martedì 28 febbraio 2012

188: LOCH LOMOND ME.29.2 @ La Mela di Newton, PD -/- 189:COMA STEREO SLO) @ Dirtmor, TV

Ancora due appuntamenti Pulse questa settimana,
uno è l'usuale
mercoledì, stasera presso
La Mela di Newton con i numerosi Loch Lomond da Portland
poi come preannunciato andiamo in gita a Treviso, con Coma Stereo, dalla Slovenia ospitati da e in collaborazione con Dirtmor.


Pulse#188

Pulse e Repeat, in collaborazione con la Mela di Newton
presentano:

LOCH LOMOND (USA, Chemikal Underground)
loch lomond
[ Psych folk/ pop songs ] http://www.lochlomondmusic.com/

Mercoledì 29 Febbraio, h. 21
@ La Mela di Newton
via della Paglia, 2 - Padova


Come si anticipava nel dispaccio della settimana scorsa, siamo qui a chiudere in bellezza anche i mercoledì di febbraio, 5 eccezionalmente con questo bonus bisestile.
Settimo appuntamento dunque del ciclo del mercoledì alla Mela, e di 7 elementi sembra essere composta la formazione che Ritchie Young ha assemblato per il suo progetto Loch Lomond.
In tour per presentare il loro nuovo EP di imminentissima uscita per la Chemikal Underground dei Mogwai, i portlandiani mettono in campo oggi la seguente strumentazione: chitarra, tromba, vibrafono, glockenspiel, contrabbasso et alter.

"Inizialmente volevo chiamare la band The Mountains, ma in quel momento c'erano molte band con quel nome o similari, e non volevo assolutamente che fossimo associati a certe atmosfere blue-grass. Ordinammo qualche nastro di registrazione da un pollice su eBay, e quando la spedizione arrivò dall'Inghilterra o dalla Scozia, aveva un pezzo di nastro con su scritto "Loch Lomond", così lo abbiamo inserito nel nostro hard drive quando stavamo salvando un po' di materiale, e semplicemente era quel genere di nome che poteva funzionare per la band. Onestamente non sapevo fosse il nome di un lago in Scozia. Nonostante sapessi fosse un lago, non ne conoscevo la collocazione geografica."
RITCHIE YOUNG [PASTE MAGAZINE].

Fu così che una band del Pacifico scelse come nome quello del più grande lago di tutta la Gran Bretagna. Quale che fosse, destino o semplicemente una tariffa postale ed un pacchetto fortunoso, Loch Lomond si ritrovano sotto contratto con la scozzese Chemikal Underground, innamoratasi sin da subito delle raffinate capacità melodiche in stile (primi) R.E.M.,dei tratti psych-folk à la Mercury Rev e degli arrangiamenti fiabeschi che rimandano a quelli deiThe Decemberists.

Collettivo originario di Portland, Oregon, il progetto Loch Lomond nasce nel 2003 come avventura solista di Ritchie Young. A onor del vero, bisogna ammettere che la maggior parte dei progetti solisti non si avvalgono del contributo di oltre 30 musicisti, ma tutto questo sta semplicemente ad indicare quanto fosse in evoluzione la line-up dei Loch Lomond almeno sino al 2007 (quando uscì il secondo album "Paper The Walls"). Appena trovata una certa stabilità con una formazione composta da sei elementi, i Loch Lomond finirono di registrare, nel 2008, il materiale di "Little Me Will Start A Storm". L'uscita del disco però subì un certo rallentamento a causa dei missaggi e soprattutto della buona notizia del tour in supporto dei concittadini The Decemberists. Nonostante il ritardo nel finire il disco, suonare con i The Decemberists fu per la band un'esperienza più che positiva, oltre ad aver instaurato una profonda amicizia.

Spiega Ritchie:
"The Decemberists sono stati molto carini con noi. Realmente ci hanno catapultati da una realtà locale a quella nazionale, passando da suonare in piccoli club da 100 persone a sale concerti da oltre 4.000. Ci sono tuttora molto vicini. Chris Funk suona dal vivo con noi qualche volta e la band viene spesso a vederci dal vivo".

Il missaggio poi fu completato da una nutrita schiera di produttori: Tucker Martine (R.E.M./The Decemberists), Tony Lasg (Elliott Smit/Dandy Warhols), Kevin Robinson (Viva Voce), Adam Selzer (M Ward/Norfolk & Western) e Jeff Stuart Saltzman (Stephen Malkmus/Sleater Kinney). Da così tante menti è stato tirato fuori ben più di un album, ma anche del materiale che è andato a comporre l'EP che lo precede "Night Bats EP". Un'uscita che, grazie ad un ciclista acrobatico professionista originario dell'isola di Skye, renderà la band assai popolare. Già famoso e fenomeno del web infatti, Danny MacAskill decise di usare un brano dei Loch Lomond 'Wax And Wire' per un nuovo clip/documentario, "
Way Back Home" che stava preparando da mettere on-line.

Così la racconta Ritchie:
"Ricevemmo una mail da Danny che chiedeva di usare il brano. Ci mandò un link che io stupidamente non aprii (...se solo avessi saputo quanto talentuoso fosse e quando fossero spettacolari le sue performance). Avevo avuto un atteggiamento del tipo, sì certo fanne quel che vuoi, se poi fai dei soldi facci sapere. Circa un mese dopo, quando avevo dimenticato tutta la storia, ho cominciato a ricevere messaggi da molti amici sparsi nel paese che ci facevano i compimenti. Ero realmente confuso. Così sono entrato in internet ed il documentario di Danny, con il nostro brano, era in homepage di YouTube. Saremo eternamente grati a Danny"

Grazie quindi alla popolarità ottenuta dal film di MacAskill (la band incontrò Chemikal Underground mentre era ad Edimburgo per promuovere il film per la Red Bull), i Loch Lomond hanno fatto uscire "Little Me Will Start A Storm" anche in Europa (il disco è già disponibile negli USA), con l'aggiunta di due tracce bonus ('Tic' e 'Mad of Ink'), non disponibili nell'edizione americana. Il disco mostra non solo le immense capacità di scrittura di Ritchie, ma anche degli arrangiamenti meravigliosi preparati da musicisti sublimi. La bellezza dei suoni dei Loch Lomond risiede nella loro moderazione, la band sa benissimo quando alzare i toni o viceversa abbassarli, un'abilità descritta alla perfezione con le armonie di 'Egg Song' e nella strumentale 'Water Bells'.

Sarebbe impossibile comunque apprezzare in pieno il disco se non si fa un riferimento particolare alla straordinaria voce di Ritchie Young: un minuto è un tenore ('Blood Bank'), quello dopo canta in falsetto ('Earth Has Moved Again'). La sua voce contribuisce non poco alla qualità delle canzoni. Le influenze della band possono essere cercate ovunque, ma con i Loch Lomond è un gioco ancor più complicato: oltre ai punti di riferimenti sopra citati, ci sono riferimenti ai Fleetwood Mac ('Blue Lead Fences') e al chamber-folk dei Fleet Foxes.

Anche per questo appuntamento, sarà attivo lo streaming live su:

http://pleaserepeat.it/

http://pulsedata.blogspot.com/

A stasera!
Ingresso: 3 o più secondo sentimento

Com. ris. Soci Arci


passiamo a Venerdì, in trasferta:

Pulse#189

Pulse in collaborazione con DIRTMOR
presenta:


COMA STEREO (SLO, Solar Pulse)
coma stereo
[Tangerine Dream meet sci fi ] http://www.comastereo.com/shows.htm

Venerdì 2 Marzo, h. 21.30
@
DIRTMOR/Prc - via Pisa 13 (sotto la torre) - Treviso
per indicazioni stradali cliccare qui (consigliato!)

Gita a Treviso, si diceva, a trovare Dirtmor, collettivo più che spontaneo di kamikaze culturali, decisi a portare musica bislacca e stridente nel territorio di Treviso, da sempre città nota per la sua positiva tensione nei confronti di quanto è nuovo, fresco e disinteressato, si sa!

Prima collaborazione questa che vede sotto i riflettori un'ottima band segnalataci da Federico Father Murphy via Sinister Noise.
Registriamo inoltre con simpatia e rinforzata fiducia nelle coincidenze costruttive la simpatica circostanza per cui la band fa parte di un'entità multiforme (etichetta booking promo) a nome Solar Pulse.
Names matter!

La band Coma Stereo si forma nel 2004. Nel primo anno i 4 musicisti decidono di non fare concerti, ma di dedicarsi esclusivamente al creare un suono che possa contraddistinguerli.

Cedono però alle lusinghe dell'attività live, iniziando ad aprire a concerti di The Silver Mt. Zion Orchestra and Tralala Band e Damo Suzuki. Tutti e quattro risiedono per un periodo nel centro culturale Pekarna di Maribor, dove decidono anche di fondare una loro label/agenzia di booking, dal nome Solar Pulse, con cui iniziare ad organizzare al meglio la propria attività.

Solar Pulse continua ad essere sia la loro etichetta che la loro agenzia di booking, oltre ad aver creato solidi legami con realtà nazionali ed internazionali durante gli anni.
Il primo album della band è quindi del 2006, che vede l'inizio del sodalizio con Hrvoje Niksic dei Tena Novak (produttore di tutti i loro successivi album sempre registrati nel famoso studio di Zagabria, Croazia).
La band quindi inizia ad incrementare la propria attività dal vivo, intraprendendo uno dopo l'altro diversi tour europei, tra cui uno di spalla a 31 knots.

Del 2007 è un EP/maxi single uscito per l'italiana Marsiglia Records, mentre il secondo full lenght della band è del 2009.
Nel 2010 quindi escono loro pezzi in svariate compilation, tra cui per "Quit having fun" della nostra beneamata Boring Machines, per quindi arrivare al 2011 che vede la band chiudersi in studio per lavorare al terzo disco.

Il nuovo album, una summa dei lavori precedenti, ma anche un passo più deciso per affermare una proprià identità espressiva, sempre registrato a Zagabria, è uscito il 16 febbraio appena passato, a cui segue il presente lungo tour europeo nei mesi di febbraio e marzo.
Per il nuovo album, dal titolo "1000 Mest" (1000 città) la band firma con la label di Lubiana Kapa Records, mantenendo comunque la propria Solar Pulse come agenzia di booking/collettivo.

ascolti in streaming su Bandcamp qui:
http://comastereo.bandcamp.com/album/transgalaktika


A venerdì!
Ingresso: 3 euro



recensioni:

ONDAROCK:

LOCH LOMOND
Little Me Will Start A Storm
(Tender Loving Empire) 2011

Poco tempo passa dalla funkeggiante introduzione di "Blue Lead Fences" e già sembra di assistere alla riunione notturna di una tribù post-apocalittica, le cui giovani facce mascherate emergono e scompaiono a intermittenza nella luce fiammeggiante in mezzo a una radura del Pacific Northwest. Un senso di cauto - e impavido, allo stesso tempo - stupore di fronte a un mondo che si riscopre, improvvisamente, immacolato pervade "Little Me Will Start A Storm", accendendolo di una caparbia personalità, come se i Loch Lomond incarnassero un Signore delle Mosche contemporaneo, più che una di quelle indefinite comunità neo-hippie impersonate dalla compagine alt-folk statunitense di turno. Si palesa così una freschezza data da una visione creativa potente, che trasforma il disco in un'opera coerente, pur nelle numerose sfaccettature musicali che sa offrire.
Un'orgogliosa rivendicazione di autarchia che sopravvive anche ai rimandi più ovvi, ad esempio quello al Neil omonimo ("Egg Song") del leader di questa band di Portland, Ritchie Young, uno dei deus ex machina della scena attuale della città dell'Oregon, attivo non solo come musicista ma come vero e proprio mecenate. Da segnalare il coinvolgimento, suo e del suo gruppo, nel Portland Cello Project e la pubblicazione del disco in questione tramite la concittadina Tender Loving Empire, non solo etichetta discografica, ma anche galleria d'arte e mediateca.

I Loch Lomond sono in effetti una sua creatura - il loro primo disco è suonato interamente da Young stesso - ma hanno assunto nel tempo varie forme, tanto che, tra tour e registrazioni, si sono alternati intorno a lui ben ventinove musicisti. Grandi potenzialità venivano già mostrate nel precedente "Paper The Walls", in cui però il gruppo era ancora appigliato a stilemi convenzionali.
Qui invece, pur riproponendo gli ingredienti affini ad altre band della zona, dai Decemberists ai più recenti Hey Marseilles, (strumenti acustici, coralità, gusto per la canzone pop), il gruppo si mette in proprio, mostrando una caratteristica già ravvisata in altre band emergenti del panorama folk (Wilderness Of Manitoba su tutte): dolci motivi, anche "umili", se vogliamo, si librano in grandi aperture strumentali, sospese su immensi panorami.
Queste ambientazioni richiama il rimbombo che, improvvisamente, espande il dimesso falsetto di Young in "Earth Has Moved Again" (qualcosa di simile avviene anche nei mesmerismi della già citata "Blue Lead Fences"), diffondendosi in un silenzio indisturbato. Progredendo col disco, si comprende che ci si può aspettare di tutto, da una canzone dei Loch Lomond, ma mai che rimanga ferma su posizioni consolidate, come ormai da troppo tempo fanno formazioni anche più conosciute e apprezzate.

Parte del merito va certamente assegnato allo stesso Young, finissimo interprete che, nel corso di "Little Me Will Start A Storm", cambia registro diverse volte, anche nel corso della stessa canzone (si veda la bellissima ballata à la Sufjan Stevens di "Water In Astoria"), passando da un tremolante falsetto, magari, a un cavernoso baritono post-punk, come nella conclusiva "Alice Left With Stockings And Earrings".
Se si aggiunge la produzione, affidata a un team composto da Tucker Martine (Decemberists), Kevin Robinson (Viva Voce) e dal genio nascosto dell'alt-folk Adam Selzer (M Ward), si ottiene un disco dalle robuste e giustificate ambizioni, in cui arrangiamenti tradizionali - di banjo, fiddle, etc. - si sposano magicamente con theremin e altri strumenti meno convenzionali. Un disco davvero mai banale, che dà il suo meglio, forse, nei suoi momenti più fiabeschi, come "Elephants & Little Girls", negli stornelli da menestrello come "Blood Bank" (grande composizione!), con quel riff medievaleggiante che si fa ruspante e chiassoso, come nei Sigur Rós di "Með Suð Í Eyrum Við Spilum Endalaust"
http://www.ondarock.it/recensioni/2011_lochlomond.htm


KOMAKINO:
COMA STEREO
I Can Programme MySelf Whenever I Want To
Marsiglia Rec.


Una suite lunga oltre 20min, come una estasi guardando il mare che muta in tempesta, - Vi ritroverete in mare aperto, è notte, una fredda notte
buia, e riuscirete solo a sentire le onde e il vento che si spezzano, alternati a rallentamenti da ipnosi lisergica. I Coma Stereo sono sloveni, e questo singolo debutto è uscito sulla genovese indie Marsiglia rec; - gli Explosions in the Sky e Godspeed You! Black Emperor non sono lontani, - ci sono cariche di percussioni sapientemente dosate, estro da effetto delay, e gentili arpeggi di chitarra che volitano circolari nella malinconia in esplosioni spirituali. - Una brillante introduzione al sound dei Coma Stereo, - ora, sarebbe ottimo se il successivo singolo/disco segnasse una definitiva differenza all'interno dell'inflazionata scena post-rock (cinematica inclusa).

http://www.inkoma.com/read.asp?id=1040

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