martedì 7 dicembre 2010

Pulse#150: DISKJOKKE (NOR, Smalltown Supersound) + KELPE (UK, D.C. recordings) Ma 7/12/2010 h.20.30 @ Bastione Alicorno, PD

A.S.U. in collaborazione con il Consiglio di Quartiere n.4 e con il contributo di UNIPD presenta:
Pulse#150



Martedì VII.XII.MMX, h. XX.XXX
@ Bastione Alicorno
P.le Santa Croce, PD


DISKJOKKE (NOR, Smalltown Supersound)

[ Electronica / Psych-Kraut / Kosmische Disco / Tropicalia ]
http://www.diskjokke.com/ http://www.myspace.com/diskjokke http://www.smalltownsupersoundcom/
+

KELPE (UK, D.C. Recordings) kelpe [ IDM / Dirty Hip Hop / Bleeps and Beats / Disturbed Funk]
http://www.kelpe.co.uk/ http://www.myspace.com/kelpemusic


Premettendo le più sincere scuse a quel gentiluomo di Eric Chenaux per il declassamento cardinale operato sulla sua serata a 149bis, eccoci alfine giunti all'appuntamento con i numeri più o meno tondi, e come nelle due precedenti occasioni (Pulse50 = The Ex + Mohammed Jimmy Mohammed anno 2006, nel 2008 il Pulse100=houseshow a due piani con -tanti- amici) l'idea rimane quella di proporvi qualcosa di assolutamente fresco sia nei contenuti che nelle soluzioni.
Questa volta abbiamo impacchettato una serata prefestiva coi fiocchi, radar impostato a scandagliare le profondità dell'elettronica nord europea con i live di due artisti in classe top, in un contesto assolutamente deluxe, quello del Bastione Alicorno (riscaldato), il tutto coronato dal costo risibile dell'ingresso.

Sui musicisti reclutati appositamente per la celebrazione c'è da dire che ci eran sfuggiti in due recenti occasioni (Kelpe era stato contattato per il SSF10, ma la contiguità con una data ad un festival in Tunisia aveva all'epoca complicato il tutto, Diskjokke per Circuito Off, ma suonava a Mosca quindi niet!), e l'operazione pulse150 viene anche a risolvere questa esigenza non ancora soddisfatta.

Impreziosiscono la serata la selezione di Monti e Blondie Equal Stupid oltre al progetto (RISO)grafico cartaceo dei Tankboys

Riguardo Diskjokke, nome d'arte per il norvegese Joachim Dyrdahl, non starò qui a tediarvi con le inevitabili etichettature accettate di Nu-Disco, Space Disco, o Italo Disco, vi dirò solo che il nostro campione stupisce sia nel ruolo di remixer che in quello di compositore.
Nella prima categoria vanno citati una serie di personaggi che hanno ben pensato di ricorrere a lui per rimaneggiare e far risplendere i loro singoli, partendo dal suo amico e compagno di etichetta Lindstrøm, passando per i Bloc Party, per arrivare alla delicata Charlotte Gainsbourg, i Foals e molti altri, ma il meglio ha ancora da venire, in quanto si vocifera in rete (quella che parla solo norvegese) che sia proprio Diskjokke colui che si prenderà in carico il remix del primo singolo tratto dal nuovo album elettronico di David Lynch (sì, il regista... esce a gennaio il suo disco elettrico su Sunday's Best di Rob da Bank, nel frattempo il singolo è qui).

Sul fronte della composizione Joachim però dà a mio avviso il meglio di se stesso, gli ultimi due album rilasciati dalla ottima Smalltown Supersound (quella di Annie, Lindstrøm, Tussle, Arp e tanti altri), rispettivamente "Staying In" ed "En Fin Tid", sono una sintesi delle capacità ed influenze (Brian Eno, Tangerine Dreams, rock krauto) del musicista, più frammentato ed eterogeneo il primo, del 2007, più compatto nello stile ma rarefatto nell'incedere il secondo, di quest'anno. E rovistando tra i pezzi che li compongono si trova tutto: l'ex studente di matematica nell'esercizio techno brillantemente riuscito di Interpolation, l'ex violinista classico che in Rosenrød gira al volo un oscuro incedere di synth in un momento di estasi solare (sunkissed?), il dancefloor compresso per meglio poter esplodere di Big Flash, la genialità delle staffilate house e del titolo di I Was Go To Marroco And I Don´t See You, la mini odissea racchiusa nei dieci minuti di Nattlestid, la malinconia in salsa tropicale di Some Signs Are Good.

In fondissimo trovate una recensione per ciascun disco ad opera dell'ottimo Andrea Pomini, una tratta da Rumore, l'altra da DJ Mag, via Soulfood. Notare bene: nonostante la non trascurabile ed onomatopeica attività di Diskjokke in qualità di dj, egli è più che lieto di presentare a Padova il suo LIVE set!


Kelpe
invece ci è stato prontamente segnalato dal nostro osservatore di fiducia di stanza a Berlino, dopo averne gustato una coinvolgente performance al Transmediale di quest'anno, in apertura al set di Fourtet (suo fan): è il progetto elettronico di Kel Mckeown, accompagnato dal vivo alla batteria da Chris Walmsley e vengono entrambi dalla Gran Bretagna, Londra per l'esattezza.

La discografia di Kelpe mette in scena una sorta di elettronica cinematica, psichedelica e delicata ma con una vena futurista, bassi funk e chitarre fuori dal tempo perse in lunghi echi. ll duo presenta nel vario materiale live il nuovo 12" "Chocolate Money", due tracce, subito riproposte in remix sul lato B, che mischiano Hip Hop sporco synth distorti e percussioni funkeggianti. Non vediamo l'ora...
Nel frattempo, non trovando ahinoi degne recensioni in italiano, vi lascio in compagnia poco più sotto di un'ottima recensione del precedente "Cambio Wechsel" in english (gli inglesi ne han tante di disgrazie, ma almeno loro c'han la BBC) in cui l'opera del nostro viene accostata alle sonorità di Flying Lotus e Prefuse 73 (a me spesso piace pure di più, ma così si rischia la lapidazione...)

Una raccomandazione sugli orari: data la natura della location e i vincoli di orario, raccomandiamo di non arrivare oltre le 21 per godere appieno della scaletta.

Recensioni:
BBC Review
"A journey to exciting territories beyond the beats-and-pieces norm."
Mike Diver 2009-11-03 Kelpe is the musical alter-ego of British artist Kel McKeown, whose dalliances with sound are producing some wonderfully wobbly, boisterous and bubbly fare - think Hudson Mohawke with the ADHD turned down and a comfy pair of slippers on, lighting a deserved cigar... with a blowtorch... while roasting road kill over an open fire. Cambio Wechsel is his third album for DC Recordings, a label established by DJ and producer Jonathon Saul Kane in the mid-1990s to showcase the diversity that few get to hear within the genres of hip hop and electronica. This album's tracks branch out to tickle the tastiest parts of said pigeonholes, its bleeps and squelches, glitch beats and truculent thuds merged into a tumultuous whole that's, at times, as irresistible as Prefuse 73 or Flying Lotus's most commended collections. The oppressive, insatiable attack of Closed Cup Headroom is an instant standout, its alien clicks - think the prawns of District 9 messing about with vocoders - surrounding the senses and tightening their circle with each passing second, laser blast effects charring the ground just inches from their targets' feet. After Gold is similarly cacophonous, but a lot easier on the nervous system - while these structures display similarities from piece to piece, it's rare that one echoes the previous in an unappealing manner. Like Bibio's occasionally otherworldly album of earlier this year, Ambivalence Avenue, Cambio Wechsel's flirtations with myriad motifs that rarely have a hand to hold elsewhere on the record can lead to the listener becoming rather dizzied by the experience. But when the shiny synth lines and distorted drum and bass fluctuations of Low Frequency Fumble, the treble-centric J Dilla skitter of Eye Candy Bath and the fidgety itchiness of Wind in the Windows are appreciated as individual arrangements, outside of an album context, Kelpe's talents shine 'til they threaten to blind and/or deafen. As an all-in-one listen, there's a lot to take in - perhaps too much. But treat Cambio Wechsel as a mixtape produced by a mind that simply can't sit still and it's a journey to exciting territories beyond the beats-and-pieces norm.


DiskJokke - Staying in (Smalltown Supersound).
La chiamano nu-disco, ed è uno dei suoni più caldi del momento. Tra gli epicentri, la Scandinavia: la Svezia degli Studio, la Norvegia di Lindstrøm, Prins Tomas, Todd Terje ed ora Joachim Dyrdahl, in arte diskJokke. Un esordio col botto il suo. Ricco di cascate di melodia e sorprese continue, carica da dancefloor e anima. Si viaggia su ritmi più dritti e spediti rispetto ai suddetti, trovando una formula magica per combinare disco italo e non, house acid e non, e techno molto detroitiana. Joachim, studente di violino e di matematica, dosa calore e rigore con maestria. Aprendo le danze su toni più giocosi - Folk i farta e Større enn først antatt sono due capolavori - per farsi più serio e meditativo nella seconda metà dell'album, con I Was Go to Marroco and I Don´t See You (non è un errore, si intitola proprio così) come martellante e irresistibile spartiacque. Ma in tutto Staying in si respirano aria fresca ed euforia dal retrogusto dolcemente malinconico, ed è una sensazione impagabile. (da Rumore #197)

DiskJokke -
En fin tid (Smalltown Supersound)
"Musica per la notte che mantiene il calore dei pomeriggi in spiaggia": lo scrisse qualcuno parlando di Staying in, debutto datato 2007 del norvegese Joachim Dyrdahl, ma la definizione suona ancora più azzeccata per questo En Fin Tid. Titolo che dalle parti di Oslo significa qualcosa come "tempi felici", del tutto appropriato per un album che rende più calda e solare la già emozionante fusione messa a punto dal nostro. Ci sono le radici house e techno e dosi massicce di relax balearico, i viaggi della disco cosmica europea e gli spazi del dub, tutto passato in rassegna con una originalità fuori dal comune. Si guarda tanto alla compattezza del groove (Big Flash non dovrebbe avere problemi a fare urlare una pista piena) quanto alle esplorazioni sonore di gente come Arthur Russell e Alan Parsons, o dei gruppi kraut-rock tedeschi degli anni '70 più spinti verso l'elettronica. Con il valore aggiunto di una scaletta perfetta, che fa fluire gli otto brani in un crescendo di emozioni e conferma come, nella già incredibile scena nu-disco scandinava, questo ex studente di matematica sia il vero fuoriclasse.
(DJ Mag n. 2)


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