venerdì 8 gennaio 2010

pulse#121: Above the Tree (Boring Machines, et alter ITA) @ La Mela di Newton, VE 8 Gennaio

ASU Associazione Studenti Universitari
in collaborazione con La Mela di Newton presenta:


Pulse#121:
Above the Tree
(Boring Machines, Marinaio Gaio, About A Boy, Untouchable Woman,
Shipwreck, Stonature, Brigadisco e scusa se è poco..., ITA)

marco bernacchia

psychfolk mistico y disturbato
http://www.myspace.com/bluerevenge1

Venerdì 8 Gennaio @ La Mela di Newton,
via della Paglia, 2 Padova
h.20.45

A.S.U., in collaborazione con la Mela di Newton, è felice di proporre per la quarta volta e in uno spazio ancora diverso uno dei nostri prediletti della scena italistica.
Quindi dopo un house show, un summer, un'aperitivo antigelmini in ASU, ecco che Above the Tree/Marco Bernacchia torna con la sua chitarra, la sua voce disturbata i suoi mantra blues e inaugura la programmazione 2010 della Mela...

Apropos: Auguri...

qui di seguito un paio di recensioni, precedute dalla costantemente envergreen recensione di Enrico Veronese per il ssf08

"Marco Bernacchia ha realizzato uno dei dischi italiani più belli dell'anno, del tutto avulso da logiche mercantili o considerazioni sui tempi: "Blue revenge" solletica i colpiti in fronte dal SIB-recupero del prewar folk dopo la liberalizzazione dei solchi, introducendo dosati quozienti di sperimentazione acustica sopra temi poco rough o raw.
Un cuore nero batte a Senigallia."

Al tempo stavamo appunto parlando di "Blue Revenge", ma adesso, da qualche mese c'é Minimal love, suo ultimo lavoro uscito nel 2009 con la collaborazione di ben sette realtà
indipendenti italiane (Boring Machines, Marinaio Gaio, About A Boy, Untouchable Woman, Shipwreck, Stonature, Brigadisco) delinea un suono desertico di sperimentazione sonora e canora che lo rende unico nel suo genere per (almeno) il panorama italiano...

per le recensioni/commenti/dowload vedete appunto più in basso

ci si vede lì...
non dimenticate la tessera arci, e all'ingresso vi si chiederà un obolo
di 2 o 3 euro...


Come avevamo finito il 2009 mollando sul blog la combo video + intervista
di Dodos, il 2010 comincia anche lui con un ripescaggio dal medesimo paniere.
La combo questa volta comprende il video del brano "Psychic City (Voodoo City)", tratto dal disco See Mystery Lights, il live è datato dicembre 2008 ed é
quello di Yacht, e ovviamente l'intervista a loro medesimi.

Il tutto ovviamente impacchettato sul Blog, per l'esattezza
, QUI


Di "Minimal Love" Ondarock dice:

In “Minimal Love" prevale un’idea di mosaico psichedelico mistico ma disturbato.
Dopo il preludio di “Donkey’s Eyes”, Bernacchia passa così in rassegna tutta una serie di felici congetture lisergiche; dalla trance hare krishna di “70% Of Hate” al cicaleccio illusionista “Let Me Know”, dalla meditazione folk di “Plotone negro” al quadretto appalachiano di “Ta -Ta - Ta - T”, finanche al piccolo collage elettroacustico blues-rock di “Go Home” e alla curiosa nenia assorta da radio microfono di “Paparinski”.
L’autore si riscopre nuovamente dipintore (talvolta facendo prevalere i corredi sonici, come il vociare confuso, i timbri di farfisa e di cornamusa, i rumori di una macchina da scrivere, sull’armonia portante), ma con un aumentato coraggio.
Qua e là fanno capolino pezzi che cominciano a rilevare una forma riconoscibile, come “Gli oggetti”, degna dei Flaming Lips più lineari, o la strimpellata di “Hallo Winter”, o ancora lo stornello Barrett-iano (ma anche Incredible String Band) di “Bunny In Love”, mentre altri rimangono solamente inerti, come “Le signorine che nuotano” o “Silent Song”.

http://www.ondarock.it/recensioni/2009_abovethetree.htm

e un commento da Anomolo, da dove potete anche assaggiare "Blue Revenge"

http://www.anomolo.com/media/above_the_tree/blue_revenge



La completezza è un’ambizione folle ma comprensibile. La perfezione un’illusione di onnipotenza decisamente incomprensibile. Il resto è parzialità, istantaneità e vento che soffia su miliardi di vite mescolando sequenze di attimi per dare un’immagine coerente all’esistenza. Compresa l’equazione, qualunque atto acquista importanza nell’accettazione della sua transitorietà e della sua caducità.
Solo così si supera il limite di ciò che per sua natura è limitato e l’arte torna a scavare dentro e oltre le apparenze. La musica di Above the tree è la prova che ciò accade ancora, che lo strumento più astratto che la natura ci ha offerto, il suono, può servire a costruire scenari
perfetti proporzionalmente alla loro imperfezione.
Qui non ci sono estenuanti ricerche del bel suono, dell’equilibrio formale, delle armonie simmetriche e aggraziate ma pezzi di metallo arrugginito che strisciano su frammenti di vetro e sabbia, motori malfunzionanti che lamentano i segni del tempo e canti biascicati soffocati dalla tosse.
Eppure non un solo pezzetto di queste schegge sonore sembra costruito su tali basi: le canzoni (termine certamente improprio in questo caso) chiedono di essere riascoltate ripetutamente perché il loro linguaggio complessivo, che lo si creda o no, è un magico e potente catalizzatore
emotivo capace di portare i sensi in dimensioni inconsuete.
Non cercate somiglianze a tutti i costi, non ce ne sono, piuttosto lasciatevi trasportare dentro questo microcosmo di musica contemporanea e fate attenzione a tutti i dettagli. Niente di definitivo, solo frammenti mortali di luce abbagliante.

http://www.anomolo.com/media/above_the_tree








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