzante




Introduciamo con questo una nuova tipologia di post, retroattivi diciamo. Ove possibile comprenderanno estratti video di alcuni degli eventi passati, interviste ed eventuali report.
Buone cose!



Si parte con Sylvain Chauveau, pulse#104 - teatro Ruzante Padova 12.12.2008
Il brano eseguito nel video è:
La Lettre Qu'il N'Envoya Jamais,
tratto da

Un Autre Decembre ( Fat Cat, 2003 )









Intervista

La tua musica ha radici profonde che derivano dalla classica: Debussy, Ravel e Satie, ma anche nella “musique concrète” o nella scuola elettro-acustica di Pier Henry e Luc Ferrari. Allo stesso tempo ti fa piacere se il tuo suono viene qualificato come post rock. Mi dai una mano a mettere in ordine le idee?

Si ci sono un sacco di riferimenti a tutti gli artisti che hai citato, ma io provengo dal rock, questo è il tipo di musica con cui ho iniziato quando ho cominciato a suonare, in verità molto tardi a 19/20 anni. Comunque dopo essermi cimentato a cantare e a suonare la chitarra ho voluto sperimentare dell’altro perché volevo smettere di ripetere le stesse cose dei gruppi inglesi o americani che mi piacevano. Allora mi sono detto, il massimo che posso dare in quest’ambito è esattamente quello che sto facendo, perciò devo trovare qualcosa di diverso.

‘Ok sono francese, ho questo accento francese ed ho anche un altro background culturale da cui posso tirar fuori qualche idea’. Questo è il motivo per cui ho guardato alla musica del mio paese, e mi sono chiesto cos’è la musica francese? Mi sono venuti in mente questi nomi, famosi compositori di musica classica come Debussy, Ravel, Satie, Fouret. Ho pensato che potevo prendere gli strumenti che loro usano, come piano e archi, e magari potevo fare qualcosa mescolando questi al rock. Per cui si, credo che la mia musica sia rock, ma sono l’unico a saperlo perché in verità non suona come tale, bensì molto tranquilla, musica da camera. Se però ascolti attentamente si tratta di strutture che derivano dal rock, melodie semplici, ripetizioni …

Quindi ciò che è fondamentale per te è l’attitudine?

Non intendo esattamente questo, quello che è veramente importante per me è la musica, ma dovevo trovare qualcosa di diverso, un’idea. Per me è un modo per inventare qualcosa, ovviamente non si tratta di musica nuova, in verità è musica di un altro secolo addirittura, ma il modo in cui la compongo deriva dal rock, la filosofia del “do-it-yourself”, del punk rock, ecco per me si può parlare di punk rock!

“Down to the bone” è un album di musica da camera in cui rifai dei pezzi dei Depeche Mode. Hai ricevuto qualche commento da parte di Dave Gahan?

Dave Gahan, non ha mai ascoltato l’album, e nessun’altro della band l’ha fatto. Lo so per certo perché ho incontrato Daniel Miller il boss della Mute Records, a cui qualcuno aveva dato il mio disco e lui l’aveva ascoltato, così quando abbiamo avuto occasione di parlarne mi disse che gli era piaciuto molto. Mi confidò però anche che nessuno della band l’aveva voluto ascoltare e ho capito che questa era l’ultima cosa al mondo che avrebbero voluto, perché ci sono così tante cover dei Depeche Mode che spuntano ogni settimana in tutto il mondo, ed è pazzesco perché loro stanno suonando ancora queste canzoni da 25 anni, per cui quando tornano a casa non hanno nessuna voglia di ascoltare altri album che rifanno i loro pezzi.

Ti sei divertito però a fare quell’album?

Beh posso dire che ora è molto divertente eseguire questi pezzi live, mi piace suonarle di fronte ad un pubblico, cantare con lo stream player e il piano, questo è molto bello. Ma lavorare sul disco e registrarlo è stato veramente pesante, un incubo.

Mi ci sono voluti 8 anni, tempo per trovare gli strumenti adatti, gli arrangiamenti migliori, dei buoni musicisti, l’etichetta e ovviamente i soldi per registrarlo. Per cui è stato un lavoro terribilmente lungo. Inoltre è difficile cantare in studio, perché devi essere perfetto per registrare, ho impiegato ore e ore sempre sulla stessa canzone. E’ stato pesante, ma quando sono davanti ad un pubblico mi lascio andare e cerco solo di divertirmi anch’io.

Il tuo ultimo album “Nuage” raccoglie due colonne sonore che hai creato per il cinema. Me ne parli un po’? Ad esempio, hai visto il film prima di iniziare a comporre?

Si Nuage era la colonna sonora per un film dal medesimo titolo il cui regista è il francese Sebastien Betbeder. Ho lavorato con lui per tutto il tempo, ho creato la musica per quasi tutti i suoi film per cui conosco molto bene i suoi lavori e lui la mia musica. Il lavoro sulle musiche è cominciato prima che il film cominciasse ad essere girato, abbiamo prima chiarito l’ambientazione e poi insieme ci abbiamo lavorato da subito.

C’è addirittura una scena in cui io compaio e suono la chitarra in un live …

E com’è andata?

Mah, per me è stato terribile e credo che siano state eliminate molte parti delle riprese perché erano veramente pessime, io non dovevo dire assolutamente nulla, ma anche solo il modo di guardare in camera era tremendo, credevo di non farcela mai. Comunque abbiamo lavorato molto bene insieme anche perché il regista ,Sebastien, è appassionato di musica e sa bene quello che vuole e ciò che invece non gli piace, per cui è stato un procedere fianco a fianco sulla musica e spero che questa collaborazione prosegua ancora nel tempo.

Quando sei arrivato alla Fat Cat? E ti va di raccontarmi della terribile esperienza alla DSA?

Sono arrivato alla Fat Cat, semplicemente mandando loro una demo come chiunque altro, è stato tanto tempo fa, avevo appena fatto un album e l’etichetta non mi stava pagando, purtroppo questa è una storia che capita spesso, così mi guardavo intorno per cercarne una nuova per il secondo album.

Ho contattato credo 10 etichette ma Fat Cat mi rispose dopo circa 3 mesi dicendomi che per loro era ok e che erano favorevoli a realizzare un disco insieme. Ad ogni modo prima di loro io ero ancora registrato su un’altra etichetta, la DSA, e l’ultimo mio album stava per uscire lì, allora resi subito chiaro il fatto che nonostante ciò io volevo registrare ugualmente un album per Fat Cat.

Mi decisi a fare una sorta di Ep dal titolo “Un Autre Décembre” che uscì nel 2003, restando comunque ancora sotto contratto anche con DSA, io ho pensato ‘bene è una buona etichetta’, in realtà dopo pochi anni hanno smesso di pagarmi e quando uscì quell’album di cover dei Depeche Mode che vendette 9.000 o 10.000 copie, io non vidi un soldo e nemmeno ci conto più. Mi hanno dato 200 euro da poco, ma non c’è niente da fare è incredibile.

Ma si trattava di un’etichetta giovane? Non che questo giustifichi tale comportamento, ma magari può essere significativo in termini di serietà e affidabilità …

No, l’etichetta non era giovane, la DSA ha più di 25 anni … ho realizzato poi che avrebbero fatto lo stesso con chiunque altro. A meno che tu non lo sappia da prima. E’ pazzesco, non immagini il numero di case discografiche che non pagano i loro artisti, sono tante, anche le più grandi. Ho conosciuto molti musicisti che escono per loro e che mi hanno detto, sanno perfettamente che non verranno mai pagati per le vendite … per cui ‘benvenuto nel club mi dico’ …

Hai mai sentito parlare della youtube orchestra? Un’orchestra i cui musicisti vengono reclutati da tutto il mondo solamente attraverso dei video su youtube. Cosa ne pensi?

Sono molto attratto da youtube, ma non sapevo nulla di questa storia, anzi grazie, wow potrebbero anche creare una sorta di orchestra di persone che suonano in luoghi separati e allo stesso tempo puoi sentire ciascuno suonare in modo indipendente. Mi piace certa musica che trovo su youtube, a volte ci sono delle cose incredibili, ad esempio hai mai sentito di questo tizio Jerry Philips, lui crea musica solamente con le mani facendo pressione l’un l’altra. Ma ce ne sono moltissimi altri sul genere che mi fanno impazzire.

Io ho in mente ora di un tizio, tale monssieur trompette che suona qualsiasi melodia attraverso i claxon che ha appesi su tutto il corpo …

Si si l’ho visto incredibile, è una sorta di virtuoso del claxon … un’altra cosa che mi lascia sempre a bocca aperta sono le “rap battles” , in cui rapper si sfidano improvvisando e il pubblico sceglie applaudendo il preferito. So che ora si sfidano anche attraverso i video su youtube. Anch’io vorrei partecipare una volta, mi piacerebbe davvero! Appena arrivo a casa me ne guardo uno!



Intervista a cura di Daniela Cia (RADIO BUE)

Riprese e montaggio del clip di Giulia Tirelli
Video realizzato in collaborazione con Laboratorio Punto Video Toselli/Punto Giovani