venerdì 30 ottobre 2009

Pulse#115: Eugene Chadbourne (USA) live + Upstart (Disko B, DE) Dj set @ ELEFANTE ROSSO - MESTRE Venerdì 30 ottobre 09

La prima data della collezione autunno inverno Pulse è in trasferta: venerdì 30 ottobre ci si trasla in quel di MESTRE, all'ELEFANTE ROSSO, club Arci di recente istituzione, ma dalla sede storica (Jam/Teranga), in via della Crusca 34.


Come Arrivare
L'Elefante Rosso si trova a Mestre in via della Crusca 34, laterale di via Martiri della Libertà.
Per chi viene da fuori città: dalla tangenziale di Mestre prendere l'uscita Treviso / Terraglio. Alla rotonda che si incontra subito usciti dal passante seguire
per Venezia / Zona Industriale.
Vi troverete su una grande strada a 2 carreggiate (via Martiri della Libertà).
Dopo 2 km trovate via della Crusca sulla destra.


http://www.elefanterosso.com




EUGENE CHADBOURNE (House of Chadula, USA)























[Country / Sperimentale / Jazz]
http://www.eugenechadbourne.com/
http://www.myspace.com/eugenechadbourne


VENERDI' 30 Ottobre 2009 ore 22:00
@ ELEFANTE ROSSO - Via della Crusca, 34 MESTRE


La prima data della collezione autunno inverno Pulse è in trasferta:
venerdì 30 ottobre ci si trasla in quel di MESTRE, Venezia, all'ELEFANTE ROSSO, club Arci di recente istituzione, ma dalla sede storica (Jam), in via della Crusca 31.

Chiediamo scusa per l'annunciata doppietta su blog e facebook, purtroppo un imprevisto logistico ha reso impossibile la presenza di Peter Wacha aka Upstart per domani sera, ad ogni modo la consolle non rimarrà vuota, e il dj set post concerto sarà a cura di Cilloman.

Poco male, la mitosi pulsistica ci viene in aiuto, e da un venerdì sera se ne fanno due: il patron della Disko B recupererà dunque il DJ set il venerdì successivo, 6 Novembre 2009, e per farla tutta, insieme ad Elefante Rosso si è pattuito che chi viene domani per Chadbourne, il sei beneficierà di un ingresso aggratiss, giusto per scusarci dell'inconveniente.


Come Arrivare

L'Elefante Rosso si trova a Mestre in via della Crusca 34, laterale di via Martiri della Libertà.
Per chi viene da fuori città: dalla tangenziale di Mestre prendere l'uscita Treviso / Terraglio. Alla rotonda che si incontra subito usciti dal passante seguire per Venezia / Zona Industriale. Vi troverete su una grande strada a 2 carreggiate (via Martiri della Libertà). Dopo 2 km trovate via della Crusca sulla destra.

http://www.elefanterosso.com

EUGENE CHADBOURNE (USA, House of Chadula)

Dr. Eugene Chadbourne ha 55 anni, suona la chitarra, il banjo e molto altro.
Improvvisatore blasfemo di country western, Chadbourne è il piu' eccentrico ed eterodosso dei solisti creativi. Contaminato dai miraggi e dagli incubi della civiltà psichedelica, erede della musica totale di Zappa e del musichall politico dei Fugs, ma immerso fino al collo nella "trash culture" (cultura della spazzatura) dei punk, ha coniato il linguaggio musicale più eretico e blasfemo della sua era. In maniera del tutto coerente con la sua fondamentale incoerenza, ha scelto l'innocuo country come struttura portante di tanto fracasso.

Alla fine degli anni settanta (dopo aver brillantemente risolto il dilemma "Canada o Vietnam?") Eugene improvvisa con John Zorn e Tom Cora a New York.

Gli anni 80 si aprono con il rockabilly demenziale e dissonante degli Shockabilly, lui intanto fissa il suo acido impegno politico, poi si aggiunge ai Camper van Beethoven, sempre coverizzando il mondo intero, fa dischi con They might be giants et alter.

Negli anni 90 ritrova e scompagina folk e country, scambia la chitarra elettrica con quella acustica, creando così un sound totalmente personale, in cui la sua indole di improvvisatore rumorista rivolta sorniona sonorità più traditional.

Il percorso continua, tra sfilze di dischi e nastri autoprodotti e collaborazioni eccellenti non solo nel mondo del jazz, incontrando musiche antipodali ed esotiche, per consegnarci oggi un artista incredibilmente eclettico, capace di performance surrealmente avant ma al contempo esilaranti e caustiche, capaci di frullare musiche altre, d'altri e d'altri tempi sempre all'insegna di un buon umore iconoclasta.

Collaborazioni con: John Zorn, Violent Femmes, i nostrani Zu, Sun City Girls, Elliot Sharp, Fred Frith, Derek Bailey,They Might be Giants, Keiji Haino, Marc Ribot, David Toop, Susie Ibarra, Tom Cora, e ci fermiamo qui...


In calce trovate un emblematico report di un suo live recente, (da Sentireascoltare) che la dice lunga su ciò che vi perdereste nel caso non veniste!

Il costo dell'operazione, al solito sottodimensionato dato il calibro dell'artista in questione, ma si sa, noi vi si vuole bene...
è di soli 7 euro

Chiudiamo con un breve compendio delle date a venire, chiaramente suscettibile di variazioni in aggiunta:

pulse#116: 6 novembre 2009 Upstart (Disko B, DE) + guest @ Elefante Rosso, Mestre, Ve

pulse#117: 20 novembre 2009 Edie Segdwick (Dischord, USA) @ StalkeR*eloaded / Altragricoltura NordEst, Padova

pulse#118: 8 dicembre Aa / Big A little a (Deleted Arts, USA) @ StalkeR*eloaded / Altragricoltura NordEst, Padova



Eugene Chadbourne
Museo Della Musica Bologna (24 Febbraio 2009)
Comicita e ricerca musicale, parodia e eclettismo. Eugene Chadbourne dimostra ancora una volta che la musica sperimentale può andare tranquillamente a braccetto con il country, il noise, il metal e il clownesco.

Alla faccia di chi pensa che la musica sperimentale (d’avanguardia, anticonformista o come diavolo la si voglia chiamare) sia per forza una roba noiosa e di chi crede che i musicisti “impegnati” debbano (chissà per quale motivo, poi) essere barbosi bacchettoni che suonano per un pubblico elitario e serissimo. L’altra sera, nella saletta del Museo della Musica di Bologna, Eugene Chadbourne ha dato prova del contrario, dimostrando che la comicità può andare perfettamente a braccetto con la ricerca musicale, senza che quest’ultima perda di credibilità. E lo ha fatto a modo suo, con quell’ inconfondibile stile da americano giramondo, capace di adattarsi a qualsiasi platea e, soprattutto, a generi musicali distanti anni luce tra loro.

Solo con un banjo e una chitarra, il musicista statunitense, noto per le sue svariate collaborazioni (da John Zorn a Fred Frith, da Jello Biafra a Derek Bailey, fino ai romani Zu), è riuscito ad ipnotizzare i presenti per un’ora e mezzo con uno show esilarante e capace di abbracciare, in poco più di un giro d’orologio, mondi musicali agli antipodi.

Senza tanti convenevoli, Chadbourne ha esordito con una serie di brani country, che spesso e volentieri si dilatavano, sfociando in improvvisazioni free, con il banjo trasformato in un ibrido tra uno strumento a corde e una percussione.Dopo una mezz’oretta eccolo imbracciare la chitarra elettrica, distorta e compressa all’inverosimile, e lanciarsi in una serie di cover. Are You Experienced? Di Hendrix sarebbe praticamente irriconoscibile sotto le sferzate noise della sei corde, se non fosse per l’ormai classico stop and go con la declamazione della frase che da il titolo al brano. Dal rumorismo estremo al suono chiaro e limpido ci passa un colpo al pedale degli effetti. Ed ecco il Nostro esibirsi in un duetto (degno di un imitatore di professione) tra Bob Dylan e Louis Armstrong sulle note dello standard Stardust. Ma non c’è sosta e il pubblico non ha ancora smesso di ridere che arriva la sua personale rilettura del classico del classici del rock’n’roll, Roll Over Beethoven, trasformato per l’occasione in un geniale “Roll over Berlusconi”!

La comicità musicale di Chadbourne possiede l’efficacia che solo i grandi attori riescono a suscitare, tanto è raffinata e mai grossolana. E, soprattutto, imprevedibile. Quanto meno te lo aspetti, il vecchio Eugene ti mostra il pezzo da novanta, tirando fuori uno strumento di sua invenzione: il rastrello “elettrificato” (!). Chadbourne gironzola per un quarto d’ora esplorando tutte le sfumature del rumore con il suo nuovo arnese, ora graffiando il pavimento,ora sfruttando il suono del contatto elettrico con le luci.

Non importa che sia un concerto gratuito e che ai presenti potrebbe già bastare. Lui è in vena, il pubblico anche e quindi, imbracciato di nuovo il banjo, ricomincia con le sue deliranti melodie pseudo country.

In questi casi ci si può solo lamentare del fatto che tutte le cose, prima o poi, finiscono. Eccezionale.
Daniele Follero