venerdì 18 aprile 2008

BEAR CLAW::(USA, Sickroom):+VictorYoung

pulse#86


BEAR CLAW (USA, Sickroom)
http://fiverosespress.net/wp-content/bc-tour.jpg
http://www.myspace.com/bearclaw http://bearclawrock.com

+ VICTOR YOUNG

VEN 18 APRILE, ore 22.30
StalkeR*eloaded c/o AltrAgricoltura Nord Est, C.so Australia 61,
Padova
(vai qui per le indicazioni per arrivare)



Eccoci, dopo aver vagheggiato un po' di folk ed elettronica varia, finalmente eccoci a proporvi una band capace di (s)pettinarci già via impianto casalingo, figuriamoci live con le opportune casse Ampeg 8x10" in questione (vd foto).

Basso, batteria e basso!
Si presentano così i Bear Claw di Chicago, Illinois,
di provenienza garantita dunque: i tre battono il martello sull'incudine di un hardcore-math/noise rock sintetizzato nel tipico stile dei mostri sacri Shellac, Fugazi, ma che molto deve anche primi 90 Day Man, Slint, Dianogah e altri.
Un gruppo solido, con un'ottima capacità di scrittura, il cui disco è prodotto perfettamente e ben suonato, tanto che se fossero arrivati per tempo forse sarebbero stati loro uno dei riferimenti citati e non il contrario.
Il cantato/parlato peraltro a tratti ricorda anche cose più prettamente post-core come Trans Megetti, Hoover e roba di quell'area grigia che al math ed al post rock diede un humus adeguato nel quale far crescere la propria semenza.
Al di là del sicuro impatto dei brani compatti ed aggressivi (di scuola chicago-core, appunto per intenderci) le sensazioni più intriganti di certo arrivano con le tracce in cui la tensione si fa meno esplicita, dilatando melodicamente le ritmiche serrate, pur conservando un sound saturo e sferzante. In tali occorrenze spunta luminoso il riferimento dei FUGAZI più sognanti .
Poche storie: a far gli americani, gli americani son gran bravi (a volte) ed un disco del genere registrato da Steve Albini e masterizzato da Bob Weston fa ciò che deve senza deludere le aspettative.

Ad aprire la serata si provvederà con un sintetico update sullo stato psico stru.mentale dei soliti e padovani VICTOR YOUNG.


un altro paio di coordinate sui BEAR CLAW:

"Con radici che affondano nella comunità post-industriale appena a sud di Chicago, il batterista/cantante Scott Picco e il bassista Rob Raspolich suonano insieme da quando erano adolescenti. Qualche anno dopo incontrarono Rich Fessler, che aveva suonato in una band chiamata Hello Operator, cambiarono marcia e riemersero come Bear Claw, la formazione basso/batteria da tour de force di oggi. Slow Speed: Deep Owls è il loro secondo album pubblicato con la Sick Room. Questo sforzo giovanile dimostra in modo definitivo la crescita sostanziale di questa band. "Con [il primo album] Find the Sun, eravamo così eccitati dal suono e dal concept delle due linee di basso che siamo stati tentati inizialmente di comporre pezzi pesanti con la stessa ritmica veloce", afferma Picco, "In questo disco abbiamo pensato un po' di più al come e al perché scrivere invece di limitarci semplicemente alla sintonia interna alla band." Slow Speed: Deep Owls rappresenta una creazione più dinamica, con un'attenzione maggiore ai cambiamenti di atmosfere e alla varietà degli elementi. Piuttosto che suonare riducendosi all'osso restando ancorati alle loro influenze musicali post-punk anni 90 (pensate agli Shellac, Unwound, Thumbnail), i Bear Claw le hanno utilizzate come fondamenta per lo sviluppo del loro suono distintivo. I molti anni di performance dal vivo, senza menzionare una sostanziale etica del lavoro, hanno permesso al loro approccio di trasformarsi in qualcosa di equilibrato ed intuitivo. Registrato e mixato da Steve Albini e masterizzato da Bob Weston, Slow Speed: Deep Owls è un vero album, poiché si tratta di uno sforzo documentaristico di ritrarre la band in un momento particolare, sullo sfondo dei diversi ambienti individuale e sociopolitico. E' una composizione di brani musicali ben costruiti e rifiniti che scorrono fianco a fianco senza alcuna forzatura."

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